l'intervista
giovedì 22 Dicembre, 2022
di Francesca Dal Rì
Con la consegna della fascia tricolore lo scorso 23 novembre l’ex questore di Trento Alberto Francini ha preso in mano le redini del Comune di Lona-Lases. A un mese dal suo insediamento il commissario ha le idee chiare su come cambiare le sorti del paese che nessuno vuole governare.
Di cosa si è occupato in questo primo mese?
«Ho incontrato tantissime persone. Innanzitutto i sindaci della Valle con cui avevo già instaurato un ottimo rapporto quando ero questore. Poi ho incontrato il parroco, l’associazione pensionati, il Coordinamento lavoro porfido (Clp). Domani (oggi per chi legge, ndr) vedrò i bambini della scuola elementare: a gennaio vorrei organizzare per loro una giornata di primo soccorso. Vorrei conoscere anche le loro famiglie. L’obiettivo è cercare di rivitalizzare tutte le energia che un piccolo Comune può avere. Dobbiamo dircelo: il paese è piuttosto fermo. Bisogna rimettere in moto un motore che è rimasto fuori uso per quasi due anni».
Qual è oggi la criticità principale a Lona-Lases?
«Direi che sono soprattutto due. La prima è la mancanza di una struttura comunale articolata. In totale abbiamo quattro impiegati più il segretario comunale: basta che uno di loro si assenti per malattia o ferie che la struttura va in sofferenza».
Il precedente commissario Federico Secchi aveva garantito che la situazione fosse tornata alla normalità dopo l’assunzione di un geometra e un tecnico contabile.
«Avere un geometra e un ragioniere è già tanto per un Comune di 800 anime. Ma come tutti i Comuni piccoli, il municipio rimane fragile fisiologicamente. Comuni così oggi non hanno più ragione di esistere».
Nel 2015 si tenne un referendum consultivo per la fusione con Albiano ma il 65 per cento dei cittadini di Lona Lases si disse contrario.
«Mi rendo conto che è difficile perché entrano in gioco i campanilismi. Si tratta di decisioni di carattere politico e io non mi permetto di fare una valutazione del genere. Il mio è solo un parere tecnico: non è più il tempo per Comuni di queste dimensioni».
La seconda criticità qual è?
«L’assenza di un servizio di polizia municipale: mi sembra assurdo che in tutta la Valle non ci siano poliziotti».
Come interverrà?
«Ne ho già parlato in maniera informale a cena con gli altri sei sindaci della Val di Cembra e in linea di principio sono tutti d’accordo. Il tema vero sono i fondi a disposizione. Ne parlerò sicuramente in Provincia ma la proposta andrà formulata a livello di Comunità di valle».
Qual è la proposta?
«Assumere attraverso la gestione associata almeno quattro vigili urbani per avere sempre una pattuglia su strada. Poi decideremo se dovranno girare per la valle o lavorare in specifiche zone in base ai giorni della settimana. Capisco che sia un costo, ma mettendoci assieme possiamo farcela».
L’ultima sentenza del processo Perfido ha stabilito un risarcimento di 150 mila euro per il Comune in quanto parte civile. Come userebbe quei soldi?
«Ho più di una perplessità sul fatto che quel risarcimento arriverà mai. In ogni caso servirebbe a mettere in campo azioni per stimolare la cittadinanza. Si potrebbe poi incentivare l’aspetto turistico del territorio a partire dal lago, soprattutto in vista dell’esaurimento degli affari legati alle cave. Servirebbe qualche rotonda, un autovelox».
La scorsa settimana il consigliere provinciale Alex Marini ha proposto senza successo alla Giunta di avvalersi di facilitatori per attivare un processo partecipato all’interno della comunità di Lona-Lases. Cosa ne pensa?
«È una proposta molto intelligente che mi trova d’accordo. Se qualcuno volesse venire a darmi una mano ne sarei ben contento. Per il momento però credo di poter essere utile anche io».
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