Il dibattito

giovedì 6 Giugno, 2024

Lite alla Fersina, è polemica: la minoranza attacca, Valduga smorza i toni e Fugatti delega tutto all’ordine pubblico

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L’opposizione chiede di poter entrare nella struttura. Il presidente della Pat: «Sentite il prefetto»
Residenza Fersina

Appena avuta la notizia di un accoltellamento, con un ospite della Fersina in fin di vita, l’opposizione ha subito chiesto un’informativa alla giunta provinciale, da tenere davanti al Consiglio, convocato ieri per la tornata dei lavori di giugno. «Lo avevo scritto in un’interrogazione in gennaio che se la situazione dell’accoglienza in Trentino non fosse migliorata saremmo arrivati a questo punto», dice il dem Andrea de Bertolini. E tutto il suo gruppo è sul piede di guerra, pronto a mettere Fugatti davanti all’evidenza che «la sua politica sui migranti è criminogena».
Maurizio Fugatti però non dà soddisfazione ai consiglieri quando tratta il tema, limitandosi a un resoconto asettico di come si sono svolti i fatti. E in risposta alla richiesta delle minoranze che hanno presentato una risoluzione per chiedere di poter visitare la struttura (permesso sempre negato, ai consiglieri ma anche ai giornalisti che avanzano la richiesta da oltre due anni, ndr), Fugatti ha risposto laconico: «Chiedete al Commissariato del governo», che per l’ingresso in una struttura della Provincia, gestita dalla Provincia, avrebbe per il governatore voce in capitolo. «Questo fatto — argomenta però de Bertolini in Aula — ripropone una questione di primissima importanza, che abbiamo riportato di volta in volta quando si verificavano fatti di cronaca: questo modello di accoglienza, che prima era diffusa e ora è degenerata in concentrazione nel capoluogo — è criminogena. C’è un problema di sicurezza, ma non solo», riferendosi alle decisioni del centrodestra che ha smantellato i percorsi di integrazione». E pure Lucia Coppola di Avs punta il dito contro la giunta: «Avete smantellato l’accoglienza diffusa, quando era valutata positivamente anche dai sindaci, dalle stesse comunità che accoglievano i migranti», e cita un’indagine svolta dalla Diocesi trentina: «La maggioranza ha affermato che quella era un’esperienza positiva». Ma è Francesco Valduga di Campobase che smorza i toni, che spezza una lancia in favore della maggioranza: «Ho firmato anch’io la richiesta di informativa — ha affermata con pacatezza — ma non per fare un dibattito sul tema dell’accoglienza. Serve prima fare un approfondimento, avere più elementi». E sul fatto che le politiche sul tema messe in atto da Fugatti siano la causa di ciò che è accaduto, Valduga è prudente: «Può essere, vedremo». Sguardi sbigottiti da parte del gruppo del Pd, e qualcuno dei dem a margine dei lavori ironizzava: «Diciamo da anni che con queste politiche succede il fattaccio. Succede il fattaccio e non dobbiamo parlare di queste politiche?».
Le parole di Valduga sono apprezzate dal centrodestra: «Colgo le parole del consigliere Valduga, ci vorrebbe un approfondimento più articolato e preciso per poter parlare di questo tema», dice subito Mirko Bisesti. Anche se il capogruppo leghista entra nel merito e spiega che sono stati i trentini a bocciare l’accoglienza diffusa», sistema che «ha portato solo disagi», e che «servono i Centri per il rimpatrio, questa è la soluzione». Precisando poi che si tratta di «irregolari», sono loro che creano problemi. E su questo interviene nuovamente Lucia Coppla per ricordare che no: «Sono richiedenti asilo, migranti che hanno il diritto di essere accolti». E anche il dem Paolo Zanella interviene: «Sono richiedenti asilo, persone tutelate dal diritto internazionale, che sono di più dei posti messi a disposizione, e molti li lasciate dormire in strada. Se non fossero arrivati quelli del centro sociale Bruno in Provincia con delle donne incinte e con bambini — afferma il dem — non sareste intervenuti nemmeno per loro».
La risoluzione, molto critica sull’accoglienza per com’è gestita dalla giunta, è stata bocciata dalla maggioranza compatta, dichiarata «irricevibile» da tutti gli intervenuti del centrodestra. Anche Claudio Cia ha votato contro, apprezzando però che la minoranza abbia chiesto di poter visitare la struttura: «Se volete — ha chiuso all’indirizzo della minoranza — potreste anche chiedere il pernottamento».