Elezioni provinciali
domenica 3 Settembre, 2023
di Donatello Baldo
Nella Lega, da sempre, il segretario — o il commissario — apre la lista. Alle ultime elezioni provinciali fu così anche per Mirko Bisesti che nel 2018 era il segretario, e arrivò primo. Questa volta la prassi viene interrotta, il commissario Diego Binelli non sarà capolista, ma non sarà nemmeno tra i candidati. La decisione è ancora ufficiosa, ma data per certa ad altissimo livello tra i leghisti trentini. «Si punta sugli assessori uscenti, e in lista ci saranno anche i consiglieri eletti nel 2018».
Alla probabile assenza di Binelli vengono date due letture: la volontà di non misurarsi elettoralmente per non rischiare la débâcle e quindi l’indebolimento della leadership, oppure il passo indietro per favorire il concentramento delle preferenze sugli assessori uscenti, che serviranno a Fugatti per comporre la giunta. La decisione potrebbe anche comprendere tutte e due le ragioni. Binelli, vicinissimo a Matteo Salvini e scelto come commissario — e prima ancora come deputato — proprio per questo, avrebbe il compito anche dopo le elezioni di «tenere» la lega sulle posizioni dell’ortodossia salviniana. Un suo indebolimento politico, se non ottenesse un buon risultato di preferenze, si tradurrebbe a un indebolimento nel partito. Ma è pur vero che la Lega perderà consensi, non ha più il vento in poppa del 2018, e i seggi saranno meno. Gli assessori uscenti dovranno essere riconfermati, e per favorirli il passo indietro di possibili competitor interni è il ben venuto. Il diretto interessato non smentisce e non conferma: «Sono un militante, a disposizione del partito».
Elezioni
di Johnny Gretter
Insieme ai partiti provinciali entreranno nel progetto anche «Prospettiva Futura», che dal 2015 sostiene il sindaco Oss Emer, e il gruppo di Sergio Paoli, ex assessore della maggioranza