Il caso
domenica 29 Gennaio, 2023
di Redazione
Ancora polemiche, e questa volta addirittura parole pesanti impregnate di omofobia, come «schifo» e «senso di disgusto», in merito al bacio gay che l’azienda per il turismo Valsugana Lagorai ha usato nella sua pagina Instagram – Visitvalsugana – come sorta di spot. Il video postato nei giorni scorsi è quello di due giovani (Marco Girardi e Simone Salton, 35 e 31 anni, sposati dal maggio scorso e residenti a Trento), che si baciano davanti ad un panorama mozzafiato. L’ex senatore del centrodestra Renzo Gubert, in una lettera all’Agenzia Opinione, ha criticato le dichiarazioni di Stefano Ravelli, direttore dell’Apt. «Nel mondo vi sono tanti gay e sono in crescita, far vedere come la Valsugana è un ambiente nel quale è del tutto normale vedere gay che si baciano in pubblico è utile per attrarre turisti, coloro che tale promozione apprezzano» scrive Gubert che a Ravelli vuol «far notare che il suo ragionamento non considera un altro effetto della propaganda gay da parte dell’Apt». E il politico insiste, senza freni: «Quanti sono gli individui che provano schifo nel vedere in pubblico abbracci e baci tra gay? Per questi il senso di disgusto associato al territorio della Valsugana si traduce in attrattività turistica?». Gubert, poi, come se non bastasse, ha da ridire anche sul termine sposati: «Vorrei evidenziare che qualificare come sposati i due gay che hanno prodotto il video è un errore, che porta ulteriore acqua all’idea della normalità dell’omosessualità». Perché, a suo dire, «due gay non possono sposarsi: la legge italiana consente che possano costituire un’unione civile. Sono quindi conviventi, compagni, ma non sposati»
A commentare a stretto giro Paolo Zanella, consigliere provinciale di Futura Trentino e già presidente di Arcigay del Trentino. Ha espresso solidarietà alla coppia di ragazzi e al presidente dell’Apt della Valsugana e dall’altro condannato le esternazioni di Renzo Gubert. Riportate in una nota e sul suo profilo social. «Gubert non è nuovo a pesanti esternazioni contro le persone LGBT+ – chiosa Zanella – Negli anni lo abbiamo sentito definire l’omosessualità come anormalità e come devianza da curare, raffrontare l’omosessualità alla zoofilia e definire l’amore tra due persone dello stesso sesso come un amore di serie zeta. Non è nuova nemmeno la sua ripugnanza verso le effusioni tra persone gay, così come la continua riproposizione della teoria del “contagio sociale” dell’omosessualità attraverso presunte azioni di propaganda». Per il consigliere provinciale Gubert ora «sfodera per l’ennesima volta tutta la sua omofobia – della quale si è sempre detto fiero – nell’attacco al direttore dell’Apt della Valsugana, reo di avere condiviso un video di due ragazzi gay che si baciano nel Lagorai. Gli ingredienti sono i soliti: omosessualità che sarebbe in crescita a causa della “propaganda gay”; lo schifo e il disgusto nel vedere un bacio tra due uomini; l’omosessualità come anormalità che non va “sdoganata”». Per Zanella «il vero schifo è l’omofobia che trasudano le parole reazionarie di Gubert, che vorrebbe tenerci ancorati a un modello di società del tutto anacronistico, dove ciò che è giusto lo stabilisce per tutti la sua morale cattolica integralista». Per il consigliere provinciale quelle usate da Gubert sono «parole d’odio gravissime, perché alimentano un insensato disprezzo verso una parte minoritaria della comunità, che – lui ne è la prova – ancora oggi è vittima di discriminazione. L’omofobia si diffonde per contagio, non di certo l’omosessualità e in questo persone come Gubert hanno una grossa responsabilità».
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