Fiemme e Fassa

lunedì 31 Ottobre, 2022

Marcia per Fiemme e Fassa: «tra Brt, nuovo ospedale e Lagorai le nostre valli rischiano di essere stravolte, vogliamo essere coinvolti»

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A Cavalese una partecipata manifestazione ha fatto il punto sulle tante opere discusse nelle due valli. Gli abitanti chiedono di essere partecipi del futuro del proprio territorio.

Se il Comitato «Vicini al Lagorai», ora trasformatosi in associazione, sta lavorando per contrastare la trasformazione in rifugio-ristorante di malga Lagorai e il nuovo gruppo di informazione sul BRT, dopo aver presentato le proprie osservazioni assieme ad altre associazioni e singoli cittadini, si è posto l’obbiettivo di seguire lo sviluppo della nuova mobilità in Fiemme e Fassa e tenere informati i cittadini, anche la vicenda della «Città della salute» approvata recentemente dal Navip, vedrà con ogni probabilità la nascita di un Comitato per contrastare la costruzione di un nuovo ospedale nell’«orto dei pezi» a Masi di Cavalese, e sostenere invece l’ipotesi della ricostruzione di un nuovo ospedale (non di una ristrutturazione è stato ribadito) sul sito dell’attuale nosocomio di Cavalese.
Lo si è capito dalle parole di Gigi Casanova, ambientalista, esponente di  Onda, che in una dettagliata relazione ha illustrato le vicende dell’ospedale dal 2017 ad oggi a conclusione della «Marcia per Fiemme e Fassa» organizzata ieri mattina per «ripensare le nostre valli», chiedendo maggiore informazione e coinvolgimento della popolazione sui progetti che «incombono» sul territorio.
Certo è che se tutti e tre i progetti andranno in porto, il territorio di Fiemme e Fassa subirà un impatto notevole. Parcheggi estesi come una ventina di campi da calcio, nuove corsie per una dozzina di chilometri per quanto riguarda il BRT, 32.043 mq. di superficie occupata, 110.000 metri cubi. Per un’altezza di 13 metri, più 3000 mq. per le strade, per quanto riguarda l’ospedale, cui si aggiunge la pista di skiroll a Lago di Tesero per una superficie di 15.000 mq.
Sono alcuni numeri emersi nel corso della manifestazione, iniziata in mattinata a Ziano dove alcuni giovani hanno illustrato le criticità del Bus Rapid Transit anche per quanto riguarda i risultati che potrà ottenere. Tra l’altro è stato presentato anche uno studio preliminare «rubato» dal sito della Comunità territoriale antecedente a quello presentato a settembre a Cavalese e San Giovanni, in cui comparivano ulteriori parcheggi (come un lungo prolungamento dell’attuale parcheggio del Cermìs) che sono stati evidentemente cassati dalle amministrazioni comunali cui quella prima stesura pare essere destinata. Una sessantina i partecipanti sulla piazza di Ziano che si sono ridotti ad una quarantina verso il Centro del fondo di Lago di Tesero dove Davide Ventura di «Vicini al Lagorai» ha ripercorso le tappe del progetto Translagorai. «E’ il caso di ricordare una regola fondamentale del progetto Translagorai – ha commentato – le strutture recuperate devono essere trasformate in strutture ricettive. Quindi dal Lagorai delle malghe si sta passando al Lagorai dei rifugi e dei ristoranti».
Fuori programma, Giuliana Iellici ha illustrato l’impatto della pista di skiroll: 4 m. di larghezza e 6 di ingombro, 10.000 mq. di terreno agricolo di pregio, difficoltà di accesso per contadini e proprietari per una pista utilizzabile solo dagli agonisti date le sensibili pendenze.
Con pochi cartelli: «Bene comune prima del profitto», «Credo più al Salvanel che ai nostri politici» e niente bandiere, il corteo è giunto all’ormai noto ex «orto dei pezi», un vivaio che secondo Casanova era il migliore d’Europa e dove Mak Costruzioni associata in Ati (associazione temporanea d’imprese), assieme a Siram costruzioni, Dolomiti Energia Solutions s.r.l. e Banca Intesa come ente finanziatore, ha proposto la costruzione del nuovo ospedale.
Alla ricostruzione dei fatti è seguito l’elenco delle problematiche: Il progetto, conosciuto ormai da tre anni dalla Comunità di valle e in Provincia, non è mai stato presentato ai residenti delle valli dell’Avisio; l’area prescelta è indicata dal piano Urbanistico provinciale come area agricola di pregio, quindi una invariante urbanistica, inderogabile se non in presenza di condizioni precise che nessuno sa se siano presenti nel progetto; l’area è zona a elevato rischio idrogeologico. Non solo perché area esondabile dell’Avisio, ma per la prossimità del rio Lagorai; la zona è area di tutela paesaggistica e ambientale e non è indicata come zona di servizi nel Piano Urbanistico provinciale, oltre a non essere prevista strutturabile dal Piano regolatore di Cavalese.
E i politici? Sono davvero meno credibili delle fiabe? Un esponente del PD commentava lungo il percorso: «sì, ma il primo ad organizzare un affollato dibattito informativo sulla Translagorai è stato il PD e a presentare giorni fa una mozione sull’ospedale (peraltro bocciata) è stato il consigliere Manica, così come abbiamo presentato le osservazioni sul BRT».
E quando l’ex sindaco di Lona Lases ha ricordato che anche Cia di Fratelli d’Italia ha votato la mozione, Casanova ha sottolineato la sua incoerenza e l’ambiguità delle sue posizioni. Nessuno però ha ricordato il ruolo del consigliere teserano Piero Degodenz che, assieme a Lorenzo Ossanna, non ha partecipato alla votazione.
Eppure adesso, anche se solo adesso, sarà la politica che dovrà scegliere ciò che finora ha deciso solo la Mak e il Navip.