l'incontro
martedì 8 Agosto, 2023
di Redazione
Una serata densa di stimoli, in cui Daniele Mencarelli ha ripercorso la sua vita di scrittore accompagnato dal giornalista Mauro Keller. Ad animare il dialogo anche Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo e Nicolas Bonet del Gruppo Giovani di Cavareno.
Un autore poliedrico, dalla poesia al premio Strega Giovani 2020 per il libro Tutto chiede salvezza (da cui è stata tratta l’omonima serie televisiva di Netflix, che tanto successo ha riscosso), editor per le serie tv targate RAI, ora in libreria con il romanzo “Fame d’aria”.
Lo scrittore si è mostrato senza remore con i suoi errori e le sue fragilità, raccontando con franchezza gli inciampi della gioventù, che non lo hanno annichilito, ma da cui ha saputo trarre linfa per la sua scrittura.
Una scrittura che vuole farsi testimone del reale in un momento storico del nostro Paese irto di difficoltà e di problemi, Mencarelli racconta le storie di chi non può farlo, portando la letteratura nei luoghi che solitamente non frequenta, dagli ospedali psichiatrici fin dentro la disabilità più grave. Storie autobiografiche le sue, perché la scrittura è «un gesto di reazione all’esistenza, in cui la parola è salvifica». L’artista è confuso e proteso come ogni persona nel cercare di diventare “qualcosa”, la differenza è che lo sa raccontare. In questo suo dire lo scrittore crea un gesto di incontro e relazione: la scrittura non è un atto compiuto in sé, ma finisce dentro l’altro, il lettore, che la riempie del suo immaginario e di un significato personale.
Salute mentale e problemi del neurosviluppo sono ancora argomenti tabù, che richiedono coraggio nell’essere affrontati, nonostante si sia di fronte a numeri importanti, che l’autore definisce “schizofrenia generazionale”: ci troviamo tra i poli opposti del negare le inquietudini o, al contrario, della fragilità che diventa conformismo. Negli ultimi 30 anni si è assistito ad una sostituzione linguistica in cui termini come paura, timore, preoccupazione, sono divenuti ansia, fobia e paranoia.
Ragazze e ragazzi parlano tra loro e parlano a sé utilizzando la terminologia clinica delle patologie, conformandosi ad una tendenza trasversale alla società. È la lingua dell’intrattenimento e della scienza che pervade l’odierna comunicazione e le relazioni, una lingua che non è in grado di intercettare le sensazioni e le emozioni dell’essere umano, che restano vacanti.
Mencarelli ha elogiato con entusiasmo il centro per la riabilitazione di adolescenti e adulti con autismo a Coredo, che ha visitato nel pomeriggio, affermando che con 700.000 famiglie con autismo in Italia dovrebbe essere un prototipo da replicare ovunque. L’incontro dello scrittore con l’autismo è avvenuto tramite il figlio, ormai sulla soglia della maggiore età, con il quale ha vissuto in prima persona il percorso a ostacoli della disabilità cognitiva. In prima persona ha anche conosciuto un Pietro (il padre protagonista del suo romanzo), «una storia feroce di povertà di cure».
Sottolinea l’autore che l’impatto dell’autismo in Italia, da oggi a trent’anni, sarà devastante: «la punta di un iceberg che nessuno vuole vedere», dove l’iniziativa del Terzo Settore tampona l’assenza dello Stato.