domenica 21 Luglio, 2024

Madonna di Campiglio, 130 anni fa le vacanze reali di Sissi

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L’imperatrice d’Austria arrivò ai piedi del Brenta il 23 giugno del 1894: dieci giorni dopo fu raggiunta dal consorte. L’evento segnò il futuro turistico del paese

«Da Campiglio, 4 luglio 1894, ci si scrive: mai, questa superba stazione alpina, questo sontuoso luogo di festa della natura, dove il cielo terso, l’acqua purissima e l’aure balsamiche chiamano da lungi i mortali che possono dalle cure di una vita vorticosa ritirarsi per brev’ora, mai – dico – questo Campiglio ebbe tanta gloria come quella di cui si ammanta oggi in cui, avventuroso, ospita la augusta Coppia sovrana dell’Austria nostra».
Le parole usate dal quotidiano «Trentino» esattamente 130 anni fa sono eloquenti: nel luglio 1894 Madonna di Campiglio ospita gli imperatori d’Austria Francesco Giuseppe ed Elisabetta «Sissi» per le loro vacanze. Un momento memorabile, ancora oggi ricordato con il carnevale asburgico, che consacrò Campiglio nel novero delle località più ambite del Tirolo, dando il via alla sua prima urbanizzazione.
Elisabetta giunse a Trento sabato 23 giugno 1894. Ad attenderla alla stazione ferroviaria «un’immensa folla di gente». Il seguito era numeroso: la sua dama di compagnia contessa Festetics, il segretario consigliere aulico De Feifalick, il direttore dei viaggi di Sua maestà De Claudi e il professore di greco Christomannos. Per spedire i bagagli (34 colli!) furono necessari sette furgoni. Sissi vestiva un abito di seta nero molto semplice, con un cappellino a merletti e un ombrellino grigio, e il viaggio verso Campiglio durò l’intera giornata. Cecco Beppe arrivò a Trento una settimana dopo; si fermò in città tre giorni, dedicati a una visita ufficiale alle istituzioni. Martedì 3 luglio l’imperatore partì alla volta del paese trentino a bordo di un landò scoperto portato da due cavalli bianchi in pariglia, e in tutti i paesi attraversati fu un tripudio di festa. A Castel Toblino la comitiva reale fece una sosta, in occasione del cambio dei cavalli. Il monarca entrò nel cortile del castello per ammirarne gli affreschi, poi uscì nel parco dove gli fu offerto il vin santo di Toblino. La sosta-pranzo fu effettuata a Comano, dove Cecco Beppe scambiò alcune parole con don Lorenzo Guetti.
Francesco Giuseppe fece il suo ingresso nell’abitato di Pinzolo alle 14.30. Ad attenderlo le deputazioni dei primi cittadini dell’alta valle e tanta gente comune. I ragazzini delle scuole erano tutti vestiti di bianco, con fiori e bandiere. La società di mutuo soccorso e tutto il clero erano schierati. All’arrivo del sovrano i bambini intonarono l’inno popolare; l’inno imperiale fu poi eseguito dalle bande di Pinzolo e Caderzone. Cecco Beppe sostò brevemente all’albergo Corona «e prese una piccola refezione servito dal vecchio veterano Giovanni Collini padrone dell’albergo, decorato della medaglia d’argento».
Sua Maestà l’imperatore arrivò a Campiglio, dove fu accolto affettuosamente da Sissi, alle ore 17. I sovrani trascorsero quassù dieci giorni; le loro attività furono quelle di tutti i turisti del tempo, lunghe escursioni alternate a brevi passeggiate. Accompagnati dalle guide, dalle dame di compagnia, dalla discreta scorta (l’imperatore fu caldamente sconsigliato dall’intraprendere questo viaggio data la vicinanza con il confine) i sovrani raggiunsero lo Spinale, il nuovo rifugio Stoppani al Grostè, malga Brenta alta, Patascoss e il lago delle Malghette (luogo preferito di Sissi). La Biblioteca Nazionale austriaca di Vienna conserva ancora oggi un mazzolino di Edelweiss che l’imperatore colse di proprio pugno sullo Spinale per inviarlo alla «cara amica» Katharina Schratt.
La routine dell’imperatore a Campiglio fu quella di sempre: Francesco Giuseppe si alzava ben presto al mattino, e le sue prime ore erano dedicate al lavoro. Cinque leggi dell’impero sono state emanate e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale austriaca proprio dal paese trentino.
L’intera ala sud del Grand Hotel Des Alpes era riservata all’importante ospite: la cosiddetta Kaiserappartament, oggi purtroppo perduta.
Un anno dopo, in ricordo della visita, l’Alpenverein austro-tedesco decise di dedicare la cima Brenta all’imperatore: «Kaiser Franz Josef Spitze», tra l’ovvio tripudio degli irredentisti.
Il protagonista di questo capitolo di storia trentina è Franz Josef Oesterreicher: affermato albergatore austriaco già proprietario dell’Imperial Hotel di Trento, che nel 1886 era subentrato a Giobatta Righi nella conduzione dello Stabilimento Alpino di Campiglio, subito trasformato in Grand Hotel Des Alpes. Oesterreicher fu noto già in vita anche per una leggenda che lo voleva figlio illegittimo dell’imperatore, sistemato in questo angolo dell’impero.