Mobilità

mercoledì 8 Novembre, 2023

Limite dei 30 all’ora a Trento: Gardolo e Clarina le prime circoscrizioni a partire

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Via a fine anno alla sperimentazione della nuova mobilità nei due sobborghi. Saranno i progetti pilota e verranno realizzati attraverso un percorso partecipato con i residenti. Franzoi: «Partiremo dalle aree vicine ai plessi scolastici», Facchin: «Con una nuova mobilità proponiamo un nuovo stile di vita»

Sembra strano parlare di accelerazione, quando il tema è quello delle zone 30, eppure è proprio così. Il Comune di Trento, infatti, a breve lancerà la sperimentazione nelle aree che sono state scelte come progetto pilota della nuova politica di viabilità, che sarà poi adottata nel resto del capoluogo: Clarina e Gardolo. Sono cinquanta in tutto le aree che saranno trasformate in zona 30 secondo quanto previsto dal Piano per la mobilità sostenibile (Pums) approvato in Comune. Come si vede dal grafico si tratta di ampie zone della parte centrale di Trento, del cuore dei sobborghi e delle frazioni decentrate, rimangono ovviamente fuori dal disegno le arterie ad alta percorrenza come la tangenziale, ma anche Corso Rosmini e via Brennero.

Le aree pilota
Tra fine anno e fino all’estate prossima. Questo l’orizzonte temporale che andrà ad interessare la nascita delle zone 30 a Gardolo e in Clarina. «Faremo un percorso partecipato, affiancandoci anche al servizio politiche giovanili, per andare a fare una prima proposta di zona 30 – spiega l’ingegnere Giuliano Franzoi, servizio mobilità e rigenerazione urbana del Comune di Trento – Prevederà opere rimovibili di urbanismo tattico». Il metodo sarà a cerchi concentrici, si partirà da un punto andando ad allargare progressivamente la zona 30. «Partiremo dai plessi scolastici di queste due aree, per poi andare a realizzare un intervento più strutturato che potrà fungere da modello pilota anche per le altre circoscrizioni». «Abbiamo aperto un dialogo anche con la circoscrizione di Mattarello ascoltando le loro esigenze e le loro aspettative» aggiunge l’assessore alla mobilità del comune di Trento Ezio Facchin.

Una prospettiva tutta nuova
In città ci sono già alcune zone con il limite dei 30 all’ora, la via davanti alla facoltà di lettere (via Tommaso Gar), quella davanti alle scuole De Gaspari (via Zandonai) e in Lungadige Leopardi, ma una zona 30 è una cosa ben diversa. «Significa ribaltare le priorità di mobilità nello spazio urbano, dando priorità a pedoni e biciclette» spiega Franzoi. «Zona 30 vuol dire un modo di essere, un modo di muoversi diverso – dice l’assessore alla mobilità di Trento, Ezio Facchin – Significa creare le condizioni per cui si possa creare una situazione di calma dal traffico che generi una vita più lenta e piacevole». Per questo motivo l’intervento delle zone 30 andrà oltre la semplice cartellonistica. «Il punto è quello di stendere un progetto con i migliori specialisti a disposizione per alzare il profilo delle scelte messe in campo dal Comune» spiega Facchin. Dall’esperienza dei progetti pilota si vuole costruire il modus operandi con cui andare poi a lavorare anche nelle altre circoscrizioni. «Se i responsi saranno positivi – conclude Franzoi – Ci aspettiamo di completare le zone 30 in tutta la città ben prima del termine del 2032 fissato dal Pums».

 

Le aree in cui si punterà con la zona a 30 Km/h

Fiab: «Fare presto»
Le parole di Franzoi saranno musica per le orecchie di Massimo Pegoretti e per tutto il resto del direttivo di Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) del Trentino. «È vitale implementare le zone 30 al più presto – dice Pegoretti – Il Pums ormai è stato deliberato da tempo, ci aspettiamo fatti e in tempi brevi. Anche perché bastano investimenti modesti per realizzarle». Investimenti che poi hanno, secondo Pegoretti, un ritorno significativo. «Nei comuni in cui sono state realizzate si sono ridotti drasticamente gli incidenti, e quindi anche il numero di feriti e di vittime. Quindi alla luce del terribile incidente di via Venezia è ancora più evidente che non è più accettabile che nei contesti urbani si possa raggiungere velocità devastanti, bisogna intervenire subito». Positiva la scelta di partire anche da un sobborgo. «Gardolo è uno di quei luoghi che soffre tantissimo di traffico passivo – dice Pegoretti – Sul paese si riversa una quantità di traffico anormale, riconducibile al solo transito, generando smog e disagi. I paesi hanno il diritto di diventare isole residenziali dove gli spazi sono dedicati alla vivibilità e non luoghi di inquinamento, rumore e pericolo». Secondo Pegoretti infine le zone 30 potrebbero essere un passaggio importante in una nuova politica di utilizzo della carreggiata. «Una volta rallentante le auto, si potrebbe riportare sulla strada le bici. In questo modo si andrebbe a risolvere la compressione di utenti deboli che al momento si vive sui marciapiedi, dove devono convivere pedoni, ciclisti e chi usa i monopattini». Possibilista sul tema Franzoi. «Non sono due aspetti necessariamente legati, ma è una possibilità che valuteremo».

Oltre le zone 30
Guarda ancora più avanti il consigliere comunale di Europa verde, e presidente della commissione ambiente, Andreas Fernandez, che aveva presentato una mozione per l’istituzione delle zone scolastiche. «Si tratta zona urbana, delimitata lungo le vie di accesso da appositi segnali di inizio e di fine, in prossimità delle scuole, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente – spiega Fernandez – Sarebbe un ulteriore passo nella giusta direzione».