Politica
domenica 2 Luglio, 2023
di Donatello Baldo
Il commissario trentino di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì non l’ha presa bene. La decisione di Fugatti di convocare al tavolo della coalizione soltanto le forze che sostengono la sua candidatura alla presidenza della Provincia — anticipata ieri sul «T» — l’ha fatto andare su tutte le furie: «Questo non può che aggravare ulteriormente il giudizio di scetticismo sulla strategia tutta personale del presidente uscente Fugatti». Urzì, in un comunicato durissimo, lascia intendere che i presupposti per una convergenza tra le due forze trainanti del centrodestra sono scarsissime: «A questo punto appare chiaro che Fugatti avrebbe già deciso il suo schema di gioco, costruito sulla sua persona. Sono esattamente le condizioni che Fratelli d’Italia non può condividere». Solo uno spiraglio rimane aperto, che si apre però sulle stanze della politica romana: «Per puro senso di responsabilità ribadiamo al presidente uscente Fugatti che rimarrà aperta la possibilità di un confronto, esclusivamente di fronte al vertice nazionale, di chiarimento sulla collocazione della sua figura dentro o fuori la coalizione che governa il paese intero». Tradotto: il commissario locale si appellerà al suo partito nazionale per capire se sia accettabile che in Trentino possa delinearsi per volontà di un governatore leghista, la costituzione di un’alleanza di centrodestra «anomala», con il Patt ma senza Fratelli d’Italia.
«Scelta perdente»
Un’anomalia che per Urzì è «perdente». E accusa Fugatti di esserne consapevole, tanto da dichiararlo pubblicamente. Nel comunicato è infatti allegato anche un video, una puntata di «Trentino in Diretta» su Rttr in cui il governatore illustra l’accordo siglato con il Patt, dichiarando al tempo stesso, prudentemente, che questo da solo non garantisce la vittoria, «che saranno in ogni caso gli elettori a determinare». Dichiarazione letta da Fratelli d’Italia come una rinuncia alla vittoria certa: «Raramente, per non dire mai, ho assistito ad un candidato di una coalizione che dichiara di essere consapevole di rischiare di perdere. Quando il presidente della provincia di Trento uscente Maurizio Fugatti — afferma Urzì — messa da parte una certa ormai eccessiva dose di alterigia, avrà interesse a confrontarsi con il primo partito italiano e trentino avrò occasione di dirgli che sono parse davvero imprudenti le sue dichiarazioni con cui, dopo avere rivendicato la scelta di ignorare Fratelli d’Italia, ha invece rivendicato quella di allargarsi esclusivamente al partito autonomista trentino tirolese, per poi dire: “Ma non vuole dire che vinciamo”».
FdI è determinante
Per Urzì lo schema di Fugatti è elettoralmente suicida. Mentre Fratelli d’Italia ha la presunzione di vincere le prossime elezioni provinciali», puntando a un altro schema.
«Quello di una coalizione larga e soprattutto condivisa». E Urzì aggiunge: «Il contrario dello schema proposto da Fugatti, una coalizione chiusa e blindata sul suo nome, sulla ristretta cerchia di fedelissimi alla sua esclusiva persona, con tanto di accordi personali e non di coalizione, a costo anche di perdere».
Urzì tenta di indebolire il fronte
Il commissario di Fratelli d’Italia, davanti alla decisione di Fugatti di convocare solo quelli che lo sostengono, cerca di indebolire il candidato presidente dichiarando che non tutti sarebbero d’accordo con lui. E il riferimento è a Sergio Divina, leghista ma anche storico avversario di Fugatti: «Dall’interno dello stesso partito di Fugatti si levano appelli ad un approccio con Fratelli d’Italia, il primo partito di governo nazionale e il primo partito, secondo i dati elettorali disponibili, anche in Trentino». E ancora: «Gli attuali alleati del presidente uscente hanno tutt’altro che la volontà di partecipare ad una esperienza elettorale perdente». Urzì si chiede: «Ma vorranno tutti gettarsi dalla rupe solo per cieca obbedienza?».
«Fugatti non ci vuole»
Il commissario di Fratelli d’Italia è quindi convinto che Fugatti abbia già deciso di correre da solo. Le indiscrezioni anticipate ieri dal «T» e confermate oggi dallo stesso Fugatti nell’intervista a fianco, che spiega come su mandato dei suoi alleati incontrerà tutte le forze che vogliono aderire alla coalizione, non lo rassicurano: «La convinzione di autosufficienza del blocco senza la componente trainante di Fratelli d’Italia in Trentino è destinata alla sconfitta. Ne prendiamo atto». E a margine, sulla critica al presunto «schema Fugatti», le dichiarazioni di due ex consiglieri provinciali della Lega, Claudio Civettini e Luca Paternoster: «Non possiamo condividere le posizioni dell’attuale commissario trentino della Lega Salvini, Diego Binelli, secondo cui per la guida del Trentino 2023 dopo Fugatti c’è solo Fugatti».
L’attacco sul caso Andrea Papi
Un attacco così diretto alla giunta Fugatti non era mai arrivato nemmeno dall’opposizione. Nessuno, forse solo gli animalisti più radicali, aveva accostato la tragica morte del giovane Andrea Papi alla gestione degli orsi messa in atto dal governatore. Il commissario Urzì lo ha fatto ieri attraverso un comunicato a parte: «Orsi e lupi: l’obiettivo è fare qualche cosa — scrive — esattamente quello che purtroppo prima della tragedia costata la vita ad Andrea Papi non è stato fatto, anche nel corso della attuale legislatura, su questo bisogna essere estremamente chiari».
il caso
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