L'iniziativa
giovedì 6 Giugno, 2024
di Gilberto Bonani
L’emergenza abitativa rimane un problema nelle valli turistiche. Il pubblico ha difficoltà a impostare politiche adeguate quindi si mobilita la società civile. L’ultima iniziativa, per ora in embrione, è quella di alcune persone di buona volontà, che propongono come strumento operativo la costituzione di una cooperativa. «Una casa per chi la usa» è il motto che guida i primi passi del progetto. «Stiamo assistendo allo spopolamento della valle a causa del costo a metro quadro troppo alto degli appartamenti. I giovani sono costretti, nel migliore dei casi, a traslocare in Val di Fiemme, se non ad abbandonare completante le valli dell’Avisio e trasferirsi altrove con perdita di identità del territorio. Ci sono dei precedenti nelle Dolomiti. Studi su Cortina D’Ampezzo parlano addirittura di un dimezzamento degli abitanti. La nostra valle è ancora viva e vitale e la vorremmo così anche in futuro».
La legge Gilmozzi, primo lodevole tentativo a livello Trentino di creare un argine al problema mitiga solo in parte il fenomeno. La strategia individuata cerca di conciliare la salvaguardia del territorio, di chi lo abita e lo mantiene, tutelando al tempo stesso chi vive di affittanze turistiche. «A parer nostro – spiega l’albergatoreLorenzo Galbusera – la legislazione delle cooperative fornisce il giusto compromesso tra le varie istanze». Si tratta, in prima battuta, di favorire l’incontro tra chi vuole affittare annualmente e chi è nato, ha studiato in valle nonché lavora ma non è sufficientemente abbiente per acquistare una casa. Importante è quindi creare garanzie per i proprietari che, pur rinunciando a parte del loro guadagno sul mercato turistico vogliono affittare a residenti. «Come obbiettivo di medio periodo – afferma Galbusera – bisognerà costituire un patrimonio immobiliare proprio, anche attraverso lasciti, per favorire a giovani locali contratti di affitto come prima casa a prezzi abbordabili. Infine è importante che l’ente pubblico maturi maggiore consapevolezza del problema per cambiare la situazione attuale».
L’effettiva applicazione della legge Gilmozzi con la costituzione di un «vincolo prima casa» su appartamenti ristrutturati o da ristrutturare, soprattutto nei centri storici, attraverso sgravi fiscali e facilitazioni da parte dei comuni potrebbe essere un passo importante. I promotori sono consapevoli della necessità di trovare risorse per sostenere l’iniziativa, per esempio con una quota associativa, contributi e lasciti testamentari. È importante creare un gruppo di soci che affianchi i nuovi inquilini oltre a stipulare un’assicurazione per dare vita a un sistema di garanzie dedicato ai proprietari di immobili. «Le cose da fare sono molte» conclude Galbusera. «Esiste già una scaletta ma è necessario trovare persone disponibili a dare vita all’iniziativa». La costituzione di una cooperativa si affianca a progetti che già si muovono in tal senso. Ricordiamo la ristrutturazione del vecchio Hotel Santa Giuliana di Vigo di Fassa diventato “My Sweet Home” per lavoratori stagionali. Anche l’assemblea degli albergatori Centro Fassa, con il progetto «Fassa 2040» punta al modello «15-45»: raggiungere cioè i 15mila residenti in Fassa per un tetto massimo di 45mila presenze turistiche simultanee. Questo significa offrire la possibilità di aprire a nuovi residenti e nello stesso tempo ridurre i picchi di presenze turistiche.