Il caso

martedì 21 Febbraio, 2023

Lupo ucciso sullo Stelvio, l’Enpa denuncia: «È emergenza bracconaggio»

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Il fatto mette in luce i gravi problemi causati dallo smembramento del Parco Nazionale: «Spezzettare un territorio non sterminato in zone che vengono gestite con modalità e visioni differenti ha indubbiamente causato l'indebolimento delle azioni di tutela della biodiversità, una minor efficacia delle attività di prevenzione a tutela delle attività antropiche e, di conseguenza, ha rafforzato il fenomeno del bracconaggio»

Ancora un lupo ucciso. L’ultimo ritrovamento ufficializzato oggi dalle forze dell’ordine riguarda un episodio di bracconaggio avvenuto all’interno del Parco nazionale dello Stelvio. Qui è stato ucciso un giovane esemplare di lupo di circa due anni stroncato da un proiettile di grosso calibro. Si tratta dell’ennesimo caso verificatosi in tutta Italia per ben 14 lupi uccisi per mano dell’uomo senza contare i casi di investimento.

Troppi secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che, come successo per le precedenti uccisioni anche in questo caso ha sporto denuncia costituendosi parte civile. «Chiediamo al Governo di intervenire con forza contro il bracconaggio perché è in atto una vera guerra contro il più prezioso elemento di biodiversità del nostro Paese: il lupo. Notoriamente e scientificamente è il predatore per eccellenza, regolatore delle altre popolazioni selvatiche, ruolo che oggi viene dimenticato, se non appositamente taciuto, per lasciare il posto ad un’insensata ed ingiustificata campagna di allarmismo». Una campagna che secondo l’Enpa sarebbe orchestrata al fine di fare pressioni “mediatiche” sull’opinione pubblica al fine di spingere le amministrazioni a favorirne l’abbattimento. «Questo si traduce in una voluta psicosi orchestrata ad arte per giustificare e autorizzare l’abbattimento dei lupi che – sottolinea l’Enpa – sono animali particolarmente protetti dalla legge 157 sulla fauna del 1992, dalla direttiva europea Habitat quindi e dalla convenzione di Berna. False notizie e falsi avvistamenti, in disprezzo anche dei dati scientifici, che contribuiscono a suscitare sentimenti di ostilità. Chiediamo al Governo di agire per prevenire ulteriori guerre contro il lupo, In particolare, al ministro dell’Ambiente e al ministro della Giustizia chiediamo se non sia giunto il momento di affrontare il bracconaggio, e soprattutto un bracconaggio grave come quello che si sta verificando, cambiando quelle sanzioni irrisorie, del tutto insufficienti, come quelle previste dall’articolo 727 bis del Codice Penale che fino ad oggi non hanno contribuito a rappresentare un deterrente dalle uccisioni e del lupo e delle specie protette. Chiediamo risposte perché questo bollettino di morte deve finire».

Infine una postilla di non poco conto che solleva l’Enpa e che pone quesiti sul futuro del Parco nazionale dello Stelvio anche a fronte della sua frammentazione territoriale. «L’uccisione del giovane lupo – chiariscono – mette anche in luce i gravi problemi causati dallo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio: spezzettare un territorio non sterminato in zone che vengono gestite con modalità e visioni differenti ha indubbiamente causato l’indebolimento delle azioni di tutela della biodiversità, una minor efficacia delle attività di prevenzione a tutela delle attività antropiche e, di conseguenza, ha rafforzato il fenomeno del bracconaggio».