L'esame

mercoledì 21 Giugno, 2023

Maturità al via: a Trento tornano in classe 4.400 studenti

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Oggi la prima prova scritta, quella d'italiano. Ritorno alla normalità dopo il Covid

Un piccolo esercito, fatto e finito: saranno 4.400 gli studenti trentini richiamati in classe per affrontare l’esame di maturità. Non tutti sono, tecnicamente, di quinta superiore: in sessanta, infatti, arrivano da percorsi sperimentali liceali della durata di quattro anni. Si torna in tutto e per tutto all’era pre-Covid, con le prove scritte, oltre al colloquio orale. Si inizia, come da tradizione, si inizia dalla prova d’Italiano. Ci saranno sette tracce, dall’analisi del testo, al tema argomentativo da svolgere in forma di saggio breve, fino al tema d’attualità. Tutti in classe per le 8.30, quando si apriranno le buste, valide per tutta Italia. Gli studenti avranno sei ore per portare a termine il tutto. Domani tocca alla prova più temuta in assoluto, quella di indirizzo: anche questa è sempre stata presente all’esame di maturità, ma è saltata durante il periodo Covid. Per il liceo classico torna il latino, per lo scientifico tradizionale è sempre matematica, mentre per il linguistico la prova è di lingua straniera, quella curriculare.
Non ci sarà la terza prova, quella multidisciplinare, con le domande decise dalle singole commissioni (137 in provincia). Dopo qualche giorno di pausa, si passerà, infatti, dritti dritti agli orali, che partiranno martedì 27 giugno. Saranno necessarie circa due settimane per esaminare tutti i maturandi. Risultati, dunque, a partire dalla seconda settimana di luglio.

Le tracce

Nell’analisi del testo c’è un brano di Salvatore Quasimodo, «Alla nuova luna’», contenuto nella raccolta «La terra impareggiabile»: una riflessione sul progresso scientifico e sulla responsabilità degli scienziati a partire dal lancio dello Sputnik. Seguono «Gli indifferenti» di Moravia, romanzo esistenzialista del 1929.

Tra i temi del saggio breve, «l’idea di nazione» con un testo tratto da Federico Chabod e un brano di Piero Angela, preso dal libro «Dieci cose che ho imparato», l’opera testamento del divulgatore scomparso nel 2022.

Per l’attualità è stata scelta la lettera aperta  inviata nel 2021 (in piena pandemia) dal mondo accademico e culturale all’ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che invitava a reintrodurre le prove scritte alla maturità.