La tragedia

giovedì 18 Luglio, 2024

Madre e figlio inghiottiti dal lago. Il racconto del compagno di lei: «Fuggiti dalla guerra per morire qui»

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Hanna e Oleksiy erano scappati dal Donbass nel 2022. «Nessuno si è accorto di nulla, com’è potuto succedere?»

Mauro Mariotti ha capito subito che quanto accaduto alla propria compagna Hanna Shabratska e al di lei figlio, Oleksiy, morti annegati nelle acque del Garda nella tarda mattinata di martedì è stata una tragica fatalità. Lo ha capito fin dalla sera di quel martedì, ancor prima che i corpi venissero recuperati poco dopo le 16.30 di ieri. Perché tra di loro non c’erano dissidi, ma un forte legame reciproco. Perché lui l’aveva aiutata a scappare dalla guerra nel Donbass ed era andato a Padova il 6 dicembre del 2022 ad accoglierla per ospitarla nella sua casa a Costa di Vallarsa. «Da circa due anni lei è qui in Italia – racconta Mariotti con gli occhi lucidi e rossi per le lacrime e la preoccupazione (i corpi sarebbero stati trovati ore dopo questa intervista ndr) -. Arrivò a Padova il 6 dicembre del 2022 e andai a prenderla personalmente. Noi ci conoscevamo già da un anno. O meglio, parlavamo su Skype – spiega l’uomo -. Con la guerra lei là non poteva più stare. Era preoccupata per la sua famiglia, per suo figlio, voleva andarsene ma non sapeva dove. Così le chiesi se se la sentiva di venire da me. Le ho detto che le avrei dato alcune stanze della mia casa, che avrebbe avuto i suoi spazi. Accettò e si trasferì con il figlio. Sono stati due anni intensi dove abbiamo fatto tutte le carte e seguito tutta la burocrazia perché entrambi fossero in regola. Finalmente lo erano e così da poco tempo le avevo aperto una partita iva. Faceva le pulizie, aveva il suo conto, era autonoma. A suo figlio eravamo riusciti a trovare un lavoro in un negozio di riparazioni elettroniche e avrebbe dovuto cominciare tra pochi giorni». Mariotti sospira, guarda il lago, i primi due turni di immersioni non hanno dato alcun riscontro. Non è stato trovato nulla. La visibilità sul fondale è di pochi metri e tra poco si tornerà nuovamente sott’acqua. «Tanto ormai… – si lascia sfuggire Mariotti -. Non… Non credo che… Insomma, le telecamere vedono entrare prima Oleksiy in acqua e poi lei, ma non si vedono più riemergere. Era sempre sorridente. Sempre. Lei si alzava la mattina con il sorriso e andava a dormire felice. Mi ringraziava, mi diceva che le avevo salvato la vita e ora…». Mariotti dai carabinieri ci era andato già martedì sera. «Appena scesi dal bus che da Vallarsa li ha portati a Rovereto e poi a Riva mi ha mandato una foto che le ha scattato il figlio – continua il compagno – sotto una grande bougainvillea vicina a un negozio di moto (Sembenini sulla rotonda delle poste di largo Bensheim ndr). Me l’ha mandata alle 11.17. Alle 11.19 – spiega Mariotti – la telecamera li filma mentre si spogliano ed entrano in acqua. Questo l’ho scoperto oggi. Ieri – precisa – dopo quella foto non ho più avuto sue notizie. Era strano. Gli ho aspettati alla fermata del bus di Rovereto. Dovevo andare a prenderli io dopo lavoro. Non sono arrivati. Ho dichiarato la loro scomparsa ai carabinieri, ma mi hanno detto di attendere. Così sono andato a Riva a cercarli, ma non sapevo dove andare. Sono tornato a casa e alla mattina mi è venuto in mente che lei parlava sempre di una spiaggia vicina a un ponte coi lucchetti. Ho cercato quel posto e vi sono andato la mattina. Alle sei ero in spiaggia e ho trovato i loro asciugamani, i cellulari, i vestiti. Tranne i sandali di Hanna». A questo punto la nuova chiamata alle forze dell’ordine, il controllo della videosorveglianza, le immagini che parlano chiaro. Fin da subito il principale sospettato è stato il lago. «Non ho molte speranze – sospira -. Sto aspettando». Al suo fianco, a dargli forza anche l’ex moglie con la quale è rimasto in ottimi rapporti. Mariotti passeggia avanti e indietro per la spiaggia. Si siede all’ombra di una pianta. Risponde a decine di chiamate al cellulare. «Ma non so come avvertire i suoi parenti di quello che sta succedendo. Hanno tutto i carabinieri – racconta con voce flebile -. Come… Come mai nessuno ha visto nulla? Com’è possibile che siano stati inghiottiti dal lago senza che nessuno li abbia visti o sentiti? Guardate quanta gente che c’è. Lei era piena di vita, una gioia continua e ora è venuta a morire qua. Non è giusto».