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venerdì 12 Maggio, 2023

L’ex general manager Trentinovolley Cormio: «Siamo sereni, vogliamo gara 5»

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Questa sera alle 20.30 Itas disputerà gara 4 contro Civitanova, potrebbe essere la partita decisiva per vincere lo scudetto
Alcuni giocatori del Trento Volley

Civitanova ha l’ultima opportunità per andare in gara-5. L’Itas Trentino, invece, vuole chiudere la pratica e tornare ad essere campione d’Italia a distanza di otto stagioni dall’ultima volta e a 15 anni dal primo, storico successo. In quella stagione, la 2007/2008, nella dirigenza trentina figurava Giuseppe Cormio, oggi invece direttore generale proprio della Lube.
Direttore, partiamo da gara-4: che sensazioni avete?
«Siamo sereni. Si tratta di una normale gara di una serie che ci vede impegnati da oltre un mese. Abbiamo fatto cinque partite sia ai quarti di finale che in semifinale e speriamo dunque di arrivarci anche in finale».
Fino ad oggi che serie è stata?
«All’esordio abbiamo giocato una discreta gara, mentre in casa abbiamo fatto ancora meglio. La prestazione peggiore è stata quella di gara-3, ma ci auguriamo che tornando nel nostro palazzetto le cose migliorino. Credo, comunque, che nel complesso Trento sia stata più equilibrata di noi».
Il netto 3-0 di gara-3 rischia di farsi sentire a livello mentale?
«Onestamente non saprei, a dirlo sarà il campo. Noi, in tutta onestà, siamo stati molto sfortunati perché nei primi minuti abbiamo perso un giocatore importante come Zaytsev su cui avevamo basato un cammino tattico lungo due mesi. Mancando lui ci siamo dovuti adattare ad alcune formule e schemi che non provavamo da diverso tempo. Mi auguro, comunque, che questi pochi allenamenti abbiano riportato la testa al posto giusto. Gara-3 è stata giocata male, ma il rammarico più grande è per come abbiamo mollato nel terzo set».
L’assenza di Zaytsev si farà sentire?
«È inevitabile. Con lui avevamo trovato un grande equilibrio e perderlo in corsa è un problema serio. Tuttavia credo che in campo si vada sempre sei contro sei e che quindi bisogna adattarsi agli infortuni. Sono cose che capitano ma sono sicuro che abbiamo le risorse per sopperire a questa mancanza, anche se non so se basterà perché Trento è davvero forte, forse più di noi, che invece siamo già molto soddisfatti di essere arrivati fino a questo punto».
Lei a Trento ha passato diversi anni e sa che clima si respira. In un’eventuale gara-5, la Blm Group Arena può fare la differenza?
«Onestamente credo di no, sono più cose per noi che guardiamo o voi che scrivete. I giocatori non vengono influenzati. Certo, avere il palazzetto pieno dà energia alla squadra di casa, ma in alcune occasioni può galvanizzare anche gli avversari. Anche se il risultato non viene condizionato, credo che qualche giocatore possa trarne vantaggio, ma vale anche per chi gioca in trasferta. La storia è piena di giocatori che più vengono “beccati” dal pubblico più si caricano. Comunque, pensando ai due anni della pandemia caratterizzati da palazzetti vuoti, è sempre un bene vedere tanti spettatori».
Quando era general manager dell’Itas Trentino ha portato in Italia Kaziyski, che a quasi 39 anni fa ancora la differenza. Se lo aspettava?
«Per quanto riguarda la longevità sono relativamente sorpreso, perché da una parte il suo modo di vivere lo sport faceva pensare a una carriera lunga, dall’altra pensavo staccasse prima la spina, perché qualche segnale di stanchezza c’era. Dal punto di vista fisico, invece, non mi stupisce, perché non ha mai avuto infortuni gravi.
Dal 2007 ad oggi come è cambiato Kaziyski?
«Quando è arrivato a Trento era già maturo e con un campionato russo in bacheca. È questo che lo differenzia da Nikolov, che invece ho portato a Civitanova molto giovane. Kaziyski era già bravo nel 2007, poi è cresciuto sempre di più, adattandosi anche a ruoli diversi grazie alla sua freddezza e alla sua serietà. Per me Matej è il numero uno in assoluto».
Di Trento che ricordo ha?
«Porto e porterò sempre nel cuore la gente e la città. Non c’è una cosa di Trento che non mi piaccia, è l’unico posto dove, quando torno, provo ancora delle grandi emozioni. L’ho sempre detto: se dopo quattro anni devo scucirmi lo scudetto dal petto, la cosa meno dolorosa è che sia Trento a metterselo addosso».