la storia

mercoledì 1 Marzo, 2023

Loredana, pioniera dei computer convertita ai libri. «Da piccola mio padre, prima di andare a letto, mi leggeva trattati di fisica»

di

Dalla val di Fiemme alla Alla Piaggio aeronautica. Dai terminali ha contribuito allo sviluppo dell’informatica. «Da piccola mio padre, prima di andare a letto, non mi leggeva le favole, ma libri di matematica, trattati di fisica»

È l’avvincente trama di un film. La sorprendente storia di una donna, tenace e brillante, che ha contribuito allo sviluppo informatico di aziende italiane, tra le più importanti sul panorama internazionale, quando il termine «informatica» ancora non esisteva. Questa è la storia di Loredana Reppucci.
«Papà mi leggeva i trattati di fisica»
Loredana nasce a Tivoli nel 1937 ma solo qualche anno dopo, insieme alla famiglia, lascia la «Tibur Superbum» per trasferirsi a Cavalese, in Val di Fiemme, dove già viveva la zia materna. Ha una grande passione per la scrittura e lo dimostra fin da bambina, passando i pomeriggi a scrivere racconti e poesie. Per frequentare il liceo classico si trasferisce poi a Trento, al collegio Notre Dame de Sion, insieme all’inseparabile cugina con la quale, a causa di un’eccessiva «vivacità», viene allontanata temporaneamente dal convitto. Quando, dopo il diploma, tutti si aspettano che prosegua gli studi in ambito letterario, lei si iscrive invece alla Facoltà di matematica e fisica dell’Università di Modena: «Da piccola mio padre, prima di andare a letto, non mi leggeva le favole, ma libri di matematica, trattati di fisica…mi parlava di questa grande energia che muove tutto, e io ne ero affascinata e incuriosita. Quando mi ritrovai a pensare alle prospettive di lavoro capii che studiare matematica e fisica mi avrebbe dato l’opportunità di intraprendere una professione stimolante, la possibilità di creare e innovare».
L’approdo in Olivetti
Un paio d’anni dopo la laurea Loredana si trova in un bar di Tesero insieme al suo fidanzato; è seduta al tavolo e sul giornale davanti a lei, seminascosto dalla macchia circolare di un bicchiere di vino, trova un annuncio: «Cercasi personale per lavorare al Computer Olivetti». Loredana non ci pensa due volte, scrive e si presenta al colloquio: «Cosa ne pensa di Manzoni?», le chiedono. Loredana è stupita, «cosa c’entra Manzoni con il computer?». Ma è la sua risposta a sorprendere davvero: «Manzoni scrittore? Beh è uno che ha passato dieci anni in Toscana per imparare l’Italiano e, nonostante avesse trovato una trama ispiratrice, ha impiegato vent’anni per scrivere il suo miglior romanzo…io in vent’anni ne avrei scritti almeno venti!». L’interlocutore scoppia a ridere ma l’analisi schietta e inaspettata di Loredana non passa inosservata e poco dopo arriva la lettera d’assunzione.
Incarico alla Piaggio
Il suo primo incarico è presso la Piaggio Aeronautica per la progettazione di aerei, in particolare sull’Executive PD 808 Piaggio Douglas. Qui Loredana il computer lo vive da dentro; quella che oggi si chiamerebbe «memoria» è in verità un nastro sul quale vengono punzecchiate parole e numeri con il rischio che un temporale faccia saltare la corrente e tutto si cancelli. La «consolle» per digitare i dati è grande diversi metri e lo spazio occupato dalla macchina è quello di un’intera stanza: «Ho lavorato a calcoli importanti in quegli anni, si trattava di trovare formule che risolvessero possibili problematiche del velivolo. Noi trovavamo le formule e le “insegnavamo” alla macchina». Quando Loredana trova la formula per evitare che l’ala dell’aereo possa staccarsi in volo viene invitata a Roma per presentare il suo lavoro ma al termine della sua esposizione le parole del luminare sono tutt’altro che brillanti: «Se ci è riuscita lei, signorina, sicuramente ci sarà già arrivato qualcun altro». Loredana non è nuova a certi commenti, più volte si è sentita accusare di sottrarre il lavoro a meritevoli padri di famiglia. Non si spaventa e non si agita, combatte l’ostruzionismo a suon di formule matematiche. Quando qualcuno mette in dubbio la sua preparazione lei li mette davanti ad equazioni impossibili divertendosi nel vederli annaspare…
Informatica e industria
