mercoledì 19 Ottobre, 2022
di Redazione
Stipulato tra le associazioni degli inquilini e quelle dei proprietari immobiliari, l’accordo definisce i valori minimi e massimi del canone mensile in euro per metro quadrato, a seconda della localizzazione e delle caratteristiche dell’immobile. In sostanza, il proprietario dell’immobile, a fronte della locazione a canone concordato (che stabilisce il valore minimo e il valore massimo dell’affitto), ottiene alcuni benefici fiscali (previsti dalla normativa statale con la legge 431/98): un’aliquota più che dimezzata (10% anziché 21% ) in caso di cedolare secca, e un imponibile nettamente ridotto (66,5% anziché 95%) dell’Irpef, questo sia per il locatore sia per il locatario (se beneficiario della detrazione Irpef).Inoltre il Comune di Riva del Garda offre un ulteriore incentivo, un bonus per ogni anno di locazione commisurato all’Imis, l’Imposta immobiliare semplice. Tutto questo per calmierare gli affitti e agevolare gli inquilini, i quali possono contare anch’essi su uno sgravio fiscale commisurato alla situazione reddituale. Ma soprattutto per contrastare il fenomeno degli alloggi sfitti.
L’ultimo aggiornamento dei Patti territoriali siglati nel 2003 per le locazioni di immobili a canone concordato nel Comune di Riva del Garda risale al 2006, quindi un nuovo aggiornamento si presentava ormai come necessario, vista l’evoluzione del mercato immobiliare e la trasformazione urbanistica della città. Le modifiche: sono state riviste le tre zone in cui è suddiviso il territorio comunale in relazione al nuovo assetto urbanistico ed edilizio, con l’individuazione per ogni zona di fasce di valori degli immobili a metro quadrato, così da renderle più coerenti all’attuale mercato privato delle locazioni. Il valore è stato concordato considerando esigenze dei proprietari e degli inquilini.
Il nuovo Accordo territoriale è stato presentato venerdì 14 ottobre nella sede dell’Uppi in via Scipio Sighele a Trento. Presenti Paola Piccioni (responsabile del Servizio istruzione e politiche sociali del Comune di Riva del Garda), Manuela Faggioni (Sunia, Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari), Marcello Condini (Federproprietà), Giampiero Cozzio (Uppi, Unione piccoli proprietari immobiliari del Trentino), Simone Cesana (Confappi, Confederazione piccola proprietà immobiliare) e la vicesindaca Silvia Betta.
«I valori non erano più adeguati ai tempi – ha spiegato la vicesindaca Betta – e come conseguenza sempre meno proprietari aderivano al canone concordato, visto che affittare stava diventando sempre meno conveniente. Questo non ce lo potevamo permettere: La grave carenza di alloggi, a fronte di una domanda in espansione, e l’estrema difficoltà a reperire alloggi a canoni sostenibili, causa anche la grande remunerazione della locazione turistica, richiedeva che si intervenisse. Il nuovo accordo, che ritengo abbia contemperato alle esigenze sia dei proprietari sia degli inquilini, ci aspettiamo dia impulso a un nuovo mercato locale delle locazioni sostenibile e a misura di famiglia. L’obiettivo è evitare che giovani coppie e famiglie siano costretti a emigrare nei Comuni limitrofi per trovare affitti adeguati alle loro possibilità, intercettando quindi anche la cosiddetta fascia grigia Itea. Inoltre come amministrazione comunale proseguiamo con un ulteriore incentivo, unico in Trentino, finanziando nel Bilancio comunale il Fondo comunale per la casa, che riconosce ai proprietari un bonus equivalente a uno sgravio sull’Imis. Nel 2021 gli iscritti nell’elenco del bonus comunale sono stati 61 per costo di circa 23.000 euro, con un trend in crescita che ci ha spinti ad aumentare l’importo a bilancio per il 2022 a 27.000 euro».
«Prossimamente – ha aggiunto la vicesindaca – realizzeremo una mappa interattiva, che sarà disponibile sul sito del Comune, dove gli interessati potranno risalire in modo semplice e rapido, per il proprio immobile, alla zona di suddivisione del territorio comunale».
«Ringrazio il rappresentante di Uppi, il dott. Giampiero Cozzio – ha concluso Silvia Betta – che ha fatto da capofila in questo processo di revisione, tutti i presenti rappresentanti delle categorie coinvolte nella nuova definizione degli accordi territoriali e gli uffici comunali delle politiche sociali e dell’urbanistica ed edilizia».