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martedì 1 Agosto, 2023

Lorenzo Naidon, il decatleta che ha superato la soglia degli 8mila punti: «Ora sogno le Olimpiadi del 2024»

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È il quarto atleta nella storia italiana del decathlon ad aver ottenuto questo risultato grazie a cinque record personali tra 100 metri, salto in lungo, 400, salto con l’asta e giavellotto

La grande rivelazione dei campionati italiani di atletica leggera a Molfetta viene da Trento, è un classe 1999, si chiama Lorenzo Naidon. Specialità, decathlon. La disciplina che più di tutte unisce l’essenza dello sport più nobile e antico in assoluto, l’atletica. Il 24enne trentino al termine della due giorni di gare è diventato il quarto atleta italiano nella storia del decathlon a superare quota 8.000 punti, raggiunti grazie a ben cinque record personali ottenuti tra 100 metri, salto in lungo, 400, salto con l’asta e lancio del giavellotto. Ma per completare il quadro delle sue performance, Lorenzo ha ben figurato anche nel lancio del peso, nel salto in alto, nei 110 ostacoli e nei 1.500 metri. Insomma, anche il semplice elenco delle prove rende l’idea di quanto sia sfidante doversi confrontare con discipline così diverse. Dopo il successo tricolore, ora Naidon, atleta dell’US Quercia cresciuto con il mito dei cestisti LeBron James e Kobe Bryant e che a Trento studia Ingegneria per l’ambiente e il territorio, sogna in grande: l’Europeo di Roma e, perché no, l’Olimpiade di Parigi 2024.
Partiamo dall’analisi di quanto compiuto negli ultimi giorni a Molfetta: è rimasto sorpreso dai suoi stessi risultati?
«Sono state davvero belle giornate. Mi sono reso protagonista di quello che definirei “un decathlon come si deve”. Sono stato consistente, non ho bucato nessuna gara, ho messo in fila una dietro l’altra tante buone prestazioni, riuscendo anche ad aggiornare alcuni dei miei record personali all’interno delle dieci gare. Ho giocato al meglio le mie carte, senza forzare ma con grande consapevolezza: non è stata una giornata fortunata insomma, ma il frutto di tanto lavoro quotidiano che ha ripagato alla grande. Me la sono proprio goduta questa gara».
E dire che invece pochi giorni prima dei campionati assoluti aveva avuto un problema alla schiena…
«Ero stato fermo un paio di giorni a seguito di una brutta caduta, sì. Avevo paura di portarmi dietro un po’ di acciacchi in pista, e invece paradossalmente forse questo piccolo inconveniente a poche ore dalla gara mi ha tolto pressione e mi ha fatto arrivare con un approccio più tranquillo, con la testa libera da troppi pensieri. Una volta che è cominciata la gara poi mi sentivo bene, non ho guardato troppo i tempi e le misure, non ho fatto calcoli, ho provato a concentrarmi e dare il massimo su una gara alla volta».
Di quale risultato in questi due giorni a Molfetta si sente più orgoglioso?
«Senza il minimo dubbio i 5,20 metri nel salto con l’asta: sapevo di poter valere quella misura ma riuscire a mettere quella performance nello sviluppo della gara è stato pazzesco. In più era un po’ un riscatto, visto che l’infortunio alla schiena me l’ero procurato proprio con l’asta. Raggiungere quel risultato all’ottava gara del decathlon mi ha dato la consapevolezza che stavo davvero facendo qualcosa di importante».
Il decathlon è un mondo davvero variegato: qual è tra le 10 discipline quella in cui si sente più forte?
«Io “nasco” con il salto in alto nell’atletica, ma nonostante le qualità tecniche è una disciplina in cui oggi faccio più fatica, perché per riuscire a migliorare le mie performance complessivamente sono cresciuto di peso e di massa e questo non aiuta ad andare in alto. Per le mie caratteristiche il mio punto forte oggi sono gli ostacoli: è la disciplina in cui spesso prendo più vantaggio e in cui complessivamente mi sento più performante in valore assoluto».
Quanto è difficile trovare il giusto equilibrio per essere pronti ad affrontare gare così diverse?
«Ogni giorno è una sfida: nel mio percorso non posso non ringraziare il mio allenatore Alberto Faifer e il preparatore Luca Giordani che mi segue in particolare nell’asta e nella preparazione atletica. Fu proprio Alberto, nel 2017, a convincermi a seguire la strada del decathlon, mettendomi però in guardia sul fatto che sarebbe stato un percorso lungo e pieno di momenti difficili. È vero, i sacrifici sono tanti e non sono mancate le difficoltà. Una vittoria come quella che ho appena ottenuto però mi dà grande soddisfazione e carica».
E ora quali sono i suoi prossimi appuntamenti all’orizzonte?
«L’obiettivo è quello di provare a qualificarmi agli Europei di Roma del prossimo anno: non sarà facile, non ho ancora ottenuto il punteggio minimo della qualificazione e devo guadagnare un po’ di posizioni nel ranking. E poi lo ammetto, il punteggio sopra gli 8000 mi ha dato grande fiducia per puntare in grande: le Olimpiadi di Parigi sarebbero un sogno che si avvera».