la protesta

sabato 11 Maggio, 2024

Levico, polemica sul corteo di auto storiche. Esercenti contrari: «L’evento porta solo fumo e rumore»

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Raccolte 52 firme contro il «Barber Day» di domenica 2 giugno. L’organizzatore: «Allarmi esagerati e non fondati»

Una levata di scudi in piena regola quella di 52 titolari di attività commerciali di Levico che hanno scritto una lettera consegnata ieri mattina in municipio, all’attenzione del sindaco Gianni Beretta e della giunta comunale, per dire un netto no al passaggio della carovana del «Barber Day» di domenica 2 giugno per le vie della cittadina termale.
Festa dei motori
Il «Barber Day» è il raduno di auto e moto storiche, speciali, originali, con un occhio di riguardo alle carrozzerie americane, organizzato dal vulcanico e appassionato Paolo Andreozzi, «Barber» per tutti, perché titolare di un salone di barbiere a Levico. Siamo alla 19esima edizione. Il raduno è nei pressi del Palazzetto dello sport di Borgo, poi la carovana allegra e rombante attraverserà Roncegno, Marter, Novaledo, Campiello, Levico, Pergine e farà il giro del Lago di Caldonazzo.
Rientro a Borgo e alle 13.30 concerto tributo a Elvis con il gruppo «Willian T & The Black 50′ S».
Il programma prevede, alle 14.30, la premiazione delle sei auto e sei moto più belle e della Lady Biker, poi ancora eventi, attrazioni e musica. Un totale di circa 300 mezzi e 450 persone coinvolte, provenienti da tutta Italia.
Le perplessità dei commercianti
Nella loro lettera al Comune, gli esercenti levicensi, molti dei quali fanno riferimento al Consorzio Levico InCentro, esprimono una ferma opposizione al parere positivo della giunta al transito degli appassionati del «Barber Day» per le vie centrali di Levico, ovvero via Regia, Via Dante, Corso Centrale. I commercianti lamentano di dover chiudere i negozi per almeno due ore, respirare fumi inquinanti, perché nuvole di polveri di monossido di carbonio vengono emesse da questi grandi e vecchi veicoli e di dover sopportare un rumore assordante. Una situazione poco compatibile con la festa dei fiori programmata proprio per quella domenica in centro. E agli antipodi, per loro, rispetto alla Bandiera Blu e Bandiera arancione che Levico può vantare e alla vocazione a città dove è piacevole vivere, tranquilla, verde, sostenibile, con il parco pubblico più grande della regione.
La replica di Paolo «Barber»
Il diretto interessato, l’organizzatore dell’evento, ci tiene a spiegare le proprie ragioni: «Mi sembrano allarmi esagerati: si tratta di mezz’ora di passaggio di veicoli in centro, Levico e il Comune hanno rivoluto la Levico-Vetriolo, corsa di motori in salita: non mi spiego la contrarietà al mio evento che riempie ristoranti e alberghi della zona in questo periodo. Il passaggio delle macchine anima Levico e permette ai 450 partecipanti di godere della bellezza del centro e apprezzarlo, per magari tornarci. Sfilare solo fuori dal centro sarebbe una perdita per tutti». Andreozzi ricorda anche come pure l’anno scorso ci fosse stato qualche problema: «Avevo il permesso del Comune e attendevo la raccomandata definitiva, ma a due giorni dall’evento mi hanno revocato l’autorizzazione a passare in centro. C’era sempre la festa dei fiori, ma purtroppo a Borgo anche quest’anno non avevano altre date disponibili per concedermi gli spazi, e questa sovrapposizione si è riproposta. Mi spiace che un evento che valorizza tutta la Valsugana venga contestato da qualcuno proprio nella mia Levico. Nella lettera di revoca del 2023 il Comune mi diceva che avrebbe dato lustro al “Barber Day” quest’anno. Quindi spero si possa procedere con il programma e la sfilata a Levico. Dopo quello di Lignano, il mio è il più grosso evento di questo tipo in Italia. Perché invece di opporsi, i commercianti non pensano a una bella iniziativa, ad esempio regalare un fiore a ogni “equipaggio” che sfila nel centro di Levico per il “Barber Day”, visto che c’è la festa dei fiori. La cortesia che chiedo al Comune e alla città non è per me, ma per i partecipanti, che poi diventano ospiti del nostro territorio, magari a Natale o Pasqua». Ora l’ultima parola al Comune.