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mercoledì 10 Luglio, 2024

Matrimoni, gli arcensi non residenti pagano la tariffa piena per sposarsi nella loro città d’origine. Parte la polemica

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La questione è stata sollevata dalle coppie costrette a trasferirsi in un comune limitrofo vista la sempre maggior scarsità di alloggi residenziali in città

Il problema casa, è risaputo, è una delle piaghe altogardesane più emergenziali e coinvolge direttamente anche gli abitanti di Arco, i quali si trovano ora a dover combattere contro una doppia beffa. Non solo un arcense è costretto a cercare casa nei comuni limitrofi vista la sempre maggior scarsità di alloggi residenziali, ma, qualora decidesse, dopo essersi trasferito di sposarsi nella sua città d’origine, invece di avere accesso alle tariffe agevolate da residente sarà costretto a pagare la quota per non residenti. Uno stallo che si protrae da anni e che è stato più volte segnalato all’amministrazione la quale già nel 2021 aveva dato mandato per un adeguamento tariffario. Da allora le cose non sono cambiate e le tariffe hanno mantenuto i medesimi criteri di accesso, residenti o non residenti. Non ha importanza quindi se il tuo comune di nascita e nel quale hai studiato e sei cresciuto con i tuoi familiari è lo stesso nel quale vorresti sposarti, ma non vi sei residente perché non vi sono appartamenti, alloggi o case disponibili. Dovrai pagare la tariffa per non residenti. Nelle ultime settimane alcune coppie di arcensi, che hanno trovato case in altri comuni, hanno sollevato la questione inoltrando lettere dai toni duri direttamente al Comune. Ieri pomeriggio in giunta l’argomento ha acceso gli animi perché sul tema era già stato chiesta una risoluzione che, però non è stata fatta nel corso del tempo. Frizioni che hanno visto contrapposte le visioni tra il sindaco di Arco, Alessandro Betta, e l’assessora di merito, Francesca Modena. Una proposta risolutiva potrebbe essere quella di inserire un livello di «anzianità» di residenza nel Comune di Arco.