I dati
venerdì 3 Novembre, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Le cifre della tempesta Vaia sono distanti. Non si è arrivati ai valori registrati tra il 27 e il 29 ottobre 2018. Ma si tratta comunque di precipitazioni «rare». Al Passo del Tonale e a Trento, negli ultimi quattro giorni, è caduta la pioggia che normalmente cade in tutto il mese di novembre. A Nago-Torbole addirittura il doppio. Il livello del lago di Garda ha fatto un balzo di ben 18 centimetri. La portata dei fiumi desta preoccupazione, ma «il rischio alluvionale è stato contenuto da una situazione di bassa pressione nell’Europa dell’est», spiega Andrea Piazza, previsore di Meteotrentino.
Cresce il livello del Garda
Un indicatore piuttosto significativo della quantità di pioggia è appunto l’altezza idrometrica del lago, ossia il livello dell’acqua rispetto all’asta metrica. Secondo i dati dell’Agenzia interregionale per il fiume Po — elaborati dalla Comunità del Garda — il 30 ottobre il bacino si attestava a quota 102,5 centimetri. Ieri è arrivato a un’altezza di 120 centimetri. Un incremento pari al 17 per cento. Due settimane fa il livello dell’acqua si fermava a 90 centimetri. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso, gravato dalla prolungata assenza di piogge, è eloquente: 27 centimetri, quattro volte meno.
Allo stato attuale il lago contiene 60,3 milioni di metri cubi d’acqua, di cui 22,3 provenienti dal fiume Sarca. Un contributo, non banale, è arrivato dall’apertura della galleria Adige-Garda: il canale scolmatore ha scaricato 3,11 milioni di metri cubi, ossia il 5,2% del volume totale del lago.
Quanta pioggia è caduta
Ma quanta pioggia è caduta? Rimanendo nella zona dell’Alto Garda, la stazione meteorologica di Torbole registra 204,2 millimetri di acqua dal 30 ottobre alle 19.30 di ieri. La media storica dell’intero mese di novembre — dal 1965 al 2022 — si attesta a 102,5 millimetri, ossia la metà della pioggia caduta negli ultimi quattro giorni.
Spostandoci sul capoluogo, la stazione di Trento Laste segna 136,8 millimetri, un valore superiore alla media storica di novembre, 114,1 millimetri.
Uno sguardo, infine, sulla Val di Sole. La stazione di Passo del Tonale rileva un accumulo di 132,6 millimetri, quanto la pioggia che cade normalmente nell’intero mese di novembre (126,3 millimetri).
Il confronto con Vaia
Precipitazioni elevate, ma non sui livelli di Vaia. Tra il 27 e il 29 ottobre 2018 — come si legge nel report di Meteotrentino — i quantitativi di pioggia caduti in 72 ore sul Trentino sono stati «decisamente eccezionali e danno conto di un valore medio per tutto il territorio pari a circa 275 millimetri, con punte massime superiori ai 600 millimetri in due stazioni (Passo Cereda e Pian delle Fugazze)». Cifre superiori anche agli attuali 200 millimetri di Torbole. «Negli ultimi giorni — riferisce Piazza di Meteotrentino, raggiunto al telefono nel primo pomeriggio di ieri — la media delle precipitazioni è stata di 70-100 millimetri. Siamo decisamente sotto ai valori di Vaia». Cinque anni fa, inoltre, in ben trenta località erano caduti da 300 a 500 millimetri di pioggia e in altre cinquanta da 200 a 300 millimetri. Solo una decina di stazioni avevano misurato meno di 200 millimetri, con valori minimi che comunque si attestavano sui 170 millimetri.
Questa volta, invece, la stazione che ha registrato i valori più alti, quella del Dos del Sabion (Pinzolo), è arrivata a 253 millimetri di pioggia, in quattro giorni.
Perturbazione anomala?
Negli ultimi giorni, tra la prima e la seconda perturbazione, abbiamo assistito ad un evento eccezionale? «Sulla carta sono normali perturbazioni atlantiche, che determinano precipitazioni intense e che possono verificarsi con valori pari a 20 millimetri di pioggia all’ora — spiega Piazza — La caratteristica di queste due perturbazioni consiste nell’essere particolarmente veloci perché nell’Europa dell’est la pressione è relativamente bassa, mentre se ci fosse stata una situazione di alta pressione il transito sarebbe stato più lento e quindi le precipitazioni avrebbero continuato per più giorni, in sostanza avremmo avuto un rischio alluvionale maggiore». Quindi, nonostante i valori superiori alla media, le conseguenze, i disagi, avrebbero potuto essere più pesanti.
il tour
di Redazione
Come sarà il Trentino tra 10 anni? Questo l'interrogativo al centro dell'iniziativa promossa da Fondazione Synthesis e dal T quotidiano. Nella prossima tappa si parlerà anche del futuro dell'Alto Garda