La mostra
venerdì 4 Novembre, 2022
di Maddalena Di Tolla Deflorian
La sfida della coesistenza con i lupi e in generale con i predatori, passa dalla democrazia, dalla capacità di guardare le cose anche con gli occhi dell’altro (lupo, allevatore, ambientalista, animalista, turista, amministratore e così via) e ovviamente dalla scienza e dalla corretta informazione. Ne ha parlato oggi pomeriggio davanti a centinaia di persone, al Muse, Luigi Boitani, zoologo, massimo esperto italiano della specie, ricercatore che per primo appose un radiocollare ai lupi in Europa.
Oggi è stato il giorno del lancio della nuova mostra dedicata al lupo, voluta dal museo per il progetto europeo LIFE WolfAlps EU (di cui il Muse coordina la comunicazione).
«La scelta della convivenza è politica. Coesistenza significa compromesso – ha affermato Boitani, che ha spiegato – oggi rispetto a quando fu istituita la tutela del lupo nel nostro paese, negli anni Settanta, è più complesso, ovviamente, occuparsi del lupo, perché oggi abbiamo circa tremila lupi e dunque conflitti sociali. La presenza del lupo in Italia è assicurata, quanti e dove debbano essere… beh è una decisione politica. Per ridurre i conflitti e i danni ci sono molti strumenti che variano a seconda del contesto». L’obiettivo per Boitani è l’equilibrio: «Noi dobbiamo garantire la conservazione di una popolazione vitale di lupo – ha chiarito –. Il bilanciamento fra interessi diversi non è facile. Si tratta di una scelta democratica da fare». Boitani non ha nascosto che secondo lui, per mantenere l’accettazione sociale (soprattutto nel rapporto con il mondo pastorale e degli allevatori) si potrebbero anche uccidere alcuni esemplari, ed anche qualche ibrido, se ritenuto necessario. «Dove porre il limite è una scelta politica» – ha ribadito.
Boitani ha ricordato che la dimensione giusta per gestire la specie sarebbe a livello europeo, da un punto di vista tecnico-scientifico «ma un piano di gestione europeo non è realisticamente fattibile per ragioni socio-politiche». Dunque resta l’importanza delle norme europee, da rispettare e di piani di gestione almeno a scala di sotto-popolazione, come quella alpina.
Fra i pericoli per la specie l’esperto ha elencato l’ibridazione con il cane (definita di difficile risoluzione), le recinzioni di grandi lunghezze che interrompono gli ecosistemi (ha citato il caso della Slovenia, che sta smantellando proprio per ragioni ecologiche quella da tempo innalzata, e la Finlandia, che ne invece erigendo una in questo periodo), la frammentazione ecologica degli habitat, i bocconi avvelenati.
Alla domanda dal pubblico sul pascolo brado, restando in tema di conflitti fra esigenze diverse, Boitani ha risposto: «Ci sono molte soluzioni efficaci per proteggere il bestiame ma il pascolo brado vero e proprio, se abbiamo il lupo, non possiamo mantenerlo, servono recinzioni o ricoveri temporanei. In alcune situazioni l’equilibrio non è possibile e si deve decidere se rimuovere da quella situazione il lupo oppure rinunciare a qualcos’altro».
Le conferenze di successo con gli esperti, come quella di oggi, sono uno strumento consolidato del progetto Life Wolf Alps.eu.
Innovativa è invece, elemento cuore della mostra inaugurata stasera, l’esperienza visiva immersiva, cioè il video di circa 14 minuti dal titolo «Nella mente del lupo», che ci porta in modo intenso ed emozionale a muoverci per paesi, boschi, strade e pascoli del Trentino proprio come se fossimo un giovane di lupo in dispersione. Il video, proiettato in uno spazio buio con uno schermo curvo, ci conduce dunque in quello «sguardo dell’altro» alla base della possibilità di tenere insieme i pezzi del complesso puzzle della convivenza o coesistenza, a seconda del livello di empatia e percezione che se ne ha. La prospettiva che viviamo guardando è quella dei problemi, delle difficoltà, delle pulsioni di un’altra specie: il lupo.
«L’idea di sviluppare una mostra immersiva – spiegano le curatrici e i curatori del MUSE Carlo Maiolini, Osvaldo Negra, Alessandra Pallaveri e Laura Scillitani – nasce dal desiderio di sperimentare una modalità, già utilizzata con successo nel mondo dell’arte, anche per le scienze naturali. L’immersività e il punto di vista “in prima persona” costituiscono un modo nuovo e coinvolgente di portare il pubblico a riflettere sui temi della coesistenza fra umani e lupi. Provando a mettersi per una volta, letteralmente, “nei panni dell’altro” sarà più facile comprendere come sulle Alpi la coesistenza tra umani e carnivori sia possibile, se supportata dalla conoscenza».
Nel corso del 2023 «Nella mente del lupo» sarà ospitata anche in Lombardia e Piemonte in un tour alpino che porterà l’esperienza nelle diverse aree d’intervento di progetto. La mostra darà anche l’occasione, durante la sua apertura al MUSE, di proporre attività collaterali capaci di trasmettere e approfondire i temi affrontati con modalità nuove e coinvolgenti.