l'aggressione
mercoledì 16 Ottobre, 2024
di Ottilia Morandelli
Ha dato in escandescenza, inveendo e poi picchiando un medico che cercava di calmarlo. I fatti, accaduti al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara, risalgono a un paio di giorni fa. Protagonista un ragazzo di origine nord africana di 19 anni. Il giovane in sala d’aspetto attendeva il suo turno per essere visitato. Aveva ormai esaurito la pazienza però, continuando a lamentarsi per i tempi di attesa. All’apice della sua rabbia ha iniziato a insultare il personale sanitario e gli addetti alla vigilanza che si trovavano nelle vicinanze. Nel frattempo, per cercare di calmarlo, è intervenuto un altro medico. A nulla sono serviti i tentativi di tranquillizzarlo, anzi, non hanno fatto altro che aumentare la sua ira, che in breve tempo è diventata violenza fisica. Si è infatti avventato contro il dottore. Poi ha continuato a minacciare tutte le persone presenti, prendendo a testate il vetro della stanza del triage, danneggiandolo pesantemente.
Sono dovuti intervenire i carabinieri. Solo all’arrivo dei militari del radiomobile di Trento il diciannovenne è stato fermato. Una volta bloccato è stato portato in stato di arresto alla caserma di via Barbacovi.
In tribunale
Ieri mattina il giudice Enrico Borrelli, ha convalidato l’arresto, applicando nei suoi confronti l’obbligo di dimora con permanenza notturna. Al gip il giovane ha detto di aver reagito in maniera violenta e esagerata perché era «esasperato», spiegando che stava aspettando il suo turno da sei ore. Il ragazzo, che di lavoro fa l’operaio, è un personaggio noto alle cronache da qualche giorno. Venerdì scorso infatti era entrato all’interno del supermercato Poli di Via Brennero e aveva commesso degli atti vandalici. Senza un apparente motivo, aveva iniziato a buttare a terra il cibo dagli scaffali, danneggiando anche i ripiani. Il personale del negozio aveva provato a calmarlo, a dirgli di smetterla. Allora aveva aggredito il direttore del supermercato e i dipendenti con lui. Una volta arrivati i carabinieri è stato accompagnato all’esterno dell’esercizio commerciale, qui ha tentato di scappare colpendo in faccia con una testata un militare. Rabbia e aggressività che le forze dell’ordine hanno fermato usando contro di lui il taser. Lunedì mattina il giovane, assistito dall’avvocata Elisabetta Pisani, è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari Marco Tamburrino, che ha convalidato l’arresto e poi scarcerato. La pubblico ministero Alessandra Liverani aveva chiesto il carcere, ma il gip, considerando che il diciannovenne era incensurato, ha stabilito che non c’era motivo di tenerlo recluso in carcere.
Le reazioni
Sulla vicenda accaduta in pronto soccorso è intervenuta anche l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, esprimendo «solidarietà» al medico aggredito. Solidarietà arrivata anche dal presidente Fugatti e dall’assessore alla salute Mario Tonina. «Confermiamo e rilanciamo con determinazione l’impegno dell’amministrazione per contrastare episodi di violenza e garantire agli uomini e alle donne che lavorano per garantire la salute della popolazione di poter lavorare in piena sicurezza e serenità», spiegano Fugatti e Tonina.
«Fino a qualche anno fa questi casi erano meno frequenti -le parole di Sonia Brugnara, segretaria della sezione trentina del sindacato Cimo-Fesmed- La sicurezza degli operatori è la nostra prima preoccupazione. La situazione sta peggiorando perché i medici sono sempre soli, non hanno il personale infermieristico che possa in qualche modo aiutarli in caso di aggressività di un paziente. Inoltre credo che si stia creando una spirale di nervosismo. Pochi medici che lavorano per molte ore senza assistenza, tempi rallentati negli ambulatori e al pronto soccorso. Non giustifico la reazione di questo ragazzo, ma posso crederci che qualcuno perda la pazienza. Se i medici non lavorano bene ne risentono anche i pazienti». Le telecamere per prevenire questi fenomeni «non bastano». «Servono porte antisfondamento per mettere al sicuro i medici e gli operatori, personale infermieristico che «faccia compagnia» e dia sostegno ai dottori -le parole di Brugnara, che conclude- Fra liste d’attesa ingolfate, insofferenza delle persone e poca attenzione per i professionisti, si rischia che la situazione peggiori ulteriormente e che nessuno in queste condizioni voglia lavorare più in sanità».