L'evento

giovedì 23 Gennaio, 2025

Marcialonga e la carica degli 8mila: domenica l’edizione numero 52

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Il ricordo di Corradini: «Eravamo in 3 su 80 a puntare sulla tecnica classica. Ci scommisi 50 pranzi, che vinsi»

Entusiasmo. Questa la parola d’ordine che accompagna, da oltre mezzo secolo, il Comitato organizzatore della Marcialonga. Certo, contribuiscono – e non poco – pure i paesaggi (talvolta bianchi, sempre più spesso verdeggianti pure d’inverno) delle Valli di Fiemme e Fassa, incastonate tra le Dolomiti, il Latemar e il Lagorai. Danno una mano pure i tracciati, che si sviluppano dagli 850 metri del punto più basso, nella zona di Molina, ai 1400 metri di Canazei, dove da sempre si effettua il giro di boa per dirigersi verso Cavalese, quando il contachilometri avviato alla partenza di Moena si avvicina al numero 20. Però il tocco magico che trasforma questi ingredienti in un cocktail che nemmeno il più scafato barman sarebbe in grado di replicare è l’entusiasmo. L’ha ripetuto più volte anche martedì – nella presentazione ospitata da Cavit – Angelo Corradini, presidente di un comitato organizzatore che sta rifinendo gli ultimi dettagli in vista del fine settimana. «In questo campo, così come in altri dello sport e della vita – ha evidenziato Corradini – senza entusiasmo non si va da nessuna parte. E nel nostro gruppo questo sentimento contagia tutti, dal vertice dell’organizzazione all’ultimo dei volontari, passando per le amministrazioni locali e, ovviamente, gli atleti». Gli ha fatto eco Alberto Kostner, sindaco di Moena. «Il nostro territorio – ha sottolineato il primo cittadino della «Fata delle Dolomiti» – ospita la partenza, e il successivo passaggio in discesa che il nuovo tracciato prevede in centro paese, così da coinvolgere maggiormente la comunità. In pratica buona parte dell’abitato è occupata per diverso tempo, ma l’entusiasmo cancella anche quelli che potrebbero rivelarsi dei problemi». Pure Sergio Finato, sindaco di Cavalese, non ha potuto far altro che spendere parole d’elogio per l’evento. «Sono convinto – la constatazione di Finato – che se la nostra Valle tra un anno ospiterà le Olimpiadi, sarà anche per merito di Marcialonga». Domenica, con la granfondo che scatterà alle 8 da Moena e che per qualcuno si chiuderà a Cavalese a notte inoltrata, calerà il sipario su un mese particolarmente intenso per lo sci fiemmese. «Tra Tour de Ski, campionati italiani giovanili, Skiri Trophy e Marcialonga, in gennaio le Valli di Fiemme e Fassa sono state il centro nevralgico del fondo italiano, e non solo», ha sentenziato con orgoglio Tiziano Mellarini, presidente del Comitato trentino della Fisi. E che festa sia, quindi. Tra i circa 200 professionisti, le migliaia di «bisonti» e chi parteciperà agli eventi collaterali, saranno circa 8200 i partecipanti al weekend avisiano. «A conferma del forte carattere internazionale della nostra manifestazione – ha specificato Davide Stoffie, segretario generale del comitato organizzatore – al via ci saranno circa 5000 atleti stranieri provenienti da oltre 40 nazioni diverse, e 3000 italiani, dei quali oltre la metà provengono dal Trentino». Tutti rigorosamente con gli sci paralleli, questo da oltre due decenni, da quando qualcuno capì che la tecnica classica avrebbe assicurato il botto. «Alla vigilia dell’edizione numero 30 – raccontano Corradini e l’olimpionico Franco Nones – eravamo noi due e Gigi Marinolli gli unici 3, su un gruppo di 80, a credere nella tecnica classica. Gli altri non volevano abbandonare la tecnica libera… Fatto sta – sorride Corradini – che feci una scommessa, convinto che con gli sci nei binari avremmo superato quota 5000 iscritti, partendo dai circa 3500 dell’epoca della gara a skating. Cosa c’era in palio? Qualcosa come 50 pranzi. Che ovviamente mi sono gustato, uno dopo l’altro, visto che siamo andati anche oltre le mie aspettative». «Io vi dico un’altra cosa – aggiunge Nones – ovvero che secondo me chi porta a termine la Marcialonga torna a casa più soddisfatto di chi partecipa alla Vasaloppet (la granfondo svedese che vede al via oltre 15mila sciatori, ndr), perché qui l’atmosfera è unica». Lo sa bene, tra i tanti, pure Christoph Wolfsegger, austriaco che il 31 maggio compirà 94 anni, e che domenica sarà nuovamente ai nastri di partenza, stavolta col pettorale numero 5089.