L'analisi
giovedì 12 Dicembre, 2024
di Francesco Terreri
Acquisti di aree dismesse, immobili in costruzione, progetti sulla carta, iniziative di partenariato pubblico-privato. Gli affari del trio Renè Benko, Heinz Peter Hager, Paolo Signoretti attorno a cui ruota l’indagine Romeo valgono qualcosa come 1 miliardo 200 milioni di euro, milione più, milione meno. Si va da operazioni da centinaia di milioni, come il Waltherpark a Bolzano e l’areale ferroviario di Verona, agli affari da decine di milioni che spaziano dall’Alto Garda al Sudtirolo alla Lombardia, alla proposta di finanza di progetto da 250 milioni per l’efficientamento dei condomini Itea. Iniziative immobiliari che, secondo l’accusa, sarebbero state portate avanti spesso attraverso condizionamenti e intimidazioni per raggiungere lo scopo. E avrebbero visto vorticosi giri di denaro per assicurarsi l’opera.
Il progetto Waltherpark a Bolzano prevede, come riassunto nelle carte dell’inchiesta, 22mila metri quadri di superficie di vendita, dove troverà posto anche il primo supermercato Esselunga della regione, 150 appartamenti per un totale di 16.500 metri quadri, un hotel da 110 stanze, uffici privati e pubblici, ristoranti, bar, fitness, magazzini e un garage da 850 posti auto. L’operazione vale 465 milioni di euro, che probabilmente supereranno il mezzo miliardo ai prezzi di vendita attuali degli immobili. La società Waltherpark, prima ancora che dall’inchiesta giudiziaria, rischiava di essere travolta dalla bancarotta della Signa di Benko, che vi aveva già investito oltre 160 milioni. Così l’intero progetto è stato ceduto al gruppo tedesco Schoeller, che ora la controlla attraverso la Mezz 23 gmbh e la Re.06 srl.
Tra le altre iniziative altoatesine citate c’è il progetto Living Gries (17 milioni solo per comprare la cantina, 130 appartamenti, decine di milioni il valore complessivo), l’operazione Ötzi-Virgolo (Il T di martedì), il Progetto Terlano. Passando in Trentino, troviamo in primo luogo l’iniziativa sull’area ex Cattoi a Riva del Garda: nell’inchiesta si parla di 25 milioni e di guadagni per 8 milioni dalla sola cessione di parte dell’area al Comune, ma i ricavi finali potevano arrivare ai 30 milioni (Il T dell’8 dicembre). Poi l’operazione sull’ex Hotel Arco, in cui la Arco.Re di Hager e Signoretti contava di investire 15-18 milioni. A Folgaria il gruppo avrebbe investito 15 milioni. Poi c’è l’operazione Itea. Grazie anche a Barbara Messina (all’epoca sua moglie, indagata), Signoretti era venuto a conoscenza dei progetti di Itea di riqualificazione del patrimonio abitativo per 82 milioni. Così propone ai vertici dell’azienda pubblica un progetto in partenariato pubblico privato per l’efficientamento dei condomini Itea attraverso il Superbonus 110% con acquisizione del credito fiscale e gestione per dieci anni. Totale 250 milioni, che verrebbero gestiti attraverso la società Eletta srl, specializzata proprio nel Superbonus.
I progetti di riqualificazione urbana del trio Benko-Hager-Signoretti spaziano poi da Verona a Pavia. A Verona erano in campo per la riqualificazione dello scalo ferroviario, un investimento quantificato da Signoretti in 300 milioni, che sarebbe stato finanziato per il 60% da Signa e per il 40% da una società di Hager e dello stesso Signoretti. L’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto è indagato per aver turbato la gara per la valorizzazione dello scalo (Il T dell’8 dicembre). A Pavia la riqualificazione dell’ex Necchi vale 150 milioni, le opere preliminari sono già partite mentre il cantiere vero e proprio era atteso l’anno prossimo. Poi c’è l’operazione ex Istituto di Santa Margherita, dove i nostri sono indagati per turbativa d’asta per l’acquisto del compendio, con una serie di transazioni per riacquistare il debito dell’immobile, 19,3 milioni suddivisi tra Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Banco Bpm.
Inchiesta
di Benedetta Centin
Il commercialista è uscito sorridente e soddisfatto dall'interrogatorio durato dalle 9.30 alle 11.50. L'avvocato Bertacchi: «Tempo necessario per rispondere alle contestazioni»