il lutto
giovedì 29 Febbraio, 2024
di Redazione
Suonava il trombone e tutto quello che faceva emanava amore per la musica tutta e per il jazz in particolare. Giuseppe Saccomani, morto improvvisamente a 83 anni martedì scorso, era una di quelle che persone che era riuscito a fare della sua passione il suo lavoro. E si vedeva. Lascia la moglie Anna e tre figli. I funerali si terranno a Gardolo sabato alle 10. Giuseppe era un musicista vero. Un artigiano dello strumento e un virtuoso dello spartito. Nato a Verona, aveva iniziato a lavorare nella mitica fabbrica di sassofoni veronese Desidera ancora molto giovane. Gli avevano anche offerto di andare a lavorare a Parigi in un’altra prestigiosa fabbrica, ma lui aveva preferito restare a casa sua. E di questo glie ne sono ancora grati generazioni di musicisti, trentini e non. Poi, però, la fabbrica venne assorbita da un’azienda americana e lui si trasferì a Trento ancora da giovane dove trovò lavoro nel negozio di strumenti Gastone Albano. Poi, alla chiusura e fino alla pensione lavorò al Music center. Aggiustava strumenti a fiato, ma soprattutto le suonava e diffondeva la cultura del jazz e della musica in tutta la regione. Accanto al lavoro di artigiano, la sua passione prorompeva. Ha creato bande, gruppi musicali e ha formato e fatto appassionare generazione di giovani musicisti che a lui devono tanto, in primis l’aver potuto crescere al suono della musica, come ricorda uno dei suoi tantissimi allievi, Giorgio Beberi, che ora insegna al Conservatorio di Bolzano e suona in orchestre molto prestigiose: «Giuseppe, Bepi per gli amici, era una persona speciale. Per noi tutti è stata una fortuna che abbia svolto qui la sua attività. Aveva sempre mille progetti e risolveva sempre tutte le situazioni». Insieme al maestro Fumai fondò la Big swing Orchestra di Pergine dove diede sfogo alla sua passione per il jazz. Poi diresse per tanti anni la banda di Gardolo dove conobbe proprio Beberi. Ha formato musicisti come il maestro Nilo Caracristi, Roberta e Ornella Gottardi, musiciste e insegnanti al conservatorio, il maestro Marzo Bazoli, ma anche musicisti che poi si sono dedicati ad altro, come il cardiologo Michele Dallago. Poi, una volta in pensione, ha collaborato con il maestro Enzi Imbimbo per creare il corso di riparatore di strumenti seguito da decine e decine di appassionati.