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mercoledì 29 Gennaio, 2025
Maltempo, in Trentino caduti 60 millimetri d’acqua: gli effetti della tempesta Herminia tra frane e smottamenti
di Davide Orsato
A Moena, in località Fango un albero è caduto sui tralicci dell’alta tensione, prendendo fuoco

Una giornata piovosissima… di inizio aprile. Con tanto di venti di tempesta, atlantici, primaverili, e tanta tanta pioggia fino a quote altissime. Ieri mattina alle 8 pioveva a Trento, con 7 gradi e pioveva sul punto più alto del Bondone, Cima Palon, quasi 2.100 metri. Ma pioveva anche nel cuore del parco dell’Adamello Brenta, sul Grostè, a rifugio Graffer. E lì siamo a quasi 2.300 metri di quota. Sono gli effetti visti dal Trentino della tempesta Herminia, la forte perturbazione di origine oceanica che sta sconquassando in questi giorni l’Europa. E che, al pari, degli analoghi, famigerati eventi che l’hanno preceduta (Xynthia, nel 2010 e Kyrill nel 2007, con i 26 gradi da Föhn registrati in provincia di Cuneo) porta con sé un’ondata di caldo in grado di raggiungere i territori dell’«orso» siberiano, ossia il gelido campo di alta pressione di natura continentale. Ed ecco, dunque, che a Mosca piove da giorni, così come nelle cime delle Dolomiti. E di pioggia ne ha caduta davvero tanta: con una forbice che, per il grosso del Trentino, va dai 25 ai 60 millimetri d’acqua. Un buon recupero dopo i mesi di novembre e dicembre un po’ «stitici». Il picco delle precipitazioni, secondo i dati di Meteotrentino, si è raggiunto a Zuclo, con 100 millimetri in un giorno, ma anche sul già citato Bondone, il pluviometro ne ha contati 75. Oltre i 2300 metri di quota sono caduti dai 30 ai 60 centimetri di neve: una delle nevicate più copiose dell’anno… ad alta quota. Tanta energia nell’atmosfera ha portato anche a una sorpresa: un po’ di grandine, senza danni, a Rovereto. Era atteso anche molto vento, che ha soffiato, in particolare nel Trentino orientale. Diversi gli interventi dei corpi dei vigili del fuoco per taglio pianta: il più impegnativo, attorno a mezzogiorno di ieri, è stato a Moena, in località Fango, dove un albero è caduto sui tralicci dell’alta tensione, prendendo fuoco. Tanta pioggia ha portato anche a una serie di smottamenti: tra Dardine e Mollaro, in val di Non, dove è stato necessario chiudere per qualche tempo anche la strada. Tra Nago e Torbole, sulla statale 240, chiusa per circa mezzora attorno alle 6 del mattino. E di nuovo a Moena, dove una piccola frana è caduta proprio vicino alla caserma dei vigili del fuoco, sempre nella mattinata di ieri. Interventi anche a Montevaccino e in Vallagarina: a Castellana di Villa Lagarina, Isera e Mori. Tanta pioggia è stata probabilmente all’origine dell’incidente che, ieri mattina attorno alle 9, ha paralizzato la Valsugana e la tangenziale di Trento: un camion è finito fuori strada alla galleria dei Crozi. I rallentamenti sono continuati fino al primo pomeriggio. Una tregua durata poco: alle 17.30, un secondo incidente tra le uscite 6 e 7 ha intasato nuovamente la tangenziale. Il 28 gennaio non è ancora uno dei «tre giorni della merla», secondo la tradizione (comprovata da una tendenza climatica, almeno fino al recente passato) molto freddi. Certo che avere tanto caldo a fine gennaio fa impressione: la soglia dei venti gradi è stata sfiorata in molte località del Centro-Nord. Un parziale rientro alla normalità si è avuto ieri sera, con un abbassamento fino a 1.300 metri della quota neve: il primo effetto è stata la chiusura del passo Fedaia. Per neve e forte vento è stata chiusa anche la skiarea del ghiacciaio Presena e di Marilleva, dopo quella — annunciata già nei giorni scorsi — sul Bondone. Anche molti rifugi hanno chiuso, consigliando a chi era interessato a un’escursione di stare a casa: troppo pericoloso, anche per la scarsa visibilità. Da oggi tornerà il bel tempo, ma sarà ancora mite, con massime circa dieci gradi nei fondovalle e minime sopra lo zero, benché di poco. Lo zero termico è previsto attorno ai millecento metri: il rischio valanghe è alto, fino al grado 4, il massimo, nel Trentino occidentale. Sarà così almeno fino a fine settimana. Poi potrebbe arrivare un po’ di freddo «stagionale». Ma il condizionale è d’obbligo.
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