La cerimonia

venerdì 29 Novembre, 2024

L’ultima notte di Trento Capitale europea del volontariato, Ianeselli: «I volontari ci indicano la strada della generosità»

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Durante la cerimonia di chiusura passaggio di testimone con Mechelen, la capitale del prossimo anno

Il passaggio di testimone da Trento a Mechelen, Capitale europea del volontariato 2025. La proclamazione di Maia, città portoghese che sarà Capitale nel 2026. La consegna dell’Aquila ardente di San Venceslao a Carmen Bridi, volontaria di Valsorda, «punto di riferimento per tutti, espressione della normalità del bene e di quell’etica della generosità quotidiana» che accomuna i cittadini attivi trentini, a cui simbolicamente viene esteso questo riconoscimento.
Sono alcuni dei momenti più intensi della cerimonia finale di «Trento Capitale europea del volontariato», conclusione di un anno straordinario, inaugurato a febbraio alla T quotidiano Arena dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
In un Duomo gremito, dopo il saluto di monsignor Mariano Manzana, missionario in Brasile, che ha fatto gli onori di casa, ad aprire la cerimonia è stato il canto di speranza «Bánÿaá ma sé» dei bambini della Velàschmid Buskers Orchestra, diretta dal maestro Federico Bortoli: le parole «perché non è la rabbia che ci salverà» risuonavano tra le navate, introduzione perfetta a una serata ricca di voci, messaggi da svariate parti d’Europa, contributi artistici.

Gli interventi

«In questo anno i volontari ci hanno indicato una strada – ha sottolineato il sindaco Franco Ianeselli durante il suo intervento – La strada della partecipazione, senza la quale non c’è democrazia. La strada della concretezza, virtù necessaria per non essere velleitari. La strada della generosità, antidoto alla solitudine». Parafrasando l’antropologa Margaret Mead, il primo cittadino ha aggiunto: «La civiltà inizia quando qualcuno si prende cura di un suo simile in modo disinteressato. Essere civili è questo. Il volontariato è dunque la massima espressione della civiltà». Dopo il ringraziamento a tutti i partner di questa impresa, il sindaco ha concluso: «La nostra riconoscenza va soprattutto a tutte le associazioni che si sono messe in gioco, a tutti i volontari che ci hanno aperto il loro cuore e si sono raccontati alla città. Le loro storie sono la dimostrazione che il bene accade. Anzi: che il bene accade ogni giorno, in continuazione. È su questa certezza che si fondano la nostra speranza e la nostra volontà di futuro. Non un futuro qualsiasi ma, come ha auspicato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dieci mesi fa, un futuro degno e giusto per tutti».
Giorgio Casagranda, presidente del Comitato Trento Capitale oltre che del Csv, ha espresso un auspicio: «Non abbiamo mai ritenuto questo riconoscimento solo come un premio, ma un invito a guardare avanti, a immaginare e costruire il futuro del volontariato in Trentino (e non solo). Guardando al futuro, quindi, ci aspettiamo un volontariato sempre più inclusivo e aperto, in grado di intercettare le aspirazioni dei giovani e di adattarsi ai cambiamenti della società. Tutto questo dipende dalla gente felice che non perde di vista i valori fondanti che hanno sempre guidato il nostro impegno: solidarietà, partecipazione e responsabilità».
Nel suo intervento, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha dichiarato: «Tema sentito da tutta la comunità, quello del volontariato, che rappresenta uno degli elementi costitutivi dell’identità della nostra terra e della stessa autonomia. In Trentino infatti è attivo nel volontariato un cittadino su cinque. Protezione civile, assistenza e cura, sport, socialità e valorizzazione del territorio sono gli ambiti principali in cui il volontariato si esprime. Per molti è un’esperienza che passa di generazione in generazione, perché certi valori si respirano innanzitutto in famiglia. Il volontariato è anche un vero e proprio giacimento di valori a cui attingere per avere certezze e speranze anche nei momenti difficili che il nostro tempo ci propone. Importante rinnovare l’impegno per fare sì che l’enorme patrimonio rappresentato dal volontariato non sia sprecato ma invece valorizzato, affinché si creino le condizioni perché le persone continuino a decidere di mettersi al lavoro per il bene degli altri e dell’intera società».
Dopo aver ricordato che quest’anno la competizione per la Capitale europea del volontariato compie 10 anni, è toccato a Gabriella Civico, direttrice del Centro europeo per il volontariato (Cev), annunciare la città che avrà il titolo nel 2026: si tratta di Maia, comune portoghese di oltre 120 mila abitanti, vicino a Porto, scelto per «le iniziative di volontariato inclusive e di vasta portata, di livello locale e internazionale», per «la dedizione del Comune nel promuovere la partecipazione civica» anche grazie «al Centro comunale per il volontariato, che offre formazione per volontari e organizzazioni, potenziando in modo significativo l’infrastruttura di volontariato della città».
Tra i momenti più emozionanti della serata, presentata dalla giornalista del Corriere della sera Giorgia Bollati, lo spettacolo «Destinazione delicatezza» del gruppo teatrale Ikaro e della Cooperativa Sociale La Rete, viaggio alla scoperta di ciò che è delicato, e di ciò che invece non lo è, come l’indifferenza, il non essere visti e il non essere compresi. E ancora l’omaggio a Mechelen, rappresentata in sala dall’assessore alla Cultura e al turismo Bjorn Siffer, dell’orchestra Haydn, che ha eseguito il Quartetto d’archi in Fa maggiore del compositore belga Godfried Devreese.

Il bilancio

La dirigente del servizio Welfare del Comune di Trento Sabrina Redolfi e la direttrice del Csv Francesca Fiori hanno messo in luce l’eredità che l’anno di Capitale europea del volontariato lascia alla città. Oltre 750 gli studenti (e altri ne arriveranno) che, grazie alle fiere del volontariato nelle scuole, hanno conosciuto tantissime opportunità di cittadinanza attiva. Sedici i progetti di volontariato d’impresa (volontariato retribuito durante il normale orario di lavoro) attivati o in corso di definizione. Tantissime le ore di consulenza alle associazioni in tema di supporto digitale e di crowdfunding. E poi ancora, l’anno di Capitale lascia un bagaglio di strumenti ed esperienze destinate a portare frutti anche negli anni a venire: la app “Attivati!” per far incontrare domanda e offerta di volontariato, 280 eventi, 71 bandi finanziati con oltre 400 mila euro, l’incontro con 108 visitatori da 20 Paesi d’Europa e, infine, il racconto, in immagini e parole, della “Gente felice”, ovvero dei volontari che trovano soddisfazione e realizzazione personale nell’impegno quotidiano per gli altri.
I ringraziamenti. In chiusura il sindaco Franco Ianeselli e il presidente Giorgio Casagranda hanno chiamato sul palco i rappresentanti di enti e aziende che hanno sostenuto e reso possibili le tante iniziative di Trento Capitale europea del volontariato: si tratta di Fondazione Caritro, Autostrada Del Brennero, Banca per il Trentino Alto Adige, Itas Mutua, Gruppo Dolomiti Energia, Sait Coop, Dao Conad, Gruppo Poli, Confindustria Trento, Fondazione Gino Lunelli, Mediocredito Trentino Alto Adige, Poste Italiane, Melinda, Cantina La Vis, Gpi e Sosi.