Il fenomeno

domenica 2 Aprile, 2023

Maestri di sci, pesa la concorrenza degli istruttori stranieri. «Imparare le lingue»

di

Il decano Mario Panizza: «Fare corsi per attrarre la clientela estera. È anche una questione di sicurezza»

La risalita dei numeri di turisti stranieri in pista porta con sé, per il comparto turistico, l’opportunità di allargare il volume degli affari. Ma tra le categorie economiche del distretto trentino costruito attorno alle vacanze sulla neve c’è anche chi chiede una maggior regolamentazione. Sia per un tema di sicurezza sui tracciati, che per questioni di concorrenza. La riflessione nasce dal collegio di maestri di sci del Trentino. Ed è motivata dall’arrivo, sempre più frequente, di istruttori di sci dall’estero, al seguito dei tour operator. Il fenomeno, già regolamentato dalla Provincia, rischia secondo i professionisti di provocare una contrazione del lavoro per i maestri di sci e di ridurre gli introiti delle scuole. «Stiamo studiando formule per rendere i nostri professionisti pronti a rispondere in più lingue alle esigenze della clientela straniera. Attraverso corsi di formazione, vogliamo dare un volto sempre più internazionale alle scuole. Una volta raggiunto questo obiettivo, stiamo ragionando con la Provincia sull’ipotesi di contenere l’ingresso di operatori esteri in massa», spiega Mario Panizza, presidente del collegio dei maestri di sci del Trentino.
A fare da sfondo a queste considerazioni, una stagione invernale «ottima in tutte le località del Trentino». Per alcuni è già terminata. Di lavoro ne è arrivato in abbondanza. «Tutti sono riusciti a lavorare con ritmi dei tempi pre-Covid. Le scuole sci sono soddisfatte anche economicamente», aggiunge Panizza. I professionisti iscritti all’albo dei maestri di sci del Trentino sono circa 2.600. Da ragazzi di 19 anni a veterani che hanno passato i 70. Lavorano perlopiù all’interno di scuole, svolgendo lezioni individuali e di gruppo; mentre circa 500 professionisti svolgono solo la libera professione (tra questi sono inclusi anche gli allenatori di club, legati quindi alla pratica sportiva agonistica). Difficile quantificare il fatturato generato dal movimento di «istruttori» delle nevi. Considerando che le tariffe dei maestri variano dalle 35 ai 45 all’ora, si può stimare in oltre venti milioni di euro il valore generato in una stagione dalla categoria trentina.
L’apertura sempre più decisa ai flussi turistici internazionali, però, ha portato anche la concorrenza a crescere. Si parla di centinaia di istruttori che entrano in Trentino per insegnare ogni stagione. Molti provenienti dall’Est Europa, ma anche da Francia, Irlanda e Belgio. Ingaggiati dai tour operator dei Paesi di provenienza dei turisti e autorizzati dalla Provincia all’esercizio temporaneo della professione. Panizza solleva due criticità. «Da un lato il rischio di un abbassamento della qualità di insegnamento sulla neve, da cui deriva minor sicurezza sulle piste. Dall’altro il rischio di concorrenza sleale a danno dei maestri che lavorano sul territorio con più continuità». Non solo. Sulle piste sono in aumento gli sciatori che si muovono in gruppo, insieme a semplici accompagnatori. Non maestri di sci che insegnano la tecnica, ma figure di «orientamento», quindi non munite di licenza. La legge non lo vieta. Ma per i maestri «in questo modo si generano fraintendimenti, oltre che concorrenza sleale».
A fronte di un turismo che non è più quello di 20 anni fa, i professionisti della montagna cercano nuove formule per rispondere alla sfida. La strada su cui lavorano i maestri di sci è duplice. Da un lato, lavorare sulle lezioni «affiancando all’aspetto tecnico il trasferimento di conoscenze del territorio». Dall’altro, spingere sulla formazione, soprattutto sulle lingue straniere. «Oltre l’80% dei nostri professionisti parla già l’inglese. Ma intendiamo organizzare corsi per insegnare le seconde lingue. In particolare, tedesco, francese e polacco. Ci stiamo impegnando per fornire un servizio migliore alla clientela estera, che talvolta arriva in Trentino con istruttori del proprio Paese al seguito. Poi, potremo valutare insieme alla Provincia un accordo per valorizzare le scuole sci, regolando maggiormente l’ingresso di maestri al seguito di tour operator stranieri. Alcuni ragionamenti sono già in corso».