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sabato 3 Dicembre, 2022

Provinciali, Matteo Migazzi si fa avanti: «Sono un tecnico a disposizione»

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L’ad di Pensplan proposto al centrosinistra da Azione: «Valuterei offerte del centrodestra. Mio suocero Leo? Ho stima di lui»

Matteo Migazzi, amministratore delegato di Pensplan, ex capo di gabinetto di Ugo Rossi e Arno Kompatscher, è il primo nome calato sul tavolo del centrosinistra per la candidatura alla presidenza della Provincia contro Fugatti, che con ogni probabilità sarà il leader del centrodestra. Nome proposto da Azione, che punta sulla competenza, la novità e il profilo di un giovane che ha esperienza amministrativa ma non proviene dalle cerchie politiche. Ma il nome di Matteo Migazzi è apprezzato anche da altre forze della coalizione che oggi è all’opposizione, e anche nello stesso Pd ci sono suoi estimatori: «Prendo atto — afferma lui — e mi fa anche piacere che sia stata valutata positivamente la mia figura, immagino per il mio percorso, per l’eventuale contributo che posso dare».
E intenderà valutare seriamente la proposta?
«Per ora non c’è stata alcuna proposta, e di conseguenza non posso considerare nulla se nulla è stato proposto. Ma so che anche esponenti dell’altra coalizione hanno considerato il mio nome».
E questo la mette in difficoltà?
«No, perché io sono un tecnico, sono un professionista che non ha alcuna appartenenza politica. E credo che proprio questo mio ruolo al di fuori delle appartenenze sia stato apprezzato. Poi l’autonomia non è per forza di destra o di sinistra: per difenderla serve una politica che valorizzi le nostre peculiarità»
Ma per capire meglio, se arrivasse una proposta per la candidatura alla presidenza della giunta anche dal centrodestra? Valuterebbe anche quella proposta?
«Valuterei tutte le proposte, ma voglio chiarire che io non faccio nulla affinché queste proposte si concretizzino. I partiti facciano le loro riflessioni, e se dall’esito delle loro riflessioni, sia da una parte che dall’altra, dovessero giungere alla conclusione che serve qualcuno che abbia le mie caratteristiche, sono felice di valutare le proposte».
Lei però era stato consigliere del Pd in Comunità di Valle.
«Era il lontano 2010. Non lo rinnego, ma si trattava di dare voce a un gruppo di giovani che in valle avevano fondato un’associazione culturale che trattava i temi della partecipazione. Non ho più avuto nessuna tessera di partito da allora».
Ma la politica è fatta anche di valori, che a volte dividono gli schieramenti. Quali sono i suoi?
«Io sono un moderato, sono di centro. Mi riconosco nella famiglia europea del popolarismo, e soprattutto dell’autonomismo e dell’europeismo. Ma si può governare anche senza entrare nella frattura destra/sinistra, come fa ad esempio l’Svp».
Proposto dal centrosinistra, c’è chi sottolinea la contraddizione di essere genero del viceministro di Fratelli d’Italia Maurizio Leo.
«Su questo però vorrei dire una cosa. Se qualcuno vuole dire che non sono adeguato alla presidenza della Provincia lo dica, senza mezzucci e senza tirare in ballo la mia famiglia e soprattutto mia moglie».
Non crede sia rilevante il rapporto con un esponente di centrodestra se viene proposto dal centrosinistra?
«Mio suocero è anzitutto un professionista, di cui ho grandissima stima. Ma cosa c’entra con me? E perché le sue convinzioni politiche dovrebbero essere le mie? Ma soprattutto, cosa c’entra mia moglie?».
Nulla, in effetti. Ma dicono, gli stessi maligni, che lo studio Leo dove lei lavora abbia contribuito alla definizione del programma di Fratelli d’Italia. È così?
«Mio suocero è un professionista prestato alla politica, credo che abbia dato un importante contributo sulla parte fiscale e tributaria. Cosa c’è di strano?».