Il racconto

lunedì 27 Gennaio, 2025

Marcialonga, l’emozione di Nygaard: «È una vittoria che non osavo sognare»

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Fleten: «Doppia caduta, poi finalmente sola». L’altoatesina Patscheider felice: «Super contenta»

«Incredibile. Quasi non osavo sognare che questo giorno sarebbe arrivato. E ora sono così grato e riconoscente per la vittoria». Dopo anni di piazzamenti Andreas Nygaard ha centrato il suo obiettivo (clicca qui per l’edizione speciale e gratuita dedicata alla Marcialonga). Al traguardo di Cavalese è quasi commosso, ma trova le parole per raccontare la gara. «Avevamo degli sci fantastici, e non si vince questa gara senza sci fantastici – spiega – La pista era abbastanza buona per i primi. La salita della Cascata è stata un po’ dura, ma è sempre così. E il ritmo è stato piuttosto duro fin dall’inizio. C’è stata un po’ di tattica, ma è difficile in questa gara sapere esattamente cosa fare». Non mancano i ringraziamennti. «Voglio dedicare questa vittoria ai fratelli Aukland, perché senza di loro non sarei mai stato qui. Ma sicuramente anche la mia fidanzata ha avuto un ruolo importante».
Lo svedese Max Novak legge il secondo posto come un successo. «È andato tutto bene. – dice senza rimpianti – Sia gli sci che la mia forma fisica erano super. Dopo Predazzo, quando Andreas e Amund hanno aumentato il passo sono riuscito a tenere il distacco». Più affaticato l’altro norvegese Amund Hoel che ha completato il podio. «È stata davvero dura – sostiene – Le condizioni sono state difficili e ho dovuto lavorare molto duramente. Nella seconda parte avevo dei buoni sci quindi ho cercato di andare in fuga. Sono un po’ deluso dalla battaglia finale. Sapevo di dover stare in un gruppetto per vincere, ma gli altri erano più forti di me nell’ultima salita».
Più soddisfatto il primo degli italiani, Lorenzo Busin, arrivato trentaduesimo. «Penso sia andata bene. È stata durissima già dall’inizio, a salire verso Canazei. C’era un ritmo spaventoso con trainate incredibili e un po’ ho pagato a scollinare a Canazei sullo sprint, proprio ultimo del gruppo. Ho perso i primi per poco a scendere e poi sono stato in un gruppetto fino alla fine. Nonostante la pioggia la pista era in ottime condizioni».
In campo femminile Emilie Fleten ricostruisce la sua gara quasi ad inseguimento. «Avevo quasi recuperato il gruppo di testa – spiega la norvegese – quando sono caduta per la seconda volta. Ma nell’ultimo tratto sono riuscita a trovare un po’ di energia e ho dato il massimo fino alla fine. Nella salita della Cascata ero quasi da sola ed è stato un grande sollievo. Pensavo: “So che se ho un piccolo distacco, è difficile colmarlo per le altre”. Quindi ho cercato di spingere, spingere e spingere». Fino alla festa per un fantastico bisE poi ho potuto festeggiare al traguardo. Silje Oeyre Slind, seconda al traguardo, usa il meteo come chiave di lettura per la sua prestazione e omaggia la connazionale vincitrice: «È stata una gara molto dura. La pista era un po’ bagnata e scivolosa quindi è stata impegnativa fino alla fine. Emilie è stata più forte. Sono comunque molto felice di com’è andata oggi». Invece Anikken Gjerde Alnaes è tutto sommato soddisfatta, considerate le sue condizioni fisiche. «Penso – spiega – che sia stato un po’ difficile nelle parti ripide a causa del mio ginocchio. Puntavo a conquistare il podio e sono felice di esserci riuscita. Forse sono più forte con 12 viti e una placca nel ginocchio…Non lo so. Sicuramente funziona».
La nota più lieta in assoluto per i colori azzurri è quella di Michaela Patscheider, l’altoatesina quindicesima a Cavalese. E lei ne è convinta: «Finalmente è stata una gara veramente buona dall’inizio fino alla fine. Sono veramente super contenta. Ci tenevo un sacco fare bene oggi e ci sono riuscita, anche con queste condizioni meteo. Non è stato comunque facile, soprattutto per la neve. Non era lenta, però nelle discese ad esempio l’equilibrio ne risentiva, non è stato facile, però è andata bene».