La storia
venerdì 18 Ottobre, 2024
di Donatello Baldo
Un reato universale. Così ha deciso il Parlamento che ha votato a maggioranza la legge che colpisce chi si avvale della gestazione per altri (gpa) per avere un figlio. Pratica che sarà vietata in Italia (e lo era già, ndr) ma che viene punita anche se eseguita all’estero, anche se in ossequio alle leggi di quel Paese, anche se quel Paese è parte dell’Unitone europea, anche se appartiene alla civiltà giuridica come Stati Uniti e Canada. Il bambino o la bambina saranno frutto di un reato, non più frutto dell’amore. Anche se la donna che ha messo a disposizione il suo utero per generare una vita è volontaria, disponibile, felice di adoperarsi alla creazione di una nuova famiglia. Quella votata dal Parlamento italiano è una legge che come ogni altra legge «vale per tutti». Ma varrà soprattutto e quasi solamente per le coppie omosessuali, che a differenza di quelle eterosessuali — che nella stragrande maggioranza utilizzano la gpa — non potranno mai spiegare alla frontiera di chi sia quel figlio se non di una pratica che al di là di quel confine è ritenuta legale. Qui si rischia la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600mila a un milione di euro. Tra i tanti che hanno reagito a questa decisione anche Giuseppe Lo Presti, presidente trentino delle Famiglie Arcobaleno, padre di un bambino di cinque anni avuto con il suo compagno attraverso, appunto, la Gpa. «Tutta la fatica di fare una famiglia, tutto l’impegno verso il nostro percorso, tutta la cura verso le donne che ci hanno aiutato, tutto il rispetto per le leggi americane che ci hanno aiutato, tutto l’amore per nostro figlio, sporcati e derubricati a reato da una legge dello Stato Italiano. Amore nostro, non sarai mai il frutto di un reato ma la bellezza della vita che si rende evidente, nonostante gli ignoranti e i malfidenti. Corri, amore nostro, e vai felice, non ascoltarli, che sei stato fortissimamente voluto e totalmente amato». Questo il suo sfogo su Facebook.
Lo Presti, che effetto le fa l’espressione «reato universale» per definire la pratica che vi ha permesso di costruire una famiglia?
«È una definizione che fa scalpore, che spaventa, che entra nelle case e aggiunge discriminazione e stigma a chi già subisce discriminazione e stigma».
Le famiglie omogenitoriali.
«Ancora una volta a metterci la faccia saremo noi. Le coppie eterosessuali potranno continuare a non dichiarare di chi sia il loro figlio. Loro potranno affrontare questa nascondendosi, mentre noi non possiamo nasconderci. Dico questo per, io a mio figlio non riuscirei mai a mentirgli su come è nato».
Ci racconta la sua situazione?
«Quella di una coppia che ha fatto un figlio rispettando tutte le leggi vigenti negli Stati Uniti».
Per le coppie omosessuali è legale lì, in Canada, in Paesi europei se si è residenti.
«E infatti molti giuristi dicono che questo reato non sta in piedi. Ma chi glielo dice al Canada e agli Stati uniti che una loro legge è considerata reato universale? Non ha senso».
Sta di fatto che qui è reato. Per il Parlamento italiano suo figlio è frutto di un reato. Come la fa sentire?
«È incredibile. Io a mio figlio insegno a rispettare le leggi, lo cresco nel rispetto di uno Stato che le leggi le decide. E mi fa tristezza dire a mio figlio che questo stesso Stato stabilisce che lui è frutto di un reato. Fa male. Questa è la cosa che mi affligge, che sento particolarmente ingiusta».
Lei prima diceva che a suo figlio ha voluto spiegare com’è nato. Cosa gli ha detto? Forse con le parole che si usano con un bambino qualcuno capirà di più…
«A mio figlio ho spiegato che i suoi papà si amano tanto e che volevano costruire una famiglia. Gli ho spiegato che però due maschi non possono fare un bambino perché solo le donne possono. E che allora hanno trovato una donna che si è resa disponibile a farlo per noi e che era contenta di aiutarci. E mio figlio sa questo. Gli ho raccontato la realtà, perché se non la si guarda con pregiudizio questa realtà è un atto d’amore. Davvero non capisco come non si possa considerare la gestazione per altri una possibilità che la scienza e gli esseri umani mettono a disposizione. No capisco il rancore, la cattiveria, davvero».
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