Il lutto
martedì 16 Gennaio, 2024
di Simone Casciano
C’è dolore e grande commozione a Montalbiano. Lo testimoniano i numeri, lo raccontano i volti. Tantissime, centinaia, le persone che si sono riunite nella piccola chiesa della frazione di Valfloriana per tributare un ultimo saluto a Ester Palmieri, la donna vittima di femminicidio, uccisa giovedì scorso dall’ex compagno Igor Moser, che si è poi tolto la vita e il cui funerale si è tenuto lunedì. Presenti, oltre ai famigliari, tante persone del paese di Valfloriana, di cui Ester era stata anche consigliera comunale e assessora, e di quelli di tutte le valli di Fiemme e Cembra. Presenti anche il presidente della provincia Maurizio Fugatti e l’assessora Francesca Gerosa, le consigliere provinciali di opposizione Francesca Parolari, Michela Calzà Paola Demagri, Lucia Coppola e tanti altri. Ma al di là delle personalità erano così tante le persone arrivate che in molti sono rimasti fuori mentre dentro è cominciata la funzione. A prendere la parola è stato don Albino. «La piccola Castello era già, suo malgrado, salita all’onore delle cronache. Ora anche l’ancor più piccola Montalbiano. Qualcuno tra i giornalisti mi diceva di sentire, mentre saliva fin quassù per svolgere il suo compito, tutto il contrasto tra il peso della notizia che si apprestava a dare e la bellezza quasi incontaminata di questi angoli di paradiso. Ma il male, ci dice con sano realismo il libro della Genesi, è accovacciato alla nostra porta» ha detto il don. Pensando al crudele femminicidio il parroco ha esortato gli astanti a intraprendere un percorso di cambiamento, di rispetto dell’altro e di rifiuto della violenza sostenendo che «Se la tragedia di cui tutti noi siamo qui spettatori attoniti e impotenti servisse almeno a dare uno scossone alle nostre coscienze, allora, forse, non si sarebbe consumata del tutto invano, e il sacrificio di Ester, forse, troverebbe almeno una parvenza di riscatto». Lo stesso riscatto che a detta del don si è avuto nei giorni successivi quando «Fiorella, la mamma di Igor, con la trepidazione e il coraggio che solo una mamma in queste circostanze può trovare, decide di recarsi alla porta della casa di Bruna, di bussare, e chiedere di entrare, pronta a qualsiasi reazione, anche la più avversa, del resto del tutto giustificata – aggiunge lei. E chi si trova davanti? Una mamma, Bruna, che semplicemente apre le sue braccia, l’abbraccia e piange insieme con lei, mentre ascolta le parole di disperazione di Fiorella per il doppio gesto insensato che ha compiuto il figlio». L’ultimo pensiero va poi a Ester, «Oh, Ester, dolce e buona Ester», «Quando con Armida, sua sorella, sono entrato nella cucina dove si è consumato il suo delitto, ha attirato subito la mia attenzione un crocifisso, di fattura originale, di legno della nostre valli, posto sopra la porta, proprio in posizione frontale rispetto al posto dove è stato trovato il corpo esanime di Ester. Quel crocifisso ha visto tutto, unico testimone della tragedia che si stava consumando. Mi ha comunicato un immenso senso di impotenza».
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di Redazione
Le caratteristiche di questa stanza consentono di mettere a proprio agio persone vulnerabili, nella delicata fase di narrazione e ricostruzione dei fatti subiti, soprattutto se ancora in fase pediatrica