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giovedì 2 Novembre, 2023

Maltempo, ancora frane e disagi: alla Centrale Cedis 2 milioni di danni

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Restano evacuate 6 famiglie in val di Non, allerta altissima in Alto Garda

«La conta dei danni si farà superata la prossima perturbazione, che avrà un’ampia portata d’acqua e vedremo come evolveranno certe situazioni. Restano sotto la lente la zona ovest della provincia, il bacino del Sarca, il Chiese e il basso Trentino». Per il dirigente della protezione civile Raffaele De Col, si tratta quindi di attendere sviluppi prima di tirare le somme. Ma nelle ultime 24 ore alcune zone particolarmente colpite hanno fatto i conti con gravi danni.
Centrale Cedis di Lorina fuori uso
La Val Lorina, località al confine tra il Comune giudicariese e quello di Ledro, è stata devastata dalle acque, causando gravi danni alle strade e alle strutture del Consorzio Elettrico di Storo e mettendo fuori uso la centrale idroelettrica, che produce 1,7 milioni di KWh l’anno per un valore di 290mila euro. Secondo le prime stime, il danno si aggira attorno ai 2 milioni di euro, suddivisi tra i costi di ricostruzione e il valore della mancata produzione che si aggira attorno ai 6mila euro al giorno. Sempre secondo le prime stime nei prossimi mesi ci saranno dei rincari in bolletta per oltre 5.000 utenti.
«La massa d’acqua mista a detriti che si è abbattuta sulla Val Lorina ha distrutto il tratto di strada che va dalla nostra centrale all’invaso di accumulo — spiega il presidente del Consorzio Fausto Fiorile — Sotto il tratto stradale in questione c’erano anche le tubazioni di collegamento che sono state portate via dalla furia degli elementi, tranciando così l’afflusso dell’acqua alla centrale. Non solo. Nei tubi sono probabilmente entrati dei detriti e quindi abbiamo provveduto a bloccare l’afflusso alle turbine per evitare che eventuali impurità le raggiungessero e danneggiassero. Per ritornare all’operatività della centrale sarà necessario dunque provvedere ad un’azione di ripristino delle condotte, che dovranno venire contestualmente ripulite. Si tratta di interventi che richiederanno qualche tempo per venire implementati». Sulla questione costi Fiorile preferisce mantenersi prudente: «Al momento quantificare il danno in cifre precise non è né possibile né opportuno».
Fortunatamente le altre 2 centrali storiche, quella situata nel «Bùs da Mort» e la centrale più grande «Palvico ’87», sempre situate sul torrente Palvico, sono state riaperte dopo un temporaneo stop a causa della la presenza di numerosi detriti nei pressi delle opere di captazione.
Si è infine già parlato di potenziali aumenti delle bollette, ma per Fiorile anche in questo caso si tratta di valutazioni premature: «Il Cedis ha sempre avuto un occhio d’attenzione ai suoi associati, per cui faremo di tutto per non andare a far ricadere eventuali costi su di loro».
Val di Non, famiglie evacuate
Restano evacuate le 6 famiglie, per un totale di 16 persone, che nella località di Cloz, frazione del Comune di Novella, hanno lasciato le proprie abitazioni a causa degli smottamenti che hanno reso instabile l’area.
Ancora frane e smottamenti
Nella giornata di ieri si sono verificati ancora smottamenti. A Denno, ha ceduto una parte di terreno a ridosso della provinciale, richiedendo l’intervento dei vigili del fuoco. A Trento, 400 metri cubi di terra e roccia si sono abbattuti su un cantiere di una casa in costruzione in via Pietrastretta. A Roncone, uno smottamento ha interessato la strada provinciale 242 verso la Pozza. A Cologna, infine, una frana importante ha invaso l’abitato.
Allerta altissima in Alto Garda
Alessandro Betta, il sindaco di Arco, resta preoccupato in vista delle prossime ore. Il peggio, forse, non è ancora passato. “Siamo di nuovo in allerta – ha detto Betta – ma speriamo non cada la quantità di acqua dei giorni scorsi, quando abbiamo registrato circa 110 millimetri d’acqua in poche ore, su un territorio piccolo come il nostro, solo 65 chilometri quadrati».
Le intense perturbazioni delle ultime ore stanno anche comportando un intorbamento di falde e sorgenti. Per questo, considerato che la torbidità dell’acqua è dovuta probabilmente a materiale terroso disciolto nell’acqua stessa, il sindaco di Ledro Renato Girardi ha ritenuto di emanare un’ordinanza che obbliga la popolazione a bollire l’acqua erogata dall’acquedotto per uso potabile.
Intanto sul fronte viabilità la situazione è tornata normale. La strada della Maza riaperta martedì pomeriggio ha anticipato le riaperture della Gardesana orientale – colpita da una frana all’altezza di Tempesta -, della statale 240 in località Ampola e tra Prè e Molina (entrambe a senso unico alternato), due punti in cui scariche di sassi sulla carreggiata avevano interrotto la circolazione. Restano chiuse invece le strade che portano dall’Ampola a Passo Tremalzo e la strada per Velo al chilometro 3.
Servizi preventivi
Nelle scorse ore decine di operatori, tra cui i vigili del fuoco, hanno monitorato il territorio nelle aree più critiche per riuscire ad intervenire con più efficacia in situazioni di emergenza che dovessero registrarsi oggi. All’opera anche 160 operai Geologico e Bacini montani, dove si interviene con “laminazioni”, abbassamenti preventivi dei livelli dell’acqua.