Dopo qualche anno, durante una trasferta premio all’estero, le viene proposto un nuovo impiego, si tratta del controllo informatico del processo industriale: «Si trattava dell’applicazione più recente e appetita, il process control che sarebbe stato applicato alla cementeria di Italcementi a Rezzato». Loredana accetta. Lavora su computer che costano anche trenta milioni che hanno la capacità di calcolo più limitata di una comune calcolatrice di oggi. Ma lo sviluppo della macchina è continuo e veloce; nel giro di pochi anni le funzioni del computer crescono a livello esponenziale e con esso anche la carriera di Loredana: «Nel giro di breve tempo avevo avuto un notevole avanzamento di carriera, ma sapevo che non avrei mai potuto ricoprire un ruolo manageriale, nessun uomo all’epoca avrebbe accettato di essere diretto da una donna». Loredana capisce che il computer si può «dominare» e che con le giuste intuizioni i campi di applicazione possono essere illimitati. Ed è proprio una giusta intuizione che spinge Loredana ad intraprendere la carriera da freelance: «Ho iniziato prima come partner freelance di Ibm nella gestione di piccole aziende manifatturiere che iniziavano ad informatizzarsi, poi scoprii, quasi per caso, una falla di sistema nella gestione delle ricette farmaceutiche e creai un programma in grado di risolvere il problema». Da qui la mole di lavoro e lo sviluppo della società appena avviata non fa che aumentare: Loredana assume personale, apre tre sedi, realizza il primo progetto in Italia di Analisi della spesa sanitaria nazionale e diventa consulente del ministero della Salute dedicandosi a progetti innovativi molti dei quali ancora in essere. Tutto questo fino ai primi anni del 2000, fino a quando, cioè, la passione per la scrittura non torna a bussare.
I libri
È il 2007 quando esce il suo primo romanzo «Pueblo Blanco» e a solo un anno di distanza pubblica il secondo «Il Profumo della Mirra» una travolgente storia d’amore tra due persone di etnie diverse. Ottengono entrambi un ottimo successo di pubblico tanto che con l’esaurimento della prime copie, Loredana procede ad una riedizione rivista e corretta. Ma è con il suo terzo lavoro che Loredana arriva a una sorta di chiusura del cerchio: nel 2010 pubblica il suo primo thriller a sfondo scientifico «Intrigo inquietante». Al centro della trama la questione della fusione nucleare a freddo che negli anni ’80 venne studiata anche in Italia all’Enea di Frascati quando presidente era Carlo Rubbia, Nobel per la fisica. La prefazione dell’opera è a cura di Antonella De Ninno, ricercatrice all’Enea che insieme a Rubbia curò proprio la sperimentazione sulla fusione a freddo. Da questo momento l’attività letteraria di Loredana si arricchisce non solo degli studi e delle indagini in ambito scientifico ma di una chiara intenzione, quella di stimolare il lettore ad un’attenta riflessione in merito all’impiego della scienza che troppo spesso, nella realtà, così come di riflesso nei suoi thriller, insegue obiettivi tutt’altro che etici come il controllo del potere o della ricchezza da parte di pochi, anziché la risoluzione delle più grandi problematiche dell’umanità. Opere di denuncia, quindi, dove spesso, Loredana arriva a prevedere le peggiori conseguenze. Come nel caso di «E se domani una farfalla» scritto a quattro mani proprio con la ricercatrice Antonella De Ninno dove la trama indaga la pericolosità di onde magnetiche emesse da particolari antenne situate nell’Artico che, una volta catturate e dirette su determinati obiettivi possono arrivare a scatenare sismi, tsunami facendoli sembrare eventi naturali.
Tra pubblicazioni e premio
Sono dodici i libri che Loredana ha scritto in poco meno di quindici anni: a quanto pare non andò molto lontano dal vero il giorno in cui affermò che lei in vent’anni ne avrebbe scritti venti di romanzi. Loredana, che da molti anni è entrata a far parte della PEN International Retoromancia di Lugano e dell’Associazione Scrittori di Bolzano, è anche l’ideatrice del Concorso Letterario internazionale «Il Carro delle Muse», un’iniziativa nata in Val di Fiemme, dove è tornata a vivere, per incoraggiare le donne a condividere le loro creazioni letterarie o poetiche troppo spesso dimenticate all’interno di qualche remoto cassetto.