Ricerca
domenica 11 Dicembre, 2022
di Mario Pizzini
Luca Tosi, originario di Mantova e laureato all’Università di Trento in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni, ha vinto un prestigioso premio (solo 5 ne sono stati consegnati in tutto il mondo) a cui è associata una borsa di studio di cinquemila euro, erogata dall’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), ossia la più grande organizzazione tecnico-professionale al mondo dedicata allo sviluppo di tecnologie. L’attività di ricerca sarà svolta all’interno del gruppo ELEDIA@UniTN, coordinato dal professore Paolo Rocca, docente di Campi Elettromagnetici al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento. Il progetto riguarda l’utilizzo di tecnologie quantistiche avanzate per sviluppare sistemi innovativi per radar e comunicazioni wireless.
Luca Tosi, ci racconti qual è stato il suo percorso di studi.
Alle superiori ho frequentato un Istituto tecnico, indirizzo informatica e telecomunicazioni. Mi sono iscritto alla triennale a Trento in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni, per poi proseguire con una laurea magistrale, anch’essa in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni. Ho scelto il percorso di studio “Wireless e Networking” che si occupa di tecnologie wireless, radar e reti di telecomunicazioni. Mi sono laureato il 19 ottobre 2022 e ho da poco iniziato un percorso di dottorato di ricerca nel Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica.
Ci può spiegare in che cosa consiste il premio da Lei vinto?
Il premio consiste in una borsa di studio dal valore di cinquemila euro, finalizzata a promuovere la ricerca nell’ambito delle tecnologie quantistiche. L’obiettivo del mio progetto è quello di usare computer quantistici per risolvere problemi legati all’elettromagnetismo.
Ci potrebbe dare qualche informazione in più sul progetto di ricerca? Di cosa si occuperà?
Utilizzare computer quantistici per effettuare diagnosi elettromagnetiche, diagnosi estremamente precise che però non compromettono in alcun modo l’oggetto da diagnosticare, e progettazioni di sistemi di antenna complessi. La risoluzione di questi problemi richiede l’utilizzo di sofisticati algoritmi, difficili da gestire con i computer tradizionali. I computer quantistici, invece, hanno una maggior efficienza.
Come si è appassionato a quest’ambito di studio e perché ha scelto proprio l’Università degli Studi di Trento?
Ho scelto UniTN per la sua nomea in quest’ambito di studi e sono soddisfatto di averlo fatto. L’Università è splendida, stimola la mia curiosità. Il suo carattere internazionale permette la compresenza di persone con diversi backgrounds culturali, è un aspetto che mi piace molto. Per quanto riguarda la scelta del mio percorso, già alle superiori ero interessato a quest’ambito. A lezione del corso in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni mi sentivo più a mio agio rispetto ad altre materie, mi veniva più facile. Questa passione con il tempo si è evoluta ed ora eccomi qua a iniziare un dottorato al dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM) nel gruppo di ricerca ELEDIA@UniTN.
Nello specifico, cos’ha determinato la scelta del progetto di ricerca che ha presentato?
È un ambito di ricerca che sta compiendo i suoi primi passi e sembra molto promettente. In futuro ci si aspetta possa avere molte applicazioni rilevanti nella vita di tutti i giorni. Il fatto che sia una tecnologia ad uno stadio ancora embrionale, sebbene computer quantistici già esistano, rende le cose molto più stimolanti.
Cosa significa per la collettività e quali benefici essa può ottenere grazie a questa tecnologia?
Il paradigma dei computer quantistici è quello di risolvere determinati problemi computazionali in maniera molto efficiente. In altre parole, sono in grado di fare calcoli estremamente complessi in pochi secondi, laddove i computer tradizionali impiegherebbero anni. Le ricadute sulla vita di tutti i giorni saranno molto positive. Tutti gli ambiti in cui c’è la necessità di effettuare calcoli complessi, come la chimica, gli studi sul genoma e la sintesi di nuove proteine, la crittografia informatica, il settore energetico e l’economia ne trarranno beneficio. Nell’ambito dell’industria automobilistica i computer quantistici permetteranno, ad esempio, di efficientare al massimo i veicoli, così da ottimizzare il consumo di carburante, migliorare la navigazione fornendo le indicazioni stradali più adatte, favorire la sicurezza del guidatore e gestire la congestione del traffico.
Il premio era riservato a soli cinque studenti in tutto il mondo, quando ha saputo di essere parte di quei cinque, come si è sentito?
È stato sicuramente un grandissimo onore per me, in particolar modo se penso all’importanza dell’istituto che lo ha promosso. Il premio mi è stato conferito dall’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), la comunità internazionale che promuove e pubblica la maggior parte della letteratura scientifica e definisce gli standard delle tecnologie, tra cui i sistemi di propagazione dei campi elettromagnetiche. Per capirne l’importanza, il nostro wi-fi di casa viene standardizzato dall’IEEE. È stata dunque una soddisfazione personale e professionale indescrivibile.
Qual è la tua giornata tipo in Università?
Trovarsi con colleghi e supervisori a discutere dell’avanzamento delle attività di ricerca e lavorare sulle attività stesse. Il nostro è un lavoro molto interattivo e di gruppo. Questo è sicuramente l’aspetto più dinamico. Un’altra parte molto importante consiste nello studio della letteratura scientifica già esistente.
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