La proposta

domenica 28 Luglio, 2024

Margherita Hack batte Berlusconi, 50mila firme per intitolare alla scienziata Malpensa

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L'appello per la dedica all'astrofisica lanciato dal Trentino sul sito Change.org diventa virale
Margherita Hack (LaPresse)

Tallona la raccolta di firme per modificare il calendario scolastico italiana e ha già doppiato quella per istituire una commissione d’inchiesta sul Superbonus. «Dedichiamo l’aeroporto di Malpensa a Margherita Hack» ha superato alle 17 di ieri le 50mila firme ed è, in questo momento, una delle più popolari in lingua italiana sulla conosciutissima piattaforma Change.org. In tanti avranno visto il link condiviso sui social, qualcuno avrà ricevuto l’invito a firmare su Whatsapp, pochi, anche in Trentino, sanno che la petizione è nata in val Rendena, per iniziativa di Alessandro Giacomini, consigliere comunale di Massimeno, già segretario dei «Laici Trentini», referente locale dello Uaar (Unione atei, agnostici e razionalisti) e volto di tante battaglie culturali, con il gusto della provocazione (l’ultima: vietare il battesimo ai minori di dodici anni). Ma, soprattutto, Giacomini è stato amico e fiduciario testamentario di Margherita Hack. Non si tratta solo di dedicare un’importante infrastruttura a una grande scienziata, ma anche di «sbattezzare» (termine caro a Giacomini) l’aeroporto dalla recente intitolazione a Silvio Berlusconi, avvenuto con una velocità irrituale. «La petizione sta avendo un successo oltre ogni aspettativa — spiega Giacomini — non solo il risultato è arrivato in mendo di venti giorni, ma le adesioni non accennano a smettere: riceviamo cinquemila firme al giorno». C’è tanto entusiasmo («quale posto più giusto di un aeroporto, la porta del cielo, per ricordare Margherita Hack?», si legge in un commento), ma anche qualche critica. «Ci dicono che Hack, fiorentina, poi legata a Trieste c’entri poco con la Lombardia — prosegue Giacomini — forse perché pochi sanno che, dal 1954 al 1963 ha lavorato all’osservatorio di Merate, all’epoca il più grande d’Europa e che, proprio lì, ha firmato alcuni degli studi che, in seguito, l’hanno calcolato al Nobel: siamo a pochi chilometri in linea d’aria dall’aeroporto di Malpensa». La proposta, come si diceva, non nasce solo per «onorare e ricordare Margherita Hack» ma anche per contrastare la scelta di intitolarlo all’ex presidente del consiglio e fondatore di Forza Italia. «Con Berlusconi ho avuto anche occasione di discutere — ricorda Giacomini — era una persona simpatica. Ma, con tutto il rispetto, forse sarebbe più opportuno intitolargli una casa circondariale. Battute a parte, stupiscono le modalità con cui è avvenuta questa intitolazione, senza dialogo e con una singola persona, il presidente di Enac, Pierlugi Di Palma, che ha rivendicato di essere l’unico artefici della scelta». Giacomini non intende fermarsi alla petizione online: «Scriverò una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al prefetto competente. Cinquantamila firme non sono da sottovalutare, sono quelle sufficienti per presentare un’iniziativa di legge popolare. Ma non è solo questione di numeri». Giacomini cita una legge, la 1188 del 1927, tuttora in vigore. Il testo recita chiaramente: «Nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l’autorizzazione del prefetto» e, ancora, «Nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni». Certo, non si parla di aeroporti, ma va comunque considerato che lo scalo è di proprietà pubblica (il socio di maggioranza di Sea, che lo gestisce, è il comune di Milano). Giacomini ne è sicuro: «Ci sono gli estremi per un ricorso al Tar. Ci saranno iniziative anche in questo senso».