il racconto
martedì 7 Gennaio, 2025
di Simone Casciano
Un amore che vale una piccola Odissea. È quello tra Giuseppe De Nicolo e il Trentino, in particolare il Vioz e la valle di Pejo, in cui ha lavorato durante le feste per poi mettersi in viaggio e tornare al suo paese Terlizzi, in Puglia, senza sapere che si sarebbe ritrovato con le valige in mano sulla tangenziale alla periferia di Bologna, dopo che l’autista del Flixbus con cui stava viaggiando lo aveva fatto scendere in malo modo. «Sicuramente è un’esperienza che non auguro a nessuno – racconta De Nicolo – Ma mi ha permesso di mettere in pratica quella resilienza che ci insegnano a scuola.
Non mi sono perso d’animo, ho raggiunto la stazione di Bologna e sono riuscito a tornare a casa. Ora però vorrei che chi ha sbagliato lo riconoscesse».
Un pugliese montanaro
Per capire quanto successo bisogna prima comprendere cosa ci faceva un diciannovenne della Puglia in Trentino. «Sono un grande appassionato di montagna – racconta De Nicolo – Mi piace sciare, fare trekking, tutto». E infatti i suoi profili social sono ricchi di foto scattate sulle cime del Trentino o sulle piste. «Nel 2021 sono venuto in Val di Pejo per una vacanza con la mia famiglia e me ne sono innamorato». E allora al giovane, allora sedicenne, viene una «pazza» idea: tornare a lavorare in quella valle in cui si era trovato così bene. «Ho mandato la mia candidatura all’Hotel Vioz e loro mi hanno preso sul serio. Erano un po’ stupiti da un giovane che voleva spostarsi di mille chilometri dal suo paese per lavorare, ma dopo aver parlato con me e con i miei genitori hanno capito quanto fossi determinato». Così, a giugno 2022, De Nicolo è tornato a Pejo per la seconda volta, la prima da lavoratore. «Da quel momento ho fatto lì tutte le estati, 2022, 23 e 24. Quando avevo tempo libero mi divertivo a salire in cima al Vioz e anche con un buon tempo: un’ora e cinquanta minuti». De Nicolo torna a lavorare all’hotel anche d’inverno, «ma solo durante il periodo delle feste, perché poi devo andare a scuola», e così aveva fatto anche quest’anno.
L’odissea di Giuseppe
Quando è arrivato il momento di tornare sono cominciati i problemi. «Ho preso il treno da Mezzana sabato e sono arrivato a Trento alle 19 e 10. Avevo poi fatto un biglietto Flixbus per l’intera tratta fino a Bari. Il mio autobus per Bologna delle 20.15 però aveva un ritardo di 100 minuti a causa delle code sull’autostrada. Nel frattempo alle 19.50 era arrivato un altro Flixbus, quello delle 18.50, per Bologna. Con l’assenso dell’autista sono salito in modo da non perdere la mia coincidenza a Bologna per Bari delle 23.30». E fino a qui tutto bene. «Quando a Bologna mi sono presentato davanti al mio Flixbus però c’è stato un problema con il mio biglietto. I due autisti mi hanno detto che a loro non risultavo sulla corsa. Io però avevo pagato e ho fatto vedere tutto: biglietto, addebito sul conto e ricevute via mail. Ho provato anche a contattare il servizio clienti, ma sabato notte non è disponibile». Gli autisti decidono di fare salire il giovane mentre contattano un numero interno e qui arriva il problema. «Il bus era già partito. Un autista arriva e mi dice che non dovevo essere su quella corsa, che il mio biglietto non esiste e di dire grazie se mi facevano restare sul pullman. A questo punto mi sono risentito, perché io avevo pagato eccome e ho detto che se la pensavano così potevamo chiamare i carabinieri e vedere chi aveva ragione». Per tutta risposta l’autista ha fatto fermare il collega che stava guidando e intimato al giovane di scendere a una stazione di servizio sulla tangenziale alla periferia di Bologna. «Ero un po’ turbato, da solo in mezzo al nulla, ma non mi sono perso d’animo. Ho preso un taxi e sono arrivato in stazione. Lì sono stato fortunato perché sono riuscito a prendere l’intercity per Molfetta appena in tempo. Sul treno ho incontrato alcuni agenti della polizia ferroviaria che mi hanno confermato quanto fosse sbagliato quello che mi era successo».
«Aspetto delle scuse»
Nel suo futuro imminente Giuseppe De Nicolo ora si aspetta un intervento di Flixbus. «Direttamente non mi hanno ancora contattato. Del rimborso mi importa meno, sarebbero più importanti delle scuse. La questione economica va in secondo piano rispetto al fattore umano». Nel suo futuro poi c sarà ancora il Trentino. «Ora devo finire la maturità e poi si vedrà. Voglio fare l’università, magari proprio in Trentino. Me ne hanno parlato bene». Le sue montagne, sono qua che lo aspettano.