la causa
giovedì 9 Marzo, 2023
di Redazione
Un appello per la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione in Alto Adige. Un manifesto, già firmato da 200 esponenti della società civile, tra i quali anche molti trentini, per esprimere solidarietà nei confronti di Salto.Bz, il portale online che è stato raggiunto dalle accuse di stalking mediatico da parte del gruppo Athesia, gigante dell’editoria e dell’informazione che detiene l’80% della stampa regionale.
Nel manifesto, il cui primo firmatario è lo storico ed ex consigliere provinciale dei Verdi Hans Heiss, si legge: «In Alto Adige, la libertà e il pluralismo della stampa e dei media hanno conosciuto tempi non troppo felici. Sono stati conquistati faticosamente per le minoranze linguistiche e il pluralismo si è fatto strada lentamente, anche se con ripetute battute d’arresto. Nonostante il dominio di una casa mediatica, Athesia, che ne controlla circa l’80% a livello regionale, il pluralismo è ancora preservato, anche se con grande difficoltà. E’ tanto più grave, quindi, se Athesia, il più potente attore nel mondo dei media altoatesini, intraprende una massiccia e minacciosa azione legale contro un piccolo concorrente come Salto.bz. Il presidente di Athesia-Druck, Michl Ebner, vuole citare Salto.bz, Christoph Franceschini e la redazione per diffamazione davanti al tribunale di Bolzano e chiedere un elevato risarcimento danni… Sembra evidente, che i responsabili di Athesia non intendono il giornalismo come mero dovere di informazione, ma anche come uno strumento di potere. Lo stesso mezzo di comunicazione che spesso manca di obiettività nei confronti di avversari politici o antagonisti, intraprende azioni legali contro gli attacchi di un piccolo mezzo di comunicazione come Salto.bz per intimidirlo o addirittura metterlo a tacere. Un’opinione pubblica democratica deve difendersi da attacchi di questo tipo. Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Salto.bz e a Christoph Franceschini, agli altri autori Lisa Maria Gasser, Paolo Ghezzi, Fabio Gobbato, Wolfgang Mayr e li incoraggiamo a continuare sulla strada del giornalismo illuminante, investigativo e d’opinione. Athesia, invece, farebbe bene a ritirare la denuncia: nell’interesse della libertà di stampa e di opinione, ma anche per risparmiarsi un forte imbarazzo».
Il manifesto è firmato da uomini di cultura, esponenti del mondo dell’economia, delle professioni, politici, giornalisti. Tra gli altri Massimo Alberizzi, ex inviato del Corriere della Sera, Fausto Manzana, presidente Confindustria Trento, Magdalena Amonn editrice di Ff, Alberto Folgheraiter, giornalista e scrittore di Trento, Marco Boato, ex parlamentare dei Verdi, Luca Barbieri, giornalista e imprenditore della comunicazione, Massimo Cerniglia, avvocato e professore, Pippo Civati, ex esponente del Pd ed editore, Lucia Coppola, consigliera dei Verdi, Michil Costa, albergatore di Corvara e fondatore della Maratona dles Dolomites, Luca D’Andrea, scrittore di fama internazionale di Bolzano, Riccardo Dello Sbarba, consigliere provinciale dei Verdi, Simona Fossati, consigliera dell’associazione lombarda dei giornalisti, Brigitte Foppa, consigliera provinciale dei Verdi, Lucio Giudiceandrea, giornalista Rai di Bolzano, Cristina Kury, ex consigliera dei Verdi, Florian Kronbichler, giornalista ed ex parlamentare, Pius Leitner, ex consigliere dei Freiheitlichen, Gunther Pallaver, professore universitario di Bronzolo, Francesco Palermo, ex parlamentare del Pd e costituzionalista, Edi Rabini, Fondazione Langer Bolzano, Luigi Spagnolli, senatore di Bolzano, Martha Stocker, ex assessora provinciale alla sanità Bolzano, Arnold Tribus, direttore del Tageszeitung, Jacopo Zannini di Rovereto, Carlo Alberto Zanella presidente del Cai Alto Adige, Toni Visentini giornalista Bolzano.
Dal canto suo il gruppo Athesia ha inviato una nota firmata dal suo avvocato, Giancarlo Massari, per rispondere a Salto.Bz: «I contenuti, per come esposti dai legali di Salto e dal legale rappresentante di Demos.02, sono stati confezionati in maniera tale da mistificare il reale oggetto e portata dell’iniziativa di miei mandanti. L’aver scientemente spostato il baricentro della questione, prettamente tecnica, portandola dalla trattazione di aspetti squisitamente giuridici ad una semplicistica trattazione del diritto di cronaca e dell’art. 21 della Costituzione, tradisce l’intento di sviare l’opinione pubblica. Non sono, così come si è voluto far credere, solo 58 gli articoli pubblicati da Salto nel quadriennio. Centinaia sono state le pubblicazioni che sono apparse sul portale Salto e che, per un motivo o per l’altro, si occupano di Athesia e/o della famiglia Ebner suggerendo un loro coinvolgimento in attività poco trasparenti. 58 sono “solo” gli articoli che, come si avrà modo di dimostrare nella sede a ciò deputata, hanno travalicato un legittimo, equilibrato e corretto esercizio del diritto di critica. Tendenzioso è stato limitarsi ad affermare che Athesia chieda 150.000 euro di danni, così inducendo a credere che si voglia speculare economicamente, danneggiare o intimidire. Non aver precisato che l’intero importo verrà devoluto in beneficenza. L’iniziativa proposta da Athesia non ha in alcun modo ad oggetto la volontà di censurare la redazione di Salto bensì quella di far valere il proprio legittimo diritto a non essere diffamata».
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