Basket
domenica 16 Luglio, 2023
di Stefano Frigo
Insieme ad altri sei giocatori fa parte della pattuglia di confermati da cui l’Aquila Basket ripartirà in vista della stagione 2023 – 2024. Mattia Udom è arrivato in bianconero dodici mesi fa e, soprattutto nella seconda parte dell’annata dopo aver superato una serie di guai fisici, ha fatto vedere di che pasta è fatto. Coach Paolo Galbiati conterà molto su di lui.
Udom, una decina di giorni fa la Dolomiti Energia ha ufficializzato la sua permanenza. È soddisfatto di poter continuare la sua carriera a Trento?
«Assolutamente sì. Ho sempre detto che mi sono trovato bene sin dal primo momento sotto tutti i punti di vista. La città mi piace davvero tanto è a misura d’uomo e non manca nulla, della società poi che dire? Ho trovato grande organizzazione, voglia di crescere e migliorarsi, quella sana ambizione che dovrebbe essere sempre presente evitando però i voli pindarici. In Aquila puoi pensare solo a giocare a basket, per tutto il resto c’è il club. Non è affatto scontato, credetemi».
Il 21 agosto ci sarà il primo allenamento e sarete in sette «reduci» dalla scorsa stagione. Ovviamente non mancheranno delle novità a cominciare dal tecnico, cosa si aspetta dal futuro prossimo?
«Penso che aver confermato buona parte del roster sia un aspetto positivo, avremo modo di dare continuità ad un percorso che ci ha portato in final eight di Coppa Italia e a chiudere al sesto posto in classifica in regular season. Nel contesto europeo invece cercheremo di migliorarci e credo che, anche grazie alle recenti esperienze, potremo farcela. Dal punto di vista personale vorrei riuscire a ripartire dal ritmo, dalla presenza e dall’equilibrio che sostanzialmente ho avuto da gennaio – febbraio in poi. Farò di tutto per incrementare sia l’impatto offensivo che quello difensivo».
Si rinnoverà la sfida con Andrejs Gražulis nello spot da 4. Che rapporto ha con il suo compagno lettone?
«Ottimo, dentro e fuori dal campo. Le qualità tecniche di Andrejs sono sotto gli occhi di tutti, con la palla in mano sa essere letale e quando c’è da difendere è un osso duro per tutti. Dal punto di vista umano è sempre di buon umore, riesce a sdrammatizzare i momenti più complicati, è il classico elemento che fa bene allo spogliatoio. In alcune occasioni anche giocando insieme siamo stati capaci di risultare complementari, magari è una soluzione che si potrà approfondire».
Al posto di Lele Molin troverà Paolo Galbiati. Lo conosce? Avete già avuto modo di confrontarvi?
«Da avversario l’ho incontrato una sola volta quando allenava Cremona, all’andata non giocai per un infortunio. Abbiamo parlato un paio di volte e l’impressione è stata ottima, non lo dico per piaggeria. Sono felice di poter giocare con lui, sicuramente porterà una ventata di freschezza, attendo con ansia di conoscere più a fondo la sua idea di basket e capire cosa mi chiederà di fare in campo».
Nel frattempo sono stati sorteggiati i due giorni di Eurocup e impazza un mercato estivo che sembra far alzare ulteriormente il livello qualitativo della massima serie nazionale? Qual è il suo punto di vista su questi due temi?
«Dunque, per quanto riguarda la coppa che dire? Ce la vedremo con Gran Canaria che ha vinto l’ultima edizione e ha dovuto rinunciare a partecipare all’Eurolega per motivi di carattere economici, sempre nel nostro raggruppamento ci sarà l’altra finalista ovvero Turk Telecom Ankara. Realtà come Podgorica e Ulm non hanno certo bisogno di grandi presentazioni. Detto questo il nostro obiettivo sarà quello di migliorarci rispetto al recente passato e quindi centrare il passaggio del primo turno. In serie A è vero, stanno arrivando diversi giocatori che renderanno tutto ancora più competitivo, nel mio ruolo penso ad Achille Polonara a Bologna e Kevin Hervey a Reggio Emilia. A me fa davvero piacere perché affrontare elementi di questo tipo è stimolante, il mercato è ancora lungo».
Sempre rimanendo in tema l’Aquila ha ingaggiato l’ex Milano Davide Alviti. Avete già avuto occasione di incrociarvi?
«Sì, e non solo da avversari. Abbiamo condiviso come compagni un raduno in nazionale. Davide è una guardia “atipica” di due metri, un tiratore molto pericoloso e difficile da arginare. Sono certo che il suo contributo si farà sentire».
l'intervista
di Davide Orsato
L’analisi del giornalista che ha di recente pubblicato un manuale per spin doctors dal titolo «Non difenderti, attacca» e contiene 50 regole per una comunicazione politica (imprevedibile e quindi efficace)