L'inchiesta

lunedì 3 Febbraio, 2025

Maltrattamenti a ginecologia, Tateo dopo l’assoluzione: «Ora devo recuperare, non ne voglio parlare»

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L'ex primario sceglie poche parole dopo la pronuncia dei giudici. Erano 21 le parti offese, tra cui la ginecologa forlivese Sara Pedri, sparita e introvabile dal 4 marzo 2021, dopo aver dato le dimissioni

Saverio Tateo risponde con tono pacato, ringrazia anche della telefonata, ma non si sofferma in dichiarazioni, non esterna emozioni nemmeno ora che, con la sentenza di assoluzione, si è finalmente scrollato di dosso quella pesante e fastidiosa accusa che si portava suo malgrado al seguito da quasi quattro anni. Quella cioè di aver maltrattato il personale nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Chiara che dirigeva con la sua allora vice Liliana Mereu. Maltrattamenti – per l’accusa che non ha retto – di 21 parti offese, tra cui la ginecologa forlivese Sara Pedri, sparita e introvabile dal 4 marzo 2021, dopo aver dato le dimissioni.

Una brutta vicenda da archiviare in fretta. «Non ho voglia di parlarne, ora devo solo recuperare» si limita a riferire il dottor Tateo al telefono, probabilmente già oltre confine, in Francia, dove lavora da quando l’azienda sanitaria di Trento l’ha messo alla porta. E quel «devo solo recuperare» – che si potrebbe tradurre con un «devo smaltire o riprendermi» – la dice lunga su quanto la vicenda processuale, che si è inevitabilmente intersecata con quella professionale, abbia inciso nella sua persona.

«Per lui è stata una gogna, è finita ma rimangono comunque i segni – aveva detto venerdì il suo legale, Salvatore Scuto – Tateo ha sempre protestato la sua innocenza in modo documentato e ragionato, riconducendo a dinamiche di confronto lavorativo gli episodi contestati. L’assoluzione non ci ha sorpreso».

Mantiene il silenzio anche la dottoressa Liliana Mereu, rientrata a Catania. «Se ho dichiarazioni? Nessuna, basta il giudice» aveva risposto venerdì, dopo la sentenza, superato il muro di giornalisti e telecamere, ed esternato un gesto di esultanza. «Mereu ha pagato tanto, è stata anche costretta a cambiare città – commenta il suo avvocato Franco Rossi Galante – Questa sentenza restituisce la vita e la dignità ai due professionisti. Un esito che ci aspettavamo: era già tutto nelle carte d’inchiesta».