la storia
venerdì 31 Gennaio, 2025
di Matteo Malfer
«Quando scio, provo una sensazione di libertà e felicità incredibile, come se fossi completamente connesso alla montagna e al momento. Vincere poi, è una gioia immensa, un mix di orgoglio e soddisfazione per il duro lavoro e i sacrifici fatti».
Sono queste le emozioni che ci descrive Luca Loranzi, diciassettenne di Vigo Rendena, grande appassionato di sport all’aperto, amante del motocross, del ciclismo e del freeride, ma soprattutto atleta di sci alpino, già campione italiano nelle categorie ragazzi e allievi e recente vincitore di tre ori (in super G, slalom parallelo e combinata) e un argento (in gigante) ai Campionati Mondiali di sci alpino per atleti sordi, andati in scena dall’08 al 14 gennaio nella località slovacca di Jasna.
Luca, portacolori dello Sporting Campiglio e dello Scialis Asd Aps, società che fa capo alla Fssi, Federazione Sport Silenziosi Italiana, si è distinto ancora una volta per classe e determinazione, riuscendo a competere e battere atleti provenienti da tutto il mondo e spesso ben più esperti.
Luca, come è nata la sua passione per lo sci?
«Ho iniziato a sciare sin da piccolo ed è subito diventata una grande passione. Nella mia famiglia tutti praticano questo sport e anche per questo, fin da bambino andavamo spesso in montagna. Da allora non ho più smesso».
In che tipologia di gare compete?
«Principalmente in gare di slalom e slalom gigante ma mi cimento anche in altre discipline. Nelle gare non si possono usare apparecchi acustici quindi il silenzio è assoluto, non si sente nessun rumore. Grazie alla Fssi (Federazione Sport Sordi Italia) che è l’organizzazione che supporta gli atleti sordi, ho conosciuto molte persone e condiviso esperienze indimenticabili».
La sua sordità ha influenzato l’approccio agli allenamenti e alle competizioni?
«Non avevo problemi di udito quando ho iniziato a sciare da bambino. Il mio udito è peggiorato negli anni ma non mi ha impedito la pratica di questo sport e non ha nemmeno influenzato particolarmente i miei allenamenti e le mie gare. Mi sono sempre adattato alla situazione, trovando modi per comunicare efficacemente con i miei allenatori e concentrandomi sui miei obiettivi».
Quali sono le principali sfide che deve affrontare in gara?
«Una delle sfide principali è l’adattamento alle condizioni della pista e del meteo che possono cambiare rapidamente. Inoltre, è sempre importante mantenere un alto livello di concentrazione per tutta la durata della gara, indipendentemente dalla pressione del momento”;
Ha sviluppato strategie particolari che utilizza?
«Sì, visualizzo sempre il tracciato prima della gara, immaginando ogni curva e pianificando come affrontarla al meglio. Questo mi aiuta ad essere preparato anche mentalmente. Nella combinata di Jasna, che ritengo essere stata anche la mia vittoria più bella, questa strategia mi ha aiutato molto. Dopo il super G mi trovavo in seconda posizione ma con una grande manche di slalom sono poi riuscito a vincere».
Come si svolge una sua giornata tipo?
«La mia giornata, solitamente, inizia presto. La mattina la dedico agli allenamenti, sia in pista che in palestra. Dopo pranzo, invece, mi concentro sullo studio e frequento le lezioni online dato che il Liceo Scientifico Sportivo Toniolo di Bolzano mi permette di avere questa flessibilità. La sera, poi, cerco di rilassarmi prima di andare a dormire ad un orario da vero sportivo per essere pronto ad affrontare le sfide del giorno successivo».
Come riesce a conciliare studio e sport?
«Durante gli anni delle elementari e delle medie è stato piuttosto difficile. Spesso le scuole tradizionali non offrono un adeguato supporto a chi ha un doppio impegno, così come è successo a me. Ora, grazie al Liceo Toniolo di Bolzano, che mi consente di conciliare al meglio i miei impegni scolastici e sportivi, riesco a concentrare lo studio principalmente fuori stagione ovvero nei mesi estivi, recuperando poi gli appuntamenti arretrati durante i mesi più tranquilli. Durante le competizioni seguo le lezioni online e studio a distanza, riuscendo così a gestire al meglio il mio tempo».
Quanto è stato importante il supporto della sua famiglia e degli allenatori nel suo percorso fino ad ora?
«La mia passione per questo sport è fiorita anche grazie a mio nonno ma in generale il supporto della mia famiglia, degli sponsor e degli allenatori è stato essenziale, da sempre. Mi sostengono in tutto e per tutto e senza di loro non sarei riuscito a raggiungere i risultati che ho fino ad ora ottenuto. Sono estremamente grato per la loro presenza costante».
Obiettivi futuri?
«Dopo queste Deaflympics, l’asticella si alza ancora di più. Il mio obiettivo principale è quello di arrivare a competere in Coppa del Mondo, al massimo livello possibile, portando in alto i colori dell’Italia. Voglio dimostrare che con impegno, dedizione e passione si possono raggiungere grandi traguardi».