IL LUTTO
domenica 10 Dicembre, 2023
di Stefano Martini
ENGUISO – La Valle di ledro si è stretta oggi attorno alla salma di Achille Brigà, l’amatissimo ex sindaco di Ledro, deceduto mentre faceva ciò che amava: fare del bene al prossimo, portando sostegno e aiuto alle persone più deboli e sfortunate, e lui lo ha certo lo ha fatto fino all’ultimo, mentre lavorava per portare energia e acqua potabile a una missione nella circoscrizione di Manda, in Tanzania.
Oggi pomeriggio, domenica 10 dicembre, la chiesa di Enguiso, alle porte della Valle di Concei, traboccava di gente. I compaesani di Achille Brigà, venuti a porgergli l’estremo saluto, ma anche tante persone da tutto il Trentino e non solo, tutte accumunate dal rispetto e dal ricordo che Brigà aveva lasciato su di loro, per la sua semplice ma profonda umanità, dagli ex colleghi di lavoro dell’Enel, ai membri della Cooperativa Ledro Energia e del Gruppo Missionario Alto Garda e Ledro, entrambe associazioni delle quali era stato presidente, fino, naturalmente, ai compagni di giunta e ai concittadini che lo avevano apprezzato come primo sindaco del Comune unico di Ledro.
Achille Brigà è stato descritto da chi ha preso la parola come persona giusta e generosa, guidata dal bisogno di fare del bene al prossimo e di aiutarlo a superare le avversità. Amante della montagna. Animo sensibile ma all’occorrenza pratico e determinato. Una persona che agiva con fede e spirito cristiano
Chi ha provato a fare la sintesi della figura di Brigà è stato Don Igor Michelini, che lo ha ricordato nell’omelia con queste parole: «La morte di Achille ci ha lasciati tutti nella tristezza, certo, ogni volta che una persona muore lascia un vuoto nel cuore dei suoi familiari e degli amici. A volte questo sentimento si allarga e va a toccare molte più persone. Ecco, Achille lo abbiamo visto partire un sacco di volte, per tanti anni. Aspettavamo anche questa volta di rivederci al suo ritorno, ma non è stato così. Oggi siamo qui, in questo momento a salutarlo, a ricordarlo, a ringraziarlo. Veramente sono tante le iniziative, le realtà che hanno visto Achille protagonista e tanti i ruoli di responsabilità che ha assunto, e di sicuro saranno ricordati da chi li ha vissuti con lui. Possiamo dire che alla base dell’umanità, della solidarietà di Achille c’era la fede. Sembra di vederlo ancora, presente qui alla messa, disponibile per le letture, per i confratelli nelle processioni, e per tanti altri servizi. Aspetti esterni ma espressione di quello che c’era dentro. Ora lo accompagniamo con questa fede, la sua fede, una fede che ci parla di una ricompensa per il bene compiuto, e ce ne parla perché ci parla di una vita che va oltre la morte, una eternità di amore dove potersi ritrovare, per poter ritrovare il frutto di ciò che si è seminato. Siamo qui anche per essere vicini ai figli e ai familiari di Achille. Desideriamo condividere questo momento di distacco, ma dovremo farlo con quella speranza che vince la tristezza, quella speranza cristiana che ci permette di sentire ancora vicini e viventi coloro che hanno lasciato questo mondo, di sentire ancora in noi il loro affetto, la loro protezione. Stiamo celebrando il tempo di avvento, che ci chiama a preparare la via del signore, a fare di tutto perché Dio ci trovi in pace, a vivere quel battesimo che abbiamo ricevuto dall’acqua e dallo Spirito Santo. Chiediamo allora al signore di accogliere Achille nella sua casa al termine della via della vita che ha percorso. Di dargli la vera pace, che è eternità di vita e di amore. Di dare compimento a quella promessa di eternità che anche Achille ha ricevuto nel battesimo. Chiediamo al signore che ci aiuti a raccogliere la testimonianza di Achille, a seguirlo sulla via della solidarietà e della fraternità, di essere portatori e costruttori di pace. Di mettere a frutto i doni di fede, speranza e carità che abbiamo ricevuto nel battesimo, per essere un giorno, a nostra volta, accolti nell’eternità dell’amore e di ritrovarci, per sempre con Achille e con tutti i nostri cari».