Il dibattito
mercoledì 22 Febbraio, 2023
di Francesca Dalrì
«Nonostante la brutta reputazione e la grande campagna di disinformazione a suo carico, gli avvistamenti occasionali di lupi nei pressi delle abitazioni in un contesto montano come quello della Val di Sole sono un fenomeno normale che non deve preoccupare, anche se concordiamo che è compito delle istituzioni monitorarne gli sviluppi». Così il Wwf Trentino e l’associazione «Io non ho paura del lupo» intervengono dopo la presa di posizione del sindaco di Rabbi nonché presidente della Comunità della Val di Sole Lorenzo Cicolini che con una mozione chiede vengano attuate «più severamente tutte le azioni volte all’allontamento del lupo dalle abitazioni attivando con maggiore facilità le squadre di emergenza competenti in grado di effettuare appropriati ed energici interventi di dissuasione» (Il T di ieri).
«In merito alla mozione presentata – replicano a Il T le due organizzazioni – desideriamo rassicurare rispetto ai problemi che la presenza del lupo comporta nei pressi dei centri abitati. Questo tipo di avvistamenti, definiti come “non pericolosi” anche dalla tabella che la Large carnivores initiative Europe (sopra nell’infografica), un gruppo di esperti della Commissione internazionale per la conservazione della Natura ha realizzato a supporto delle istituzioni, accadono ovunque e da anni nel nostro Paese e ci mettono di fronte a molte domande rispetto a questo “nuovo” predatore con cui dobbiamo convivere. Per meglio comprendere quello che accade in Val di Sole occorre specificare che durante il periodo invernale cervi e caprioli si abbassano di quota muovendosi alla ricerca di cibo nei pressi dei centri abitati, per questo motivo i lupi possono avvicinarsi maggiormente a queste aree seguendo le loro prede naturali. Non deve quindi stupire o impressionare il rinvenimento di carcasse di ungulati nei dintorni dei centri abitati: questo fenomeno non solo è normale, ma è di fondamentale importanza in un contesto come quello della Val di Sole dove l’altissima densità di cervi può essere oggi regolata grazie al ruolo naturale del lupo nel contenere le loro popolazioni, cresciute nel tempo a dismisura proprio a causa della mancanza di predatori in cima alla catena alimentare». Il riferimento è a quanto denunciato dagli abitanti della Valle che quest’inverno hanno segnalato diverse predazioni nelle zone limitrofe alle case. Episodi che hanno allarmato gli abitanti, fino al punto di arrivare a evitare passeggiate serali o impedire ai bambini di spostarsi da soli da una frazione all’altra. «Sul tema della comunicazione e della conoscenza – sostengono le due associazioni – siamo d’accordo con il sindaco Cicolini: non è ancora stato fatto abbastanza e oggi rimane fondamentale informare le comunità locali nel conoscere il lupo e le buone pratiche anche per tenerlo lontano dai centri abitati: per questo come associazioni ci mettiamo subito a disposizione per organizzare insieme alle amministrazioni comunali interessate un evento informativo sul lupo e la contestuale consegna gratuita ai cittadini interessati di un vademecum di oltre 40 pagine che l’associazione “Io non ho paura del lupo” ha realizzato allo scopo di rispondere alla domande frequenti sul predatore, cercando di offrire una visione equilibrata rispetto alla presenza del lupo e alle problematiche che esso genera».
Per il Wwf e Io non ho paura del lupo rimane però fondamentale «un repentino cambio di rotta che deve coinvolgere maggiormente le amministrazioni provinciali e i Parchi. Occorre non solo rispondere, ma anche anticipare con più attenzione le richieste dei sindaci dei territori attraverso un continuo e dettagliato lavoro di informazione sul ritorno del lupo, un predatore che è destinato a restare sulle nostre montagne e sul quale è necessario creare cultura e conoscenza, allo scopo di favorire la coesistenza con l’uomo e scongiurare le brutali soluzioni del singolo che in questa settimana hanno visto il rinvenimento di due esemplari uccisi con colpi di arma da fuoco sia in Trentino che nel settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio».
la storia a lieto fine
di Redazione
Un gesto di grande professionalità e coraggio quello che ha visto oggi protagonisti due professionisti del Santa Chiara intervenuti per aiutare la piccola nata durante la corsa in ospedale