Il decreto

domenica 1 Ottobre, 2023

Lupi della Lessinia: il Consiglio di Stato sospende ancora l’abbattimento

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Solo giovedì il Tar di Trento aveva respinto i ricorsi degli animalisti. Sabato i giudici di Roma, per la terza volta, hanno salvato la vita ai due esemplari che Fugatti vuole morti

Sono di nuovo salvi i lupi della Lessinia trentina per i quali il presidente Maurizio Fugatti aveva emesso un decreto di abbattimento e che il Tar di Trento, sono giovedì, aveva stabilito che potevano essere uccisi. Con decreto pubblicato ieri, sabato 30 settembre, il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato ha nuovamente salvato la vita ai due esemplari autori di alcune predazioni avvenute a malga Boldera. L’udienza collegiale è stata fissata al 9 novembre prossimo.

Considerando che il Tar di Trento si esprimerà dopo l’udienza pubblica del 25 gennaio, i lupi possono essere quindi considerati salvi, perché in occasione delle due udienze sarà cessata la materia del contendere, visto che in quelle date gli animali allevati saranno già stati ricondotti nelle stalle a valle e quindi sarà azzerato il rischio di predazioni dato che malga Boldera sarà vuota. E le associazioni animaliste che avevano fatto ricorso esultano.

Lav, Lndc e Wwf: «Assurdo duello giudiziario, ora si lavori agli strumenti di prevenzione»
«Possiamo finalmente mettere la parola fine a questo assurdo duello giudiziario innescato dall’insano desiderio di Fugatti di esibire come trofei elettorali i corpi di due lupi – dichiarano le associazioni ricorrenti Lav, Lndc Animal Protection e Wwf – ora basta soffiare sul fuoco dell’intolleranza e, se si intendono realmente tutelare gli allevatori, si cominci a lavorare con serietà a promuovere la convivenza e a sostenere l’adozione di efficaci sistemi di prevenzione delle predazioni, che in molti casi, come quello della malga Boldera, non sono adeguati, come dimostrato dalla stessa documentazione prodotta dalla Provincia».

Con il suo Decreto, il presidente della Terza Sezione del Consiglio di Stato ha infatti chiarito che il provvedimento che disponeva l’uccisione dei lupi «non appare sorretto da adeguata motivazione in ordine all’impossibilità oggettiva di ricorrere a misure differenti a tutela degli animali e dei beni presuntivamente aggrediti dai lupi dei quali si dispone l’abbattimento né risultano citate adeguate misure adottate allo scopo di proteggere in modo concreto animali e beni minacciati dai lupi».
Inoltre, il Consiglio di Stato ha precisato che la scelta di abbattere due lupi a caso «non appare in linea […] con il principio di proporzionalità che deve ispirare l’azione amministrativa».

Per questa ragione, conclude il Giudice di Palazzo Spada, «nel bilanciamento tra contrapposti interessi, è da ritenersi prevalente la tutela di un bene giuridico protetto in via rafforzata non solo dall’ordinamento interno, ma anche dal diritto sovranazionale per non pregiudicare il diritto all’effettività della tutela». La tutela dei lupi, scrivono gli animalisti, «deve quindi sempre prevalere rispetto la tutela degli interessi economici degli allevatori» che, come affermato nel precedente decreto, è un interesse che «può ritenersi recessivo alla luce della risarcibilità delle posizioni coinvolte e della possibilità, da parte dell’Amministrazione, di incentivare l’adozione di eventuali misure organizzative idonee ad evitare danni».

Sempre Lav, Lndc e Wwf scrivono: «Per evitare il continuo ricorso ai giudici amministrativi, c’è ora tutto il tempo perché si lavori seriamente all’adozione di ogni migliore sistema di prevenzione delle predazioni che possa favorire la convivenza tra i lupi e le attività umane, prima dell’avvio della prossima stagione di monticazione, che vedrà nuovamente la presenza di animali allevati a malga Boldera».

Leal: «Messa in dubbio la legittimità giuridica del provvedimento»
Per Leal, altra associazione che aveva impugnato il decreto del Tar di Trento e fatto ricorso a Roma, gli animali di cui la Provincia ha disposto l’abbattimento «costituiscono incontestatamente esemplari di specie protetta dalla direttiva “habitat” e il Consiglio di Stato in sentenza riconosce che l’abbattimento dei medesimi sia consentito solo nelle ipotesi espressamente previste e a condizione che non esista un’altra soluzione valida e ricorda la modifica costituzionale dell’art. 9 che assicura la tutela alla vita degli animali».
Gian Marco Prampolini, presidente Leal, commenta così il pronunciamento dei giudici: «Siamo confortati dal fatto che il Consiglio di Stato abbia colto in pieno il senso del nostro ricorso e che, oltre a un richiamo al rispetto della Costituzione, richiami la logica. Nella decisione viene messa in dubbio, come da noi evidenziato in fase di ricorso, la legittimità giuridica del provvedimento, oltre alla compatibilità della stesso con i parametri costituzionali e sovranazionali di riferimento».