capitale europea volontariato
domenica 4 Febbraio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Entrano i corazzieri. Sul palazzetto cala il silenzio. Si alzano tutti in piedi: studenti, volontari, autorità. Oltre 2.500 persone in attesa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva un minuto dopo, alle 11.12. Sbuca dal tunnel, attraversa il campo e si siede in prima fila a fianco al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, al sindaco di Trento Franco Ianeselli e al primo cittadino di Leopoli Andrij Sadovyj. Il T Quotidiano Arena, gremito, lo accoglie con un applauso scrosciante. Trento è Capitale europea del volontariato. E nel giorno della cerimonia inaugurale, ieri mattina, Mattarella ha voluto omaggiare il popolo del volontariato. «I volontari — ha detto — sono “campioni di umanità”». La tribuna, costellata di volti giovani e meno giovani, ha ringraziato con un’ovazione.
Il Capo dello Stato ha ascoltato tutti gli interventi e infine, a distanza di un’ora dal suo ingresso, ha raggiunto il palchetto. Il suo è stato il discorso più lungo: 18 minuti e mezzo intervallati da applausi. Il primo pensiero è andato ai coristi della Sat e della Sosat, che hanno aperto la cerimonia con l’inno italiano e quello europeo. Poi i saluti alle istituzioni locali e, soprattutto, al sindaco di Leopoli, la città ucraina che si era candidata in alternativa a Trento come Capitale europea. «Desidero rinnovargli i sentimenti di amicizia, che hanno radici antiche e solide e che le drammatiche conseguenze della brutale invasione dell’Ucraina hanno ulteriormente rafforzato — ha affermato — La libertà, l’indipendenza dell’Ucraina sono tutt’uno con i valori fondativi dell’Europa».
(foto P. Cattani Faggion)
Piene di riconoscenza le parole indirizzate al capoluogo trentino e, più in generale, ai volontari. «Oggi, a livello europeo, Trento si vede riconosciuta come grande potenza della solidarietà, valore che sta alla base del volontariato, che è risorsa tra le più preziose di una società. Per nostra fortuna — ha aggiunto — l’Italia è ricca di volontari e di associazioni che raccolgono e organizzano queste energie civili». I volontari sono «persone amiche che, concretamente, rimarginano ferite, per restituire a ciascuno la sua umanità — ha proseguito — Il volontariato esprime una visione del mondo. Quella della indivisibilità della condizione umana. Il famoso “I care”, “mi riguarda”, fatto proprio da don Milani e da Martin Luther King».
La «cura» è stato un filo conduttore del suo discorso. Perché «abbiamo bisogno di solidarietà, di esprimerla e di riceverla, per sentirci parte di una comunità e della sua storia — ha considerato — La nostra Costituzione la riconosce come presupposto di uno sviluppo davvero civile».
Quella stessa solidarietà che si ritrova nel codice genetico dell’Europa, «il continente dove la libertà, l’eguaglianza, la democrazia, la dignità della persona, la solidarietà sono cromosomi di un medesimo dna. Sono insieme fattori di identità irrinunciabili». Anzi, «l’Europa è espressione di solidarietà: anzitutto lo è stata fra i nemici delle due guerre mondiali che, con coraggio, hanno dato spazio ai valori della convivenza e dell’incontro, non a caso con un protagonista di Trento, Alcide De Gasperi».
E ora la città di Trento, con i suoi volontari, si fa portavoce di questi valori. «Anche per questo il titolo di Capitale europea del volontariato assume un significato ancora più forte — ha sottolineato Mattarella — Far crescere la solidarietà in Europa, in ogni direzione, vuol dire far crescere l’Europa e i popoli che la abitano». Una crescita essenziale, perché «le insufficienze dell’Europa, le carenze che vanno talvolta a scapito dei cittadini, dipendono il più delle volte proprio da un difetto di solidarietà». E qui, tra le parole di Mattarella, torna un altro figlio del Trentino. «Ne aveva coscienza il giovane Antonio Megalizzi, che per questo dell’Europa aveva fatto il suo orizzonte ideale». Giornalista vittima dell’attentato di Strasburgo del 2018, «drammaticamente sottratto alla vita dal fanatismo integralista».
Ecco l’antidoto al fanatismo — al «paradigma di violenza cieca e di negazione dell’altro» — è il volontariato. Che è invece «attenzione e accettazione dell’altro, umanità, rispetto, integrazione». «Il volontariato — ha aggiunto — è espressione di una scelta in favore degli esseri umani, di ogni essere umano. Per questo i volontari possono essere definiti “campioni di umanità”».
E «in una stagione in cui emergono spinte estreme all’individualismo, all’egoismo più esasperato, alle tante paure che frenano la vocazione solidale dell’uomo, la cultura della cura assume un forte significato». Cura è «passione educativa, capacità di includere chi è ai margini, sostenibilità ambientale». «L’augurio a Trento e alle migliaia di volontari che animeranno la Capitale europea — ha concluso — è che la vostra e la loro energia siano contagiose e si propaghino. Tra i giovani anzitutto, che sono presente e futuro».
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
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