Grandi carnivori
giovedì 27 Luglio, 2023
di Simone Casciano
L’ordinanza firmata dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che prevede l’abbattimento di due lupi del branco della lessinia, resosi protagonista di un numero eccezionali di predazioni ai bovini dell’alpeggio di Malga Boldera, è stata emanata con il parere favorevole di Ispra. L’opinione dell’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale va richiesto ai sensi della legge provinciale n.9 del 2018, emanata dall’allora governatore Ugo Rossi, che disciplina le fattispecie in cui la Provincia può richiedere la rimozione di lupi o orsi. A spiegarci la posizione di Ispra è Piero Genovesi, Responsabile del Servizio per il coordinamento delle attività della fauna selvatica.
Genovesi come mai avete dato parere favorevole all’abbattimento?
«Premetto che la decisione spetta alla Provincia e che noi ci limitiamo a verificare se sussistono le condizioni previste dalla direttiva Habitat a livello europeo, nel caso del Trentino integrate nella legge provinciale del 2018».
E quali sono queste condizioni?
«Il lupo è una specie tutelata, ma si può prevedere l’abbattimento purché: si siano verificati danni, predazioni, gravi ed eccessivi, si siano messe in campo misure di prevenzione efficaci ed esse si siano rivelate inefficaci e poi che la rimozione non comprometta lo stato di conservazione della specie, in questo caso i lupi del Trentino-Alto Adige».
Tre condizioni che in questo caso sussistevano?
«Nella nostra valutazione abbiamo visto che il danno è effettivamente alto e ripetuto nel tempo. Si tratta inoltre di una delle poche aziende che ha installato una recinzione, e che il lupo è riuscito a superare nonostante la buona manutenzione. Infine, secondo le nostre stime la sottrazione di due animali rispetto alla popolazione di lupi in Trentino, circa 29 branchi, non compromette la conservazione della specie. Sulla base di queste valutazioni abbiamo ritenuto che la richiesta di abbattimento della Provincia fosse in linea con la legge provinciale e con la direttiva Habitat».
Non vi siete limitati a questo però
«No abbiamo ritenuto di aggiungere che si tratta di una misura sperimentale, chiedendo alla Provincia di fornire dati sulla sua efficacia, e poi abbiamo chiesto che entro tre mesi l’amministrazione presenti una relazione su come intende integrare e rafforzare la prevenzione».
Quindi non è detto che l’abbattimento risulti efficace?
«È discutibile, nel nostro parere abbiamo sottolineato che non ci sono evidenze in merito. Sarà quindi fondamentale raccogliere dati per capire se ci sarà un effetto dissuasivo».
Non si poteva valutare la cattura?
«La Provincia a noi ha chiesto un parere solo sull’abbattimento. Riteniamo comunque che la captivazione possa avere lo stesso effetto».
Cosa ci può dire sul contesto delle predazioni?
«Dai dati in nostro possesso, sappiamo che alcune sono avvenute quando il recinto non era completamente funzionante. Ma in altri casi invece i lupi sono passati per una recinzione perfettamente funzionante e mantenuta. Questo può significare che hanno trovato il modo di aggirarla oppure che hanno imparato a resistere alla scossa. Il secondo caso è il più preoccupante perché depotenzia lo strumento deterrente».
Alla malga c’era la recinzione, ma non cani da guardiania
«I cani possono essere molto efficaci, ma soprattutto per il bestiame ovi-caprino. Il cane cresce con loro e stabilisce un rapporto profondo con il gregge e con il pastore che poi andrà a proteggere. Con i bovini è più complicato, ancora di più in questo caso in cui si tratta di più aziende. Difficile pensare che i cani possano costruire un legame con tutti gli allevatori e con tutti i capi di bestiame».
Avete suggerito qualche misura?
«Abbiamo ritenuto di non dare suggerimenti specifici, perché ogni strategia deve essere funzioanle al contesto in cui viene applicata. Per questo abbiamo preferito che fosse la Provincia a stendere un piano che poi valuteremo».
Dalle regioni vicine è arrivato un coro di soddisfazioni per questa decisione, quasi si pensi che possa spalancare la porta ad altre azioni simili
«Non è assolutamente così, Trento ha chiesto la rimozione di massimo 2 esemplari e altri non ce ne saranno. Bolzano ha una legge analoga che le concede prerogative simili, ma deve presentare documenti analoghi che soddisfino gli stessi requisiti straordinari. Regioni come il Veneto invece non hanno questa facoltà senza una legge quadro nazionale. Il testo è fermo da anni alla conferenza stato-regioni perché non si trova la quadra».
Insomma questa è una decisione eccezionale?
«Di certo c’è un’eccezionalità nella predazione, ma anche un’eccezionalità nel quadro normativo che ad oggi l’ha resa possibile».