il lutto
sabato 25 Febbraio, 2023
di Enrico Callovini
La chiesa piena. Il piazzale, altrettanto. La fila di macchine parcheggiate che inizia proprio nei pressi della Chiesa Parrocchiale e arriva fino a prima dell’inizio del paese, per più di 500 metri. Basta questo per fare capire la mole di persone che, questo pomeriggio, sono arrivate a Cis da tutta la Val di Non per dare l’ultimo saluto al loro parente, amico e vicesindaco Matteo Zadra, il giovane 21enne scomparso mercoledì pomeriggio all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era ricoverato in seguito a un improvviso malore che lo aveva colpito domenica sera dopo la festa di Carnevale organizzata proprio nel suo paese. Un ragazzo che, tutti, descrivono come sincero, leale e sempre disponibile con gli altri. E proprio la sua gentilezza e la sua semplicità hanno spinto centinaia di persone a stringersi attorno alla famiglia, ai nonni, alla mamma Raffaella, al papà Mirco e alla sorella minore nel funerale di oggi. Una cerimonia, quella celebrata da Don Ruggero Zucal, che ha colpito e toccato tutti i presenti, commossi e ancora increduli riguardo la scomparsa prematura di Matteo. E proprio il parroco, nella sua predica, ha sottolineato la difficoltà di un momento così tragico. «Il momento è difficile – ha detto -, con cornici di dolore forte. È un avvenimento che inquieta e che è incomprensibile, inaccettabile. Siamo qui, oggi, tutti a chiederci il perché di questa morte. Ma cerchiamo invani delle risposte. Matteo era un giovane straordinario, con tanti progetti nella testa e amico di tutti. Ma la morte non può essere l’ultima parola, anzi. È solo un passaggio, tragico, verso Dio. Da lassù, Matteo, sarà vicino a tutti quelli che gli volevano bene».
Il momento più difficile, però, è stato quello dei saluti e dei messaggi, arrivati dai suoi vecchi professori dell’Istituto Agrario di San Michele, dai suoi amici più stretti, dai coscritti e, per ultimo, dalla sorella più piccola. «Te ne sai andato troppo presto – ha detto -. Sei sempre stato un punto di riferimento per me, la persona che volevo e voglio essere. Non potrò mai ringraziarti abbastanza. Eri un fratello di quelli veri. Non siamo mai stati di grandi parole ma sapevamo quanto ci volevamo bene. Ora, da lassù, dai forza alla mamma e al papà. Ma danne anche a me, perché senza di te è davvero dura. Sono fiera di te».
la storia a lieto fine
di Redazione
Un gesto di grande professionalità e coraggio quello che ha visto oggi protagonisti due professionisti del Santa Chiara intervenuti per aiutare la piccola nata durante la corsa in ospedale