Sport invernali

giovedì 16 Maggio, 2024

Lo sci trentino con 174 medaglie, Mellarini (Fisi): «Olimpiadi, solo qualche ritardo burocratico, saremo pronti per il test di febbraio»

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Il bilancio del Comitato trentino che conta 94 sci club affiliati

Per una stagione che si chiude, un’altra è in arrivo: al Comitato Trentino FISI non si parla mai di riposo, anzi si pensa già alla programmazione organizzativa della prossima annata sportiva auspicando viaggi sempre su numeri in continua crescita. Prima di pensare a ciò che sarà del domani, però, è bene fare un piccolo bilancio di ciò che è stato con il presidente Tiziano Mellarini, assieme ai coordinatori tecnici Giuseppe Sepp Chenetti e Matteo Guadagnini, rispettivamente i responsabili dell’area nordica e dello sci alpino: proprio il presidente Mellarini si è pronunciato nel ringraziare i 94 sci club che ogni anno lavorano e si impegnano per far sì che tutto fili per il meglio con i risultati, che al netto di tante parole, esprimono più di tutto il successo di un movimento che in Trentino raccoglie i propri frutti. Merito di chi sta in prima fila, «il nostro front-office sono gli allenatori e le società» spiega Mellarini, ma anche di chi sa gestire e rendere tutto questo realtà: quest’anno sono arrivati numeri che hanno confermato quanto di buono fatto in questi anni, con 174 medaglie tricolori e 65 titoli italiani, oltre ai risultati ottenuti dagli atleti in Coppa del Mondo. Da parte del Comitato Trentino Fisi non è mancato l’apporto nemmeno sotto l’aspetto organizzativo con la messa in opera di 223 manifestazioni condite da 912 gare, di cui 11 di Coppa del Mondo e 12 di Coppa Europa. Insomma, è un movimento in piena salute che vanta 7950 tesserati, di cui 125 atleti seguiti direttamente dallo staff della FISI Trentino composto da 28 allenatori. Per quanto riguarda lo sci alpino, come preannunciato, è Matteo Guadagnini a seguire il progetto legato alla crescita dei giovani su territorio trentino. Per lui una carriera da allenatore che non ha certo bisogno di presentazioni, nel quale ha lavorato con campioni del calibro di Simoncelli, Blardone, Schieppati sul fronte maschile, oltre a Goggia, Brignone e Bassino al femminile. Da qualche anno, una sfida tutta nuova lo ha visto protagonista in Trentino dove insegnare alle giovani leve come diventare dei futuri campioni, o quantomeno provarci: «Il fulcro del nostro lavoro è basato su tre punti fondamentali: motivazione, priorità e obiettivi. Per formare degli uomini, ancor prima che sportivi, bisogna avere delle idee chiare da trasmettere, delle priorità ben definite e concetti importanti sulla loro crescita da far apprendere, infine dare obiettivi ai ragazzi per dar loro la consapevolezza del lavoro e del percorso che si intende fare. È un concetto che va oltre l’essere sportivi, impatta anche sulla vita di tutti i giorni». Un progetto che non si può certo pensare di imbastire in pochi giorni, nel quale i frutti del proprio lavoro arrivano dopo diverso tempo. Serve una progettualità che riesca a guardare al futuro e Guadagnini, tutto questo, sembra averlo trovato in Trentino: «È un percorso lungo, non si ottengono certi risultati in un mese. Lo sci alpino è uno sport talvolta complicato perchè ci sono tante variabili. Da parte nostra, dobbiamo stare attenti ad ogni concetto ed ogni situazione che trasmettiamo ai ragazzi, il nostro obiettivo è quello di far crescere con calma i talenti cercando di spiegar loro, con molta chiarezza, ciò che devono fare. Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio importante dal punto di vista sciistico, dove i valori dello sport sono molto ben definiti. Il mio attaccamento al Trentino deriva anche da questo, per me è un piacere ed è una mia volontà quella di lavorare per un territorio così sano».
A coordinare l’area degli sport nordici, invece, c’è Giuseppe «Sepp» Chenetti che si occupa da tempo per il Trentino delle 12 discipline tra sport invernali ed estivi. Anche per lui un background in Nazionale Italiana prima di approdare al Comitato Trentino FISI, dove ha portato ventate di novità a partire dal progetto di collaborazione con la Guardia di Finanza di Predazzo: «La collaborazione con i gruppi militari è un’ottima opportunità per lavorare con persone che hanno a disposizione strutture idonee. Inoltre, ci permette di mantenere un gruppo compatto, fatto di coetanei ed atleti che si allenano assieme quotidianamente condividendo metodi, approcci e mentalità vincenti. È un percorso iniziato piano piano, che si è sviluppato nel tempo e che crescerà ancora. Mi auguro che in futuro sia una risorsa e una linea da seguire per crescere giovani talenti». Nella costruzione di un progetto vincente, però, non si possono non considerare alcuni ostacoli oggettivi che puntualmente emergono: «Una difficoltà oggettiva, e forse insuperabile, è la vastità del territorio. Avere degli atleti dislocati in varie zone comporta il fatto che devono essere seguiti in maniera quotidiana da diversi allenatori. Considero la figura dell’allenatore di casa molto importante nel far seguire determinate linee guida agli atleti. Facciamo il possibile per fare raduni dove ci si ritrova e ci si aggrega, ma la dispersione sul territorio a mio avviso crea alcune difficoltà. Un aspetto che può aiutare in questo senso è, senza dubbio, l’avere una visione unica di lavoro tra tutti gli addetti ai lavori, così da poter uniformare una sorta di metodo vincente».