Arco Cronaca

venerdì 4 Novembre, 2022

Mario Franzinelli cade da 12 metri e muore, la tragedia di Arco

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L'operaio edile, 56enne di Ledro, dipendente della Santoni Vetri di Arco, è rimasto vittima di un incidente nel cantiere dell’ex Villa San Pietro. Il collega: «Mi sono girato e non l’ho più visto». I datori di lavoro: scrupoloso

Era il primo giorno di lavoro dopo un mese e più di stop per esigenze tecniche. Mario Franzinelli, 56 anni, di Ledro, era tornato sul cantiere dell’ex Villa San Pietro, in via Galas ad Arco, per continuare i lavori sospesi a settembre, ma un volo di 12 metri gli è stato fatale. Mario ha perso la vita ieri, nel primo pomeriggio, in un incidente sul lavoro di quelli che proprio lui, scrupoloso e attento, faceva di tutto per evitare. Lascia il fratello Angelo e la sorella Piera.
Franzinelli, da oltre quindici anni dipendente della storica ditta Santoni Vetri di Arco, si trovava con il collega arcense Cristian Donati al quarto piano di una delle palazzine che compongono il maestoso complesso dell’ex Villa San Pietro, il cui piano di recupero prevede appartamenti laddove un tempo ci fu una casa di cura. Mario e il collega avevano già realizzato i profili negli altri attici, poiché i lavori in stato più avanzato avevano consentito gli interventi di posa. A compito terminato, qualche settimana fa, EdilDrena, l’impresa di costruzioni che si occupa di realizzare i condomini, aveva congedato la Santoni Vetri, dando appuntamento a quando anche l’altra palazzina fosse stata pronta per le finiture.
La scorsa settimana Sandro Santoni, titolare della Santoni Vetri, aveva ricevuto la chiamata: tutto pronto, e quindi Mario e il collega, ieri mattina, sono arrivati in via Galas.
Erano le 14.30 quando i due si trovavano da soli all’ultimo piano della palazzina più a est, impegnati con la livella sulle solette dei balconi che guardano sul cortile interno. A quel punto Cristian, a pochi metri dal collega, ha dato le spalle a Mario, e in quel frangente è avvenuta la tragedia. «Mi sono girato e non c’era più» ha raccontato con un fil di voce qualche ora dopo. Subito sono scattati i soccorsi con le ambulanze del 118 e l’elisoccorso di Trentino Emergenza. Sul posto anche i vigili del fuoco e i carabinieri. Nonostante i tentativi di rianimazione, non c’è stato nulla da fare.
Secondo la prima ricostruzione, Mario si sarebbe sporto sulla soletta per maneggiare meglio la livella sulla superficie di uno dei balconi. Non è chiaro come sia caduto, se abbia perso l’equilibrio alzandosi in fretta, oppure se abbia fatto un passo nel vuoto scordandosi di essere a 12 metri dal suolo. Tutte ipotesi. L’unica certezza è che Franzinelli è rovinato al suolo cadendo nello spazio tra la parete esterna dell’edificio e il ponteggio del cantiere.
Sul posto sono subito accorsi i familiari, Angelo e Piera, e il titolare della Santoni Vetri con il figlio. Senza parole, sconvolti. Negli ultimi due anni, in azienda non c’è stato nemmeno un incidente di ordine minore. La Santoni Vetri è una vetreria storica nell’Alto Garda, ha superato gli anni della crisi e il prossimo anno compirà 50 anni di attività. Una tragedia del genere manda in frantumi. «Era uno dei più bravi – lo ricorda Sandro Santoni con gli occhi lucidi – e non ci sembra vero. Proprio lui che era un “brontolone” quando si trattava di sicurezza, molto scrupoloso e preciso».
«Era un collega e un amico leale e disponibile, ci mancherà tantissimo, era davvero una bella persona, buona e generosa» lo ricordano le colleghe della Santoni Vetri.
Al fratello Angelo e alla sorella Piera va anche il cordoglio del sindaco di Arco Alessandro Betta, «una tragedia enorme. Ogni morte sul lavoro colpisce al cuore, e si ripercuote sulla nostra società. E sulle aziende. Siamo vicini alla famiglia e alla Santoni Vetri per la grande perdita».
Ora il cantiere non è sotto sequestro. L’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal) sopraggiunta sul luogo dell’incidente non ha trovato elementi per porre i sigilli. Certo è che sarà dura per tutti riprendere a lavorare, ora che Mario, collega e amico leale, se n’è andato così