Agricoltura

giovedì 20 Luglio, 2023

Maltempo, la conta dei danni per l’agricoltura: grandine in Rotaliana, Pinè, Caldonazzo

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L’incontro al Consorzio con Provincia e soci: «Investiamo di più sulla prevenzione»

Gli eventi atmosferici anomali e che ricordano sempre più un meteo tropicale hanno investito nuovamente il Trentino. Ieri la grandine si è abbattuta anche sulla piana Rotaliana nelle zone di Mezzolombardo e Mezzocorona e in Valsugana, come a Caldonazzo, Tenna e Canale di Pergine. Forti temporali si sono poi registrati in tutta la provincia. Una prima ondata aveva colpito il Trentino già martedì sera, con raffiche fino a 90 chilometri orari e forti temporali con eventi grandinigeni. Nelle valli settentrionali Fassa e Alta val Di Fiemme, le più colpite, si fanno ancora i conti con i danni e con gli interventi di stabilizzazione. Mentre in Alta Valsugana, a Pergine e Levico, come anche a Coredo e Marano (Isera), gli eventi di martedì sono stati di lieve entità.
Resta in allerta il settore
agricoltura, con la speranza che l’annata ripercorra una tendenza più vicina all’anno scorso che
al periodo 2017-2021, durante
il quale gli eventi atmosferici anomali avevano avuto un pesante impatto sul sistema agrario. Rimane alta l’attenzione nei confronti di quello che è il sistema di gestione del rischio. Proprio nel cuore della bufera di martedì si è tenuta l’assemblea del Consorzio Difesa Produttori Agricoli (Codipra) per fare il punto della situazione sulla gestione del rischio. Alla riunione hanno partecipato, oltre alla direttrice generale Marica Sartori e al presidente Giovanni Menapace, l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, il dirigente generale del Dipartimento agricoltura foreste e fauna Romano Masè e Andrea Berti, direttore di Asnacodi, l’associazione che raccogli i Consorzi italiani. Erano presenti anche i rappresentanti del nuovo fondo mutualistico e i delegati dei soci.
«La gestione del rischio va integrata con investimenti di difesa attiva in un’ottica di razionalizzazione della spesa pubblica – dichiara Sartori – Proprio perché ora l’innovazione tecnologica mette a disposizione strumenti per rendere sostenibile il sistema. Penso, ad esempio, a reti antigrandine estese o ad impianti antibrina». Secondo quanto riporta la direttrice, il Trentino ha già una cultura della protezione assicurativa ben radicata, che si riflette in un alto tasso di adesione ai servizi. Le aziende provviste di copertura sono infatti il 95 per cento nella produzione melicola e il 75 per cento in quella vitivinicola. «Si può fare di più ma sono valori importanti», aggiunge. Per le misure della gestione del rischio, polizze e fondi, la Comunità europea e il fondo mutualistico nazionale AgriCat stanziano quasi 3,6 miliardi di euro. Di questi, il Consorzio di Trento riesce ad intercettare oltre 50 milioni per i propri agricoltori. «Stiamo parlando del 14 per cento che è una percentuale importante se si considera che il nostro Pil agricolo si aggira attorno all’1,5 per cento», spiega la direttrice.
Non manca, poi, il supporto della Provincia che negli ultimi due anni ha messo a disposizione 5 milioni di euro per iniziative mutualistiche che coprono, fra le altre cose, anche danni alle strutture e agli impianti produttivi.
Il direttore Menapace ha commentato così l’incontro: «È stato un momento importante per conoscere le ultime evoluzioni della gestione del rischio nella nostra provincia e a livello nazionale in condivisione con i rappresentanti della nostra compagine sociale. Stiamo vivendo una fase di cambiamenti straordinari per il sistema della gestione del rischio in agricoltura che, necessariamente, deve evolversi per far fronte alle richieste dei nostri associati».
È poi entrato nel dettaglio sugli ultimi sviluppi: «L’approvazione, nel gennaio del 2023, del nuovo Regolamento Comunitario Aber, ha dato il via ad un processo di revisione e di aggiornamento del Fondo. Tale strumento è nato nel 2002 per consentire una soluzione di copertura di una parte integrativa del valore mercuriale delle produzioni agricole danneggiate, garantito dalla polizza classica per danni da eventi atmosferici e fitopatie».
Il mondo agricolo sembra dunque protetto e al netto degli indennizzi concentra gli sforzi sulla prevenzione.