l'inchiesta

mercoledì 4 Dicembre, 2024

Materassi, orologi, viaggi per la famiglia: le richieste dei politici indagati

di

L'inchiesta di Trento: Andrea Merler (FdI) con diverse contestazioni. Luca Zeni, soldi per la campagna elettorale. «Dimostrerò la mia estraneità»

Le accuse sono gravi — andranno dimostrate, questo va sottolineato per ossequio nei confronti del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva — e alcuni degli indagati, e tra questi la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi e l’ex senatore Vittorio Fravezzi, dovranno rispondere di reati gravi, come il 416 bis che si riferisce all’associazione a delinquere con l’aggravante dello stampo mafioso. Altri politici sono coinvolti per reati minori, che nulla hanno a che fare con l’inchiesta principale e che dovranno rispondere di tutt’altre accuse, che hanno a che fare con il piccolo potere, il solito malcostume, e in certi casi con la spavalderia di chi si crede chissà chi solo perché ricopre un ruolo pubblico, perché gli è stata data una poltrona. E poi emerge la miseria di certa politica, in alcuni casi la sua bassezza, al limite del ridicolo o della vergogna.
La campagna di Merler
Tra gli indagati Andrea Merler, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ex vicepresidente di Patrimonio del Trentino ed ex candidato sindaco sconfitto da Ianeselli. E si scopre che per la sua campagna elettorale avrebbe chiesto agli imprenditori Paolo Signoretti e Riccardo Ricci più di un aiutino. Soldi, oltre alle donazioni già concesse. In cambio? Un suo impegno, in quanto vice della Patrimonio, per facilitare gli accordi con il Comune di Riva nella gara relativa alla costruzione del polo congressuale. La fattura, poi gestita in modo non consono alle leggi di bilancio, venne saldata per oltre 5mila euro allo studio di avvocato di Merler. Ma non è finita, perché altri soldi arrivano a Merler sempre sui conti del suo studio, questa volta dal Patron di Arcese, Eleuterio. Quest’ultimo chiedeva al vicepresidente della Patrimonio di sostenerlo nell’acquisto di un terreno in quel di Gardolo, di proprietà proprio della Patrimonio. In cambio del disturbo? Oltre 10mila euro.
Mare, golf e pneumatici
Merler, oltre ai soldi, sembra accettasse anche regalie, quelle che i magistrati chiamano «utilità», in cambio di favori ovviamente. Emerge dall’inchiesta che un imprenditore — Kurt Anrather, titolare di una società di Marketing — per l’affidamento del progetto di re-branding della Patrimonio del Trentino abbia fornito a Merler una lunga serie di «utilità». Eccole: un materasso matrimoniale dal valore di quasi 2mila euro; due pneumatici per la sua automobile, quasi 300 euro; la partecipazione a una gara di golf all’Argentario da oltre 900 euro e quella a Dubai, sempre golf, la passione di Merler, per altri 1.500 euro e rotti. Ma c’è dell’altro, come la riparazione dell’auto di Merler per più di 4mila euro, le spese per il rifacimento del giardino di casa sua: altri 4mila euro e più. E ci sarebbe pure un soggiorno, pagato per intero a tutta la famiglia del consigliere comunale, al Fererstein Nature Family resort al Brennero, costato all’imprenditore 540 euro. E poi i pernottamenti al John club di Folgaria (oltre 1.200 euro), il soggiorno al Park Hotel Holzner di Soprabolzano (oltre 600 euro) e quello all’Hotel de la Poste a Cortina D’Ampezzo.
La «truffa» dell’Aci
Sempre Merler, questa volta gli è contestato l’articolo 640 del codice penale: truffa. Avrebbe indotto in errore e in qualche modo raggirato l’operatrice dell’Aci e la ditta di carro attrezzi per farsi recuperare la sua auto in panne a Comano Terme. Non era tesserato al club automobilistico, ma si sarebbe fatto soccorrere ugualmente anche grazie al supporto di Fiorenzo Dalmieri, referente della sede trentina dell’Aci club.
La difesa di Merler
L’indagato non parla direttamente, ma lo fa tramite il suo legale Andrea de Bertolini: «Nella massima fiducia per la magistratura — scrive il legale — Andrea Merler è convinto di poter chiarire le proprie contestazioni. Così faremo sin dai prossimi giorni. Da subito, rileva un dato non in discussione. Per la stessa Procura i fatti addebitati al mio assistito nulla hanno a che fare con l’ipotesi di reato associativo contestato».
Guastamacchia, pure lui
Nell’area di centrodestra, l’inchiesta pizzica un altro esponente politico, l’ex consigliere comunale a Trento Fabrizio Guastamacchia che con altri tre cercò di concordare un’offerta per un appalto indetto dal Comune di Predazzo. All’apertura delle buste l’offerta concordata risultava prima, ma il disegno «criminale» fu vanificato da un banale vizio di forma, e tutto il piano andò a vuoto.
Zeni, Betta e Signoretti
Ma c’è anche il centrosinistra coinvolto nell’inchiesta, che indaga anche l’ex consigliere provinciale del Pd Luca Zeni e il sindaco Alessandro Betta di Arco. Signoretti avrebbe pagato la loro campagna elettorale facendosi carico delle spese per la comunicazione sociale: quasi 47mila euro. Betta, in cambio, avrebbe sostenuto nelle sedi istituzionali, l’iter per l’approvazione del progetto di riqualificazione dell’ex Hotel Arco. Betta non parla, ma Zeni si difende: «Avrò modo di dimostrare la mia estraneità. In quella campagna elettorale ero un candidato senza speranza di elezione, e non avevo alcun ruolo per poter concedere favori a nessuno».
«Difficoltà economiche»
Per chiudere, la vicenda che coinvolge Tiziana Betta, presidente del Consiglio comunale rivano. Sembra si sia rivolta direttamente all’imprenditore Signoretti chiedendo un prestito, le servivano soldi per pagare l’università al figlio. «È alla canna del gas», diceva l’imprenditore ai suoi sodali. Una situazione da sfruttare per il solito do ut des: gli prestò 2.500 euro chiedendole solo un po’ di riconoscenza al momento giusto. E lei che prometteva di sostenere le sue mire sull’Hotel Arco